Il capitano: «Resto? Al presidente devo tanto»
Muravera, Chessa si gode la salvezza: «Sofferta e meritata, società sempre coerente, mister Piras si è imposto rispettandoci, due rinforzi di valore per un campionato tranquillo»
Si è conclusa con una grande cena all'Hotel Corallo la stagione del Muravera che, all'esordio in serie D, ha ottenuto una grandissima salvezza. Squadra, staff tecnico e società con in testa il presidente Giampaolo Aresu sono stati prima ricevuti dal sindaco Marco Falchi nella sala consiliare del municipio sarrabese per i saluti e le congratulazioni del primo cittadino che ha espresso belle parole ai tesserati gialloblù e consegnato una targa-ricordo per l'impresa raggiunta. Poi il rompete le righe e l'arrivederci alla prossima stagione, il capitano Giacomo Chessa ha così potuto fare un resoconto della stagione che lo ha visto dividersi tra lavoro e campo costretto anche a saltare diverse gare specie nella prima parte della stagione e anche nell'ultima decisiva trasferta di Ostia. «Sapevo che i miei compagni non avrebbero fallito l'obiettivo - dice il difensore classe 1983 alla quinta stagione in maglia gialloblù - agevolati dal fatto che incontravamo una squadra che, seppur ottima, non aveva obiettivi particolari da raggiungere. Ci siamo presi il punto che occorreva per festeggiare un grande traguardo».
Come definire la salvezza del Muravera in serie D?
«Innanzitutto storica perché era la prima volta del club in un campionato nazionale, dopo l'altrettanto storica vittoria del campionato di Eccellenza dell'anno scorso. Poi, per me particolare perché vissuta in modo diverso dagli altri, essendo mancato in diverse occasioni per ragioni di lavoro. Oltre che storica direi anche meritata e molto sofferta, per svariati motivi, perché abbiamo giocato diverse gare con gli uomini contati, perché sono state gare combattute sino all'ultima giornata ma, alla fine, gratificante perché ogni risultato raggiunto l'abbiamo conquistato senza mai rubare una gara. In ogni campionato trovi sempre una partita in cui esci dal campo con qualche punto in più di quello che avresti meritato, quest'anno non è mai successo. Anzi, diversi punti li abbiamo lasciati per strada»
Che differenza c'è tra vincere in Eccellenza e confermarsi in serie D o che affinità visto che eravate non favoriti nei due casi
«La vittoria dell'anno scorso è stata un po' più bella e inaspettata per come era arrivata, la rosa non era stata costruita per vincere, poco per volta abbiamo preso fiducia e fatto una lunga serie di risultati positivi che ci ha permesso di battere altre concorrenti forti e meglio attrezzate. Per quest'anno non sono d'accordo che fossimo sfavoriti perché siamo partiti con quell'obiettivo e con San Cesareo, Castiadas, Cynthia, Budoni e Lanusei eravamo sullo stesso livello, giocatori come Sogus, Vignati, Arrus, Nurchi, Dessena potrebbero stare in squadre di medio-alto livello in serie D. Si è fatto più difficile perché nel girone d'andata e parte del ritorno facevamo le trasferte la domenica, una scelta che sapevamo dall'inizio e che io per primo avevo sposato, devo però dire che se fossimo sempre partiti al sabato qualche punticino in più lo avremmo potuto avere perché vai a giocare con meno stanchezza. Poi è chiaro che essendoci equilibri così sottili aver lasciato ad altre squadre l'incombenza di giocarsi la salvezza in uno spareggio è una gran risultato»
Sfavoriti più che altro guardando la classifica prima di Pasqua, quando eravate ad un punto dalla retrocessione diretta e altre avversarie sembravano lanciate verso la salvezza diretta
«Dall'esterno probabilmente si poteva pensare questo ma io non ho mai avuto dubbi sulla salvezza per come era strutturato il nostro calendario: all'inizio abbordabile, e all'andata ci sono mancati quei 4-5 punti che avrebbero reso il cammino più agevole, nella parte centrale era un mezzo inferno visto che avevamo tutte gare con squadre di alta classifica, dopo Pasqua, escluso Viterbese e Albalonga, che mi ha impressionato sia all'andata che al ritorno, le avversarie erano tutte alla nostra portata, lì abbiamo fatto i punti perché il calendario era strutturato così, con Astrea, Cynthia, Budoni, prima ancora Lanusei, sapevamo di giocarci la salvezza negli scontri diretti, poi hanno avuto il loro peso la vittoria contro l'Arzachena e il pareggio con l'Albalonga»
C'è un segreto per quest'impresa?
«Il fatto che a Muravera che si vinca o si perda c'è sempre una linea comune e molta coerenza in tutto quello che è stato fatto in questi anni. Per me è stata la quinta stagione in gialloblù e, tolti i sei mesi con Antonello Carta al vertice societario, con Giampaolo Aresu alla presidenza che si perda 5 gare di seguito o ne vinci 10 di fila, il rimborso spese arriva sempre regolare. Non si sono mai creati momenti di tensione con la squadra, non c'è mai stato un litigio in allenamento, non è mai capitato di fare riunioni pre-allenamento tra giocatori e tecnico per questioni di mancati pagamenti, quel suo modo di gestire la società di ogni anno ha rispecchiato l'andamento anche in questa stagione dove forse, l'unico momento di nervosismo vissuto dalla squadra è stato durante l'avvicendamento del mister quando avevamo perso 3 gare di fila»
Quale o quali sono stati i momenti cruciali della stagione dove vi siete magari sentiti anche ad un bivio?
«Un vero e proprio bivio non ricordo che l'abbiamo mai imboccato, l'andamento in campionato è stato altalenante tutto l'anno, condizionato come detto dal calendario. Ritorno alle parole dette poc'anzi, a novembre, quando è arrivato il mister Piras al posto di Senigagliesi c'erano mille voci che da lì a poco ci sarebbero stati acquisti e cessioni, con giocatori in discussione per il mercato di dicembre. L'allenatore ha affrontato la questione in modo molto diretto, ha subito spento ogni possibile crepa e fatto sì che chi si stava sentendo in discussione in quel momento, non dico che remasse contro ma avrebbe potuto reagire in modo negativo perché senza più fiducia. Invece mister Piras ha messo tutte le cose in chiaro, facendo delle scelte in campo e dando ruoli precisi e dicendo che chi rimaneva lo avrebbe dovuto fare alle sue condizioni, il tutto in modo molto tranquillo ma fermo. Restituita la solidità al gruppo i risultati del finale del girone d'andata si sono visti»
Era inevitabile il cambio dell'allenatore?
«Io ne ho parlato col mister Senigagliesi, secondo me quest'anno lui si stava anche ponendo meglio nei confronti della squadra rispetto alla stagione precedente. Io non giudico dal punto di vista tecnico i due allenatori perché sul lato caratteriale e della personalità e anche nel modo di giocare sono all'opposto, dico che quando non vanno bene le cose il primo che paga è sempre l'allenatore e che in quel momento credo servisse proprio la scossa e cambiare guida. Marco Piras col suo modo di essere allenatore ha fatto bene, in altre situazioni magari serve fare il contrario»
In cosa è stato bravo il nuovo tecnico?
«Nell'inserirsi bene in un gruppo già formato, dal punto di vista umano si è imposto rispettandoci, e questo non è mai facile in una situazione dove non vai bene e, come detto prima, ci sono nervosismi per le voci di giocatori pronti ad andar via. Sul piano del gioco ci ha reso all'inizio più pratici, proprio per riuscire ad ottenere punti e risalire in classifica, quando si è più tranquilli poi si rende al meglio, verso la fine della stagione giocavano meglio, una gara emblematica è stata quella con l'Arzachena in piena lotta playoff, una grande partita e una vittoria meritatissima»
Un'altra mossa decisiva in questa stagione e il ritorno in campo di Concas
«Luca si è messo a disposizione del mister e della squadra, ci ha dato una grande mano perché in quel periodo sono mancati per infortunio Muratore e Maccioni e avevamo solo Sogus in mezzo al campo come senior, si era creata una pericolosa falla a centrocampo coperta con la decisione di Luca di rimettersi le scarpette»
In cosa dovrebbe migliorare il Muravera per la prossima stagione
«Ci vorrebbero due "grandi" in più di valore, perché siamo stati davvero fortunati che Nicola Sogus, il giocatore più forte che abbiamo, abbia disputato 33 gare su 34, che Fabio Vignati ne abbia saltato poche, perché se per caso loro si fossero infortunati non so se ci saremmo salvati direttamente. Avendo altri due senior di valore e qualche giovane un po' più pronto per la categoria si potrebbe fare il campionato che ha fatto la Nuorese, ma devi riuscire a confermare i pilastri di quest'anno, perché è inutile che si dica che nelle squadre si è tutti uguali, noi eravamo sì tutti uniti ma giocatori come Arrus, Vignati, Sogus, Nurchi e Dessena hanno fatto la differenza, hanno dato un qualcosa in più»
Bisogna pescare ancora in Sardegna come è nella tradizione del Muravera oppure oltre Tirreno?
«Anche se si volesse stravolgere la rosa, ma non credo, per raggiunere l'obiettivo salvezza penso si possa trovare tranquillamente in Sardegna, in altre squadre di serie D ma anche in Eccellenza, quei giocatori che possano fare al caso del Muravera. Non sta a me fare nomi ma non c'è bisogno di pescare da fuori. Se poi hai un budget e ambizioni come aveva la Viterbese allora è normale rivolgerti al mercato oltre l'Isola»
Come sei riuscito a conciliare lavoro e calcio in una categoria come la serie D?
«Non lo so, se mi avessero obbligato a fare l'allenamento ogni volta che facevo i turni al lavoro sarebbe stato peggio. Io avevo messo in chiaro, sia con la società che con i due mister, i problemi che potevo avere per questa stagione, alla fine mi sono trovato bene anche se più stanco di altri campionati, potermi gestire gli orani nei giorni in cui mi riposavo dal lavoro credo mi abbia avvantaggiato, alla fine ho saltato 7-8 gare, e non sono poche, queste assenze mi hanno permesso di giocare le altre gare essendo più fresco»
Chessa farà il sesto campionato al Muravera?
«Dipende da alcune cose ma credo proprio di sì. Sono legato alla società, per giocare in Eccellenza resto in serie D col Muravera, perché andare a Calangianus, Valledoria, Tergu o La Maddalena è meno stressante che viaggiare da Roma. Se poi il presidente Aresu, a cui devo tantissimo, mi farà capire che vuole fare scelte diverse allora andrò via. A settembre, quando ho saltato diverse e anche a dicembre ho detto tranquillamente alla società che sarei potuto andare via, lui ha insistito affinché rimanessi. In ogni caso, fuori da Muravera potrei giocare solo in Promozione»
Chiudiamo con un doppio pronostico sui playout: come finiranno Lanusei-Castiadas e Budoni-Cynthia?
«Per il valore dei giocatori e perché è una squadra sarda, credo e spero si salvi il Budoni, l'ho visto bene contro di noi e ha fatto una gran partita anche con l'Olbia fino a che erano 11 contro 11, ho trovata un'altra squadra rispetto a quella dell'andata. Tra Lansuei e Castiadas è più complicato il pronostico, vedo il Castiadas superiore come rosa per il mercato che ha fatto a dicembre, ma il Lanusei gioca in casa e ha due risultati a disposizione. Avrei preferito ci fosse un'altra squadra laziale in mezzo a questi playout anziché vedere un derby»