«I dirigenti sono pochi, la classifica preoccupa: salvarsi sarebbe come vincere un campionato»
Montalbo, Juri Matzuzzi non molla: «Situazione complicatissima, ma ho deciso di lottare sino all'ultimo assieme ai ragazzi»
Non è un periodo affatto semplice per la Montalbo, che domenica ha dovuto incassare la nona sconfitta nelle ultime dieci uscite, per di più contro un avversario diretto per la corsa alla salvezza come il Calagonone. La classifica, ovvio, è preoccupante, con i 17 punti, di cui soltanto uno arrivato nel girone di ritorno grazie al pari strappato in casa con il Lauras, che valgono per il terzultimo posto, ma il problema più grande al momento è che l'organico nel corso della stagione si è ridotto ai minimi termini, con la condizione fisica generale che chiaramente non può essere al top. Mister Juri Matzuzzi, come spesso successo in questi anni, ci mette la faccia e si prende le sue responsabilità: l'impresa sembra quasi impossibile, ma il giovane tecnico suona la carica e sprona i suoi a fare l'ennesimo, epico sforzo per onorare la storia e il blasone di una compagine che nel recente passato orbitava costantemente nei piani alti del campionato di Promozione, prima di una serie di tragiche fatalità che ne hanno provocato il declino.
«Dare dei giudizi da fuori, senza conoscere come stanno realmente le cose, è piuttosto semplice, proprio per questo ci tengo a precisare alcune questioni — dichiara Matzuzzi —: la nostra situazione è complicata, veniamo da un periodo estremamente negativo, principalmente causato dal fatto che ormai sono rimasti pochissimi dirigenti a reggere il club. Stiamo provando a fare di tutto per salvare il nome della Montalbo, una società blasonata che ha una grande storia alle spalle, ma proseguire in queste condizioni diventa davvero difficile. A dicembre sono andati via diversi giocatori importanti, come Roberto Cacace, Antonello Cadoni, Alessandro Mereu e Giovanni Sedda; quattro titolari che ricoprivano un ruolo fondamentale, sia in campo che fuori. Ora ci stiamo affidando gioco forza ai ragazzi del posto che ci mettono tanto impegno ma non hanno l'esperienza sufficiente per affrontare da soli un momento così critico. Molti di loro frequentano l'università e possono allenarsi soltanto il venerdì, da tre allenamenti settimanali spesso siamo costretti ad accontentarci di una seduta soltanto, e non ci agevola di certo».
Le cose però non sono ancora compromesse definitivamente. «Dall'altra parte posso contare sul contributo di mio cugino Eros (Matzuzzi ndr), che mi sta dando una grossissima mano, e su quello del capitano Roberto Manca, che si sta facendo letteralmente in quattro. La Montalbo non è solo una squadra di calcio, ma un gruppo di amici, proprio per questo ci teniamo così tanto a salvare il progetto».
I momenti di sconforto, anche acuto, non sono mancati. «Mi sono dimesso dopo la partita con il Lauras, però la società e i giocatori mi hanno convinto a rimanere. Io l'ho fatto principalmente per dare una scossa ai ragazzi, uno stimolo in più, ed invece eccomi ancora qui: ho deciso di fare da collante tra le varie componenti, oltre che ricoprire il ruolo di allenatore, sino alla fine, assieme a quelli che credono, come me, in questa realtà. Per il resto, vada come vada: salvarsi a questo punto sarebbe come vincere un campionato». L'epilogo comunque è già scritto. «Penso proprio che alla fine della stagione andrò via: ci sono già cinque anni, è giusto che i ragazzi si confrontino con una persona diversa». Per il tecnico si tratta di una questione di principio. «L'amore per questo club parte dall'amicizia che mi legava a Fabiana: mi sento in dovere di portare avanti il suo discorso. Mi è già capitato di affrontare sfide impossibili, anche a Lauras, o a Brunella. Mi rendo comunque conto di quando sono arrivato al limite, ma per il momento posso assicurare che lotterò sino all'ultimo».
Matzuzzi è dunque concentrato sul suo lavoro. «Noi possiamo fare solo una cosa: ricompattare il gruppo, con i pochi rimasti, e cercare di sfruttare ogni giorno utile per prepararci al meglio. Ci aspettano cinque scontri diretti in casa, abbiamo qualche freccia al nostro arco, in più Eros può essere il valore aggiunto, quello che può spostare gli equilibri».
Il 6 a 3 rimediato domenica, però, non ci voleva proprio. «Purtroppo è arrivato l'ennesimo ko, ma le assenze si sono fatte sentire: mancavano Venale, Sedda e Massaiu per squalifica, sono stato dunque costretto ad adattare diversi giocatori in ruoli differenti da quelli che ricoprono di solito; non eravamo nelle condizioni più adatte per giocare una partita di questa importanza».
Quello che salta all'occhio è che la difesa subisce troppi gol. «Stiamo cercando di risolvere il problema, principalmente schierando nel pacchetto arretrato i giocatori con maggiore esperienza. Certo, sarebbe importantissimo concedere meno agli avversari, ci potrebbe dare la svolta, in un certo senso».
Il pubblico spesso diventa il dodicesimo uomo in campo, soprattutto nei momenti di maggiore emergenza. «I nostri sostenitori capiscono che siamo in grandissima difficoltà, non sono tantissimi, ma chi ci segue sa bene che stiamo provando a fare davvero il massimo. Proprio per questo, lancio un appello al paese: la Montalbo ha bisogno di dirigenti, se c'è qualcuno che vuole avvicinarsi è ben accetto».