«Il nostro obbiettivo è ricostruire la squadra»
Salvatore Fadda, il condottiero del Mandas: «Onore al Loceri, squadra fortissima»
Salvatore Fadda è decisamente entusiasta per il cammino percorso dal suo Mandas in queste prima dodici giornate: nonostante la sconfitta rimediata nell'ultimo turno contro il Loceri, infatti, il tecnico riesce a vedere il bicchiero mezzo pieno: i suoi ragazzi stanno intraprendendo, con tanta voglia di fare bene, un processo di crescita e maturazione importante, che darà i suoi frutti nel futuro prossimo; i risultati però stanno arrivando già da quest'anno: il ko di domenica scorsa ha interrotto una serie ottima di sette risultati positivi, un traguardo non da poco per un gruppo che sta vivendo il suo anno 0.
L'obbiettivo della società è, in primis, quello di ricostruire lo spirito della squadra, dopo la pesante retrocessione incassata nello scorso campionato: è normale quindi, che il traguardo più immediato da raggiungere sia quello della salvezza; la sfida di domenica con il Guasila ha un significato particolare, ma non solo per la classifica.
Mister Fadda, siete reduci dal ko incassato nel match contro il Loceri: è riuscito a capire, in questi giorni, cosa non ha funzionato?
«Bisogna dare onore agli avversari, perchè a volte ci si dimentica che in campo ci sono anche loro: sono una squadra più esperta di noi, più completa e, diciamo la verità, più forte: sono molto compatti in difesa e a centrocampo, in attacco hanno poi questi 'tre furetti' che sono imprendibili se hanno spazio a disposizione.
Il risultato è giusto perchè hanno confermato che in casa sono una squadra non dico imbattibile ma quasi, considerando che di fronte al loro pubblico hanno raccolto sei vittorie su sei.
Da questo punto di vista devo essere contento per la prestazione dei miei: siamo riusciti a tenere bene il campo nonostante avessimo diverse assenze, ma questa non deve essere una scusante, visto che ho a disposizione una rosa ampia.
Diamo merito al Loceri, quindi, perchè sino a questo momento è stata la squadra che mi ha impressionato di più, al di la del risultato: sono la vera sorpresa del campionato, anche se penso che verrà presto fuori tutto il valore dell'Escalaplano e del Sadali.
Un'altra bella formazione è senz'altro il Siddi, composto da elementi esperti che conoscono molto bene la categoria: è normale che con queste premesse stiano facendo così bene.
Sarà sicuramente una bella lotta, un campionato equilibrato con tante squadre che lotteranno per la vittoria finale.
A noi per il momento fa piacere trovarci nella parte sinistra della classifica ed essere, per così dire, la mina vagante del torneo».
Vi è dispiaciuto aver interrotto la serie di risultati positivi che durava ormai da sette turni oppure è un dato che non vi interessa più di tanto?
«Dobbiamo partire da una premessa importante: noi siamo reduci da una retrocessione e bisogna dar merito al Presidente per aver salvato un club blasonato come il Mandas, che è sempre stato nell'elite del calcio sardo.
Quest'anno, a differenza degli anni scorsi, stiamo cercando di valorizzare i ragazzi locali: su una rosa di 24 calciatori abbiamo soltanto sette ragazzi che vengono da fuori, in cambio soltanto di un piccolo contributo per la benzina.
Non so se avete seguito la bella storia di Fabio Nicosia, che viaggia da Capoterra e gioca con noi esclusivamente per il grande attaccamento che ha nei confronti di questa maglia, come ha voluto sottolineare lui stesso.
Di storie come la sua ce ne sono tante al Mandas, e penso che siano gli aspetti più belli del nostro gruppo, quest'anno.
Per tornare alla tua domanda, sono molto contento per la serie di risultati che abbiamo ottenuto, soprattutto perchè abbiamo affrontato parecchie squadre che ora occupano le primissime posizioni in classifica; stiamo andando oltre le più rosee aspettative: abbiamo battuto il Sadali, abbiamo pareggiato con il Siddi e tenuto testa ad altre compagini fortissime; questi risultati aiutano a tenere alto il morale.
Domenica qualcuno del gruppo, mentre guardava i risultati, mi faceva notare che siamo a sole 8 lunghezze dalla vetta; il mio discorso è differente: al momento noi siamo a dieci punti dall'ultima in classifica, è questo quello che conta; è un discorso peraltro condiviso anche dal Pesidente.
Certo, se dovesse arrivare qualcosa in più sarebbe fantastico, ma il nostro obbiettivo non può che essere quello della salvezza.
La sfida più difficile che dobbiamo vincere quest'anno è quella di costruire una squadra e ripartire: le difficoltà in questo senso non mancano, visto che a differenza degli ultimi anni c'è meno disponibilità economica da parte dei presidenti.
Sono convinto che il calcio debba tornare ad essere un divertimento: quando ero ragazzo io si giocava per la gioia di farlo, e non per il soldo facile».
In ottica salvezza dunque, risulta particolarmente importante la sfida contro il Guasila in programma per il prossimo turno: come arrivate a questo impegno?
«Non ricordo di aver mai affrontato il Guasila, almeno per quanto riguarda la prima squadra; considerando la vicinanza si tratta in un certo senso di un derby, che in più ha diversi motivi di interesse, primo fra tutti la presenza in campo di molti ex eccellenti, fra i quali ricordo i fratelli Casti e Porcedda: per loro affrontare il Mandas avrà un sapore particolare.
L'handicap più grosso che possiamo avere noi è rappresentato dal fatto che da domenica noi non giocheremo più a Mandas, visto che da pochi giorni sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell'impianto sportivo; saremo costretti da qui alla fine del campionato a giocare nella struttura di Gesico.
Il campo sportivo di Mandas sino a questo momento è stata la nostra arma in più: per un ragazzo del posto, per di più giovane, giocare nel proprio paese è molto importante.
Mi auguro di non subire particolari contraccolpi psicologici, giocheremo praticamente sempre su campo neutro (ride).
Arriviamo a quest'incontro un po' con le ossa rotte: ci sarà qualche assente, ma spero di recuperare capitan Deidda, che domenica era assente per problemi familiari, e Carlo Saba, che ha scontato il turno di squalifica; comunque non mi piace soffermarmi troppo sugli assenti: si gioca sempre in 11 e chi va in campo deve dimostrare di meritarselo, per quanto mi riguarda gli assenti hanno sempre torto (ride); è una teoria un po' particolare ma me la porto dietro per caricare tutti i ragazzi e responsabilizzare tutti gli elementi della rosa.
Domenica ad esempio, Francesco Perra è stato il migliore della mia squadra, nonostante fosse alla prima partita da titolare: è questo lo spirito che voglio dai miei ragazzi, devono capire che siamo tutti utili ma che nessuno è indispensabile».
Quale potrebbe essere l'arma in più del Mandas nella sfida con il Guasila?
«Per quanto mi riguarda mi sta piacendo l'entusiasmo dei ragazzi: stanno contagiando positivamente tutto l'ambiente e stanno contribuendo a far andare avanti il progetto al meglio; c'è sempre la paura, quando si affrontano sfide come la nostra, che qualcosa non vada per il verso giusto, ma fortunatamente al momento siamo assolutamente soddisfatti.
Tutti credono nel discorso fatto dalla società, c'è grande partecipazione e massimo impegno agli allenamenti, tutti si sentono parte del gruppo e sono affiatatissimi tra di loro: ovviamente, a nessuno fa mai piacere stare in panchina ma noto con piacere che remano tutti dalla stessa parte; dopo 22 anni di carriera come calciatore riesco a notare quando l'ambiente è sano, da questo punto di vista.
Una delle cose che è mancato al gruppo che allenavo l'anno scorso è stata proprio la compattezza e la coesione all'interno dello spogliatoio: questo aspetto poi fa la differenza anche in campo; una conferma in questo senso arriva dal 3 a 2 in rimonta contro il Furtei.
I complimenti più grandi, per la classifica e per i risultati, vanno esclusivamente ai ragazzi, stanno facendo davvero grandissime cose».