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Taloro, l'ennesimo miracolo è targato Fadda: «Stagione eccezionale ora si programmino i playoff»
Sul futuro: «Se non resto tiferò sempre Gavoi»

Taloro, l'ennesimo miracolo è targato Fadda: «Stagione eccezionale ora si programmino i playoff»

C’è un miracolo sportivo che ogni anno si rinnova nel campionato di Eccellenza. Dalla stagione 2000/01 e per undici anni consecutivi a Gavoi è sempre festa. Perché conservare la categoria nel massimo torneo regionale è sempre un’impresa per il Taloro, orgoglio di un paese di poco meno di 3000 anime che sta nel cuore della Barbagia. Pochi segreti e ricetta semplice, basta allenare i rossoblù per constatarlo. «Il miracolo del Taloro – spiega il tecnico Vincenzo Fadda – sta nella passione dei dirigenti, dei tifosi e nell’attaccamento alla maglia dei giocatori che provengono, quasi tutti, dai paesi vicini a Gavoi». Una famiglia più che una squadra di calcio. «È vero – continua l’allenatore dei gavoesi – dove se hai un problema e salti l’allenamento nessuno ti fa pesare niente; dove se perdi la domenica, il martedì riprendi gli allenamenti col sorriso. Questo è stato il segreto del Taloro di questi anni». Non è tutto rose e fiori, Vincenzo Fadda infatti ammette: «Certo è che sta diventando sempre più difficile conservare la categoria perché le squadre avversarie sono sempre più blasonate e attrezzate»

 

Mister Fadda, se quando il Taloro ottiene la salvezza si parla di grande stagione figuriamoci ora che ha messo in bacheca anche la sua prima Coppa Italia d’Eccellenza

«È stata una stagione eccezionale, siamo partiti male in campionato, poi sono arrivato a ottobre (al posto di Staffa, ndr) e da lì abbiamo iniziato una risalita meravigliosa, conclusasi con la vittoria in Coppa Italia, con l’esperienza del doppio confronto col Marino, salvandoci a tre domeniche dalla fine e valorizzando i tanti ragazzi del settore giovanile. Meglio di così non poteva di certo andare»

Peccato per la Supercoppa regionale persa ai supplementari contro il Pula

«Sì, c’è l’amarezza di aver perso quest'altro trofeo però il Pula non ha rubato niente, faccio loro gli auguri e li aspetto l’anno prossimo in questa categoria. Ma con una rosa ristretta e dopo 34 partite di campionato, alle quali vanno aggiunti gli impegni di Coppa Italia, non ne avevamo davvero più, oltre al fatto che nelle ultime tre settimane gli allenamenti si sono ridotti al minimo»

Restare nella serie A del calcio sardo per il Taloro è sempre un impegno gravoso

«È difficilissimo, ripeto, la forza di questa squadra sta nell’attaccamento spasmodico alla maglia dei giocatori che, quando entrano in campo, ci mettono sempre l’anima. Poi c’è anche qualità in atleti come Mele, Cadau, Poli e Baratelli che militano 10 anni in Eccellenza»

I giovani giocano sempre un ruolo importante a maggior ragione l’anno prossimo quando l’età dei fuoriquota si abbassa ulteriormente e dovranno essere schierati obbligatoriamente un giocatore nato nel ’93 e uno nel ‘94

«Ma il Taloro fortunatamente ha lavorato da tempo col settore giovanile e quest’anno ha raccolto i frutti utilizzando Pietro Ladu del ‘95, Andrea Mazzette del ’94, Federico Sedda del ’93, poi ne abbiamo tanti altri in rampa di lancio. Il problema dei fuoriquota non sarà certo del Taloro, il problema vero sarà competere con squadre come Olbia, Nuorese, Pula etc, realtà economicamente diverse. Speriamo allora che il fattore famiglia e amicizia riesca a prevalere su quello economico»

In 11 campionati il Taloro ha sempre chiuso il campionato tra l’ottavo e il tredicesimo posto, solo in due circostanza è finito quinto (2001/02 e 2005/06) quando ancora quella posizione non metteva in palio i playoff

«Ecco, per stimolare tutto l’ambiente magari la società dovrebbe anche cambiare obiettivo cercando di provare a puntare ai playoff, se  poi se non lo centri pazienza»

E lo si potrà fare con Vincenzo Fadda ancora in panchina?

«Non si sa ancora, ora stacchiamo la spina, ci riposiamo e poi ci rincontreremo tra un mese, se i programmi combaciano continueremo insieme sennò va bene così e tiferò sempre il Taloro»

Fabio Salis

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
Intervista