«Ringrazio chi ha scommesso su di me, gliela farò vincere»
Monastir, Nicola Manunza al battesimo: «Non vedo l'ora di iniziare, prenderò spunto da chi ha segnato il mio percorso da calciatore: Mereu e Busanca»
Dagli Allievi della Futura Sales alla prima squadra del Monastir in Eccellenza. Il salto di Nicola Manunza è enorme ma non spaventa chi, da calciatore, ha fatto due stagioni in C2 (2002-2004) da protagonista con l'Olbia giocando 51 gare e segnando 6 gol compreso quello importantissimo nel playout-salvezza contro la Lodigiani, dopo i 4 campionati alla Villacidrese - che lo prese dal Cagliari - con la promozione (1989-99) in serie D, una categoria fatta anche con Arzachena (2004-05) e Selargius (2012-13). Ma per il cagliaritano classe 1979, anche tanta Eccellenza con Budoni (2005-2007), Selargius (2007-08), Samassi (2008-10), Progetto Sant'Elia (2010-11, con vittoria del campionato), Atletico Elmas (2011-12), Castiadas (2012-13) e Samassi (2013-14).
La chiamata del Monastir rappresenta, perciò, l'esordio assoluto di Manunza alla guida di una prima squadra. «Pur avendo giocato 18 anni, come allenatore sono un esordiente e anche sconosciuto, ma quando ti arriva una chiamata a sorpresa da una squadra come il Monastir, che fa l'Eccellenza, non puoi non sfruttarla. Sono molto felice e non vedo l'ora di iniziare. Ringrazio il presidente Marco Carboni e la dirigenza per aver scommesso su di me, cercherò di fargliela vincere questa scommessa». Per tutto giugno continuerà l'attività alla Futura Sales e, dopo aver partecipato alla D.Cup, guiderà i suoi Allievi anche al torneo Polese alla Ferrini. «Fare l'allenatore nelle giovanili è nato dal fatto che mi piace stare in campo e, dopo aver smesso col calcio giocato, era la scelta più spontanea da fare partendo dai giovani com'è giusto che sia. Guidare ragazzi di 16 e 17 anni mi ha permesso di intraprendere un nuovo percorso, inizi a preparare gli allenamenti e parlare ad un gruppo, un lavoro molto simile a ciò che farai con una prima squadra anche se per altri versi completamente diverso perché ci sono da gestire tante cose a partire dall'ottenimento dei risultati che si auspica la società». L'ex esterno offensivo inizia una nuova carriera partendo da due punti di riferimento: «I due tecnici che hanno segnato di più il mio percorso da calciatore sono Bernardo Mereu e Paolo Busanca, molto preparati tatticamente e diversi tra loro. Mereu è stato il mio primo allenatore dopo essere uscito dal Cagliari, quando mi volle alla Villacidrese: tra Eccellenza e serie D ho fatto 4 anni. Poi è stato nel progetto che ha portato alla nascita della Futura Sales che mi ha permesso di allenare gli Allievi. Con Busanca ho fatto il mio ultimo anno da calciatore ed è stato il primo ad introdurmi in uno staff tecnico dandomi la possibilità di fare il secondo nella Rappresentativa Juniores che è stata vice-campione d'Italia. Di Bernardo mi ha sempre colpito l'aspetto caratteriale, il fatto che non molla mai anche quando tutto può sembrare perso ed è bravissimo nel riuscire ad ottenere il massimo da ogni giocatore, e sa gestire i giocatori trovando le parole giuste al momento giusto. Paolo è bravo nel districarsi da situazioni complicate, dalle situazioni negative trova gli spunti migliori per ottenere gli obiettivi massimi. È riuscito più volte, da squadre date per spacciate, a sovvertire il pronostico come con Atletico Elmas e Samassi».
Manunza sa bene cosa l'aspetta in questa nuova avventura: «Il progetto è stato ben chiaro sin da subito, l'età media dei giocatori sarà molto bassa, riduzione costi cercando di portare avanti un programma con dei ragazzi da scoprire o con chi può essere rilanciato sempre guardando ai più con 4-5 "senior" che possono aiutare la crescita dei più giovani». Situazione rischiosa per chi è all'esordio: «Per forza di cose puntare molto sui giovani porta ad una situazione con dei pro e contro, è una lama a doppio taglio ma ne sono consapevole io così come la società, cercheremo di ottenere il massimo che si può trarre». C'è poca incoscienza nella scelta: «Se non ci avessi creduto non avrei detto sì al Monastir, la società è consapevole dei rischi ma crede, come me, di poter fare un buon campionato». Bando alle preoccupazioni quindi: «L'Eccellenza è la vetrina più importante in Sardegna, ora c'è più entusiasmo e voglia di iniziare che preoccupazione. È un campionato che ha ripreso quota con la riduzione dei fuoriquota a tre creando ulteriori step di difficoltà per chi non ha sfruttato al massimo la presenza di un senior in più in campo. Ci saranno più squadre del centro Nord, i playoff hanno detto che nel Sassarese stanno facendo meglio con molti giocatori interessanti. Nel Cagliaritano si avverte un po' la mancanza di risorse dopo aver perso qualche squadra come Progetto Sant'Elia, Selargius, La Palma, Pula, Atletico».
Il Monastir di Manunza sarà dunque una squadra «che dovrà lottare ogni domenica per ottenere i punti utili a raggiungere quella salvezza che, nei tre anni precedenti, è arrivata all'ultimo respiro. Bisogna avere la stessa mentalità, non quelle armi che può usare una squadra esperta ma la brillantezza dei più giovani. L'idea di partenza è questa, convinti che possa portare frutti, in linea più o meno con quella stabilita un'estate fa anche se poi a dicembre ci sono stati degli accorgimenti per provare a soffrire meno e sostituire alcuni giocatori andati via come Usai o infortunati come Uccheddu». L'idea di calcio del nuovo tecnico dei campidanesi è semplice: «Arrivare ai risultati attraverso il gioco, mi piacerebbe presentare una squadra propositiva che non butti la palla ma anche che, quando non può sviluppare gioco, sappia poi sacrificarsi per raggiungere l'obiettivo. Quale modulo adottare? È prematuro parlarne perché un tecnico deve valutare i giocatori che ha a disposizione e adottare il sistema migliore che li mette in condizione di esprimersi al meglio. Stiamo cercando giocatori polivalenti, bravi ad adattarsi a diversi sistemi di gioco anche in gara in corso. Parlare ora di acquisti è molto presto, siamo nella prima settimana di giugno, ci stiamo guardando intorno ma con molta calma, da qua ai prossimi due mesi il mercato lascia sempre delle porte aperte». Uno sguardo sarà rivolto anche a ciò che ha detto il campionato Allievi: «Mi sembra inevitabile rivolgerci alle annate tra il 1999 e il 2001, quelli che sono i fuoriquota attuali e nei prossimi anni. Abbiamo già pensato a qualche nome, dei profili interessanti ma sappiamo che sono molto ricercati sul mercato, ci vuole bravura e fortuna perché chi sembra ora pronto per il salto potrebbe poi faticare, da un anno all'altro i giovani cambiano tanto e non danno mai certezze».