«Senza paura nei playout, pronti a giocare 120'»
L'ex Cacciuto avverte il San Teodoro: «Ho bei ricordi ma l'Atletico deve salvarsi»
La salvezza in 90’. Ma anche in 120' e oltre se fossero necessari supplementari e i rigori. Sfida secca tra San Teodoro e Atletico Elmas per stabilire chi resterà in Eccellenza e chi farà gli straordinari nel triangolare con le due vincenti dei playoff di Promozione. Si gioca in casa dei galluresi (ore 16.30) che hanno chiuso in una posizione migliore (14° posto e 39 punti) la stagione regolare a differenza dei biancoverdi di Elmas (15° posto e 36 punti). I ragazzi di Paolo Busanca si giocheranno la salvezza in trasferta. Ma per tutti. «Per me non è del tutto - dice Christian Cacciuto, attaccante dell'Atletico ma ex San Teodoro - il campo lo conosco bene, così come la società e qualche ex compagno». Stagione 2009/1: «Mi sono rimasti bei ricordi, arrivammo secondi in campionato e disputammo i playoff».
Christian due anni fa giocaste la finale playoff in gara unica contro il Castiadas, a Tortolì, anche questo spareggio ha la stessa tensione?
«Sì la tensione è la stessa, ovviamente il livello delle squadre è più basso perché parliamo di un playout e non di un playoff ma la partita va affrontata nello stesso modo»
E come?
«Dovremo giocare senza avere la paura di perdere, cercando di vincere e centrare il nostro obiettivo che è la salvezza. Se non dovessero bastare 90' siamo pronti a giocare 120' e calciare pure i rigori»
Che San Teodoro ritrovi?
«Il peggior avversario che potessimo incontrare tra quelle che erano giù in classifica, la mia ex squadra è più forte di altre che invece si sono già salvate»
Eppure il campionato ha detto il contrario con l’Atletico che ha battuto il San Teodoro due volte su due
«E allora speriamo che valga il detto: non c’è due senza tre. Ma quelle gare non fanno testo. La vittoria dell'andata è troppo lontana per fare un paragone, quella di ritorno troppo particolare perché è finita con noi in 8 uomini e loro in 10, noi tutti a difendere il 2-1 e loro molto confusionari»
L’Atletico ha dato l'impressione di potersi salvare e in altri momenti di crollare, i playout sono un miracolo o una delusione?
«Io sono arrivato ad ottobre con la squadra che aveva conquistato un punto in otto partite, questo non va mai dimenticato. A trequarti di campionato abbiamo avuto la sensazione di poterci guadagnare la salvezza diretta ma noi siamo una squadra strana, se siamo in giornata possiamo vincere contro chiunque, altrimenti possiamo anche perdere contro tutti. Se abbiamo la testa giusto abbiamo dimostrato di poter vincere a Valledoria, quando era in zona playoff, a San Teodoro e a Castelsardo nello scontro diretto, anche a Sassari contro lo Torres non abbiamo sfigurato. Ma poi abbiamo rischiato di perdere in casa contro la Nuorese e al ritorno abbiamo perso da loro, a Villacidro abbiamo pareggiato e al ritorno sull'1-1 abbiamo rischiato di prendere gol prima di chiuderla sul 3-1»
Che temere di più del San Teodoro?
«I fratelli Cadau, senza'altro, e Alessandro più di Giovanni»
Perché?
«Giovanni i gol li ha sempre fatti, col Taloro più di 100 in Eccellenza ma Alessandro è micidiale in contropiede e ora ha imparato a far gol. Già quando eravamo a San Teodoro due anni fa fece 12 gol»
A fine di quel campionato sei rimasto fermo per infortunio, dopo un anno e mezzo d’assenza sei tornato in campo
«Devo dire grazie all’Atletico che mi ha voluto, ai preparatori atletici che mi hanno restituito una buona condizione fisica a mister Busanca che mi ha aspettato. Per me è stata una stagione difficile ma ora sto bene, sto facendo un buon finale di campionato. Spero di far gol e che questa sia l’ultima partita»
Di gol quest'anno nei hai fatto 4, Tore Boi 5 e il vostro capocannoniere è Ligas con 8. Vi manca una punta centrale?
«Tanto. In rosa siamo tre attaccanti e nessuno è prima punta. Nell'Atletico fino all'anno scorso giocava Paolo Piludu che è il giocatore perfetto per quel ruolo, a noi è mancata una punta così che facesse salire la squadra e dare respiro alla fase difensiva che per una squadra che si deve salvare è molto sollecitata. Così, abbiamo dovuto giocare spesso bassi e di rimessa, non è sempre facile strappare punti»