L'ex tecnico: «Dispiace lasciare dei ragazzi fantastici, faranno benissimo»
Tergu, Boncore spiega l'addio: «Mancanza di rispetto dei ruoli, così non ci vedo più una crescita professionale»
Si può lasciare una panchina quando si è al terzo posto dopo neanche un quarto di campionato giocato? Sì, se ti chiami Davide Boncore e hai intrapreso la carriera di allenatore con gli insegnamenti di un tecnico come Vincenzo Cosco, scomparso a 51 anni per un male incurabile. «Quand'ero alla Torres nello staff tecnico di Cosco - ricorda il 40enne palermitano - un giorno gli chiesi: "Mister, uno come lei che ha vinto in serie D e che ha fatto bene in Lega Pro per quale motivo non ha ancora allenato in serie B?". Lui mi rispose: "Daviduzzo, non sono un tecnico di serie B perché non mi sono mai sottomesso a nessuno. Non lo fare mai neanche tu". Cosco era un grande tecnico e una grandissima persona».
Da venerdì scorso Davide Boncore non allena più il Tergu Plubium in Eccellenza, squadra nella quale aveva terminato la carriera di giocatore allenandola in Seconda e Prima categoria. Chiusa la parentesi fatta alla Torres di Capitani, due estati fa accettò la proposta del presidente Gianfranco Satta per affrontare il campionato di Eccellenza dopo aver rilevato il titolo del Ploaghe. Quarto posto in classifica e playoff mancati con l'Atletico Uri per eccesso di distacco, che era stato ricucito con una grande rincorsa nel girone di ritorno e poi riperso alla penultima giornata per un rocambolesco pareggio a Calangianus dopo esser stato in vantaggio di tre gol. In questa stagione l'obiettivo era continuare a stare tra le migliori cinque del campionato per disputare i playoff. Ma perché dimettersi quando si è in linea coi programmi societari e la squadra gira a mille sfornando sempre buone prestazioni? «Non per motivi organizzativi - precisa Boncore - come è stato dichiarato dalla società ma per una mancanza di rispetto dei ruoli. Al Tergu manca una figura fondamentale, quella che fa da filtro tra squadra e società, chi doveva svolgere quel compito si stava occupando di altre cose. In questo contesto non ci vedo per me una crescita professionale e allora ho deciso di farmi da parte. Ma ci tengo a ringraziare la società del Tergu e il presidente Satta che mi ha dato l'opportunità di allenare in Eccellenza e ringrazio il preparatore dei portieri Bobo Gaspa che ha condiviso il lavoro fatto col gruppo e vissuto con me lo spogliatoio». Per Boncore non è stato facile prendere la decisione di lasciare un giocattolo che in estate ha ricostruito tassello dopo tassello, con la coppia di centrali di difesa calabresi Minutolo e Caterisano (già insieme nell'Isola Capo Rizzuto), con il regista Bodano (ex La Palma), con gli esterni d'attacco Cherchi e l'argentino Spinola, con i colored Seck (interno) e Nango Ba (punta centrale) ma, soprattutto, con la crescita dei giovani: Selva è l'unico portiere del '98 titolare in Eccellenza, Borrielli e Vittorio Spanu due esterni di difesa del '97 di corsa e tecnica, il '96 Muscau sempre più a suo agio a centrocampo. «Il rammarico nel lasciare dei ragazzi fantastici c'è - ammette l'ex tecnico arrivato in Sardegna sei anni fa da giocatore quando Lorenzoni lo chiamò alla Torres - si stava facendo un bel lavoro e subito c'è stato un impatto positivo coi risultati e con le prestazioni. Non ho potuto lavorare per singoli reparti ma sul blocco squadra, negli undici da mandare in campo più le alternative. Si facevano esercitazioni con i 6 contro 4 o gli 8 contro 4 ma anche con gli undici contro zero contrapposti al modulo dell'avversario che si andava ad incontrare la domenica. Sono cresciuto come allenatore e sono cresciuti i ragazzi che hanno sempre risposto alla grande in campo e negli allenamenti. Si è formato un gruppo compatto che sicuramente si toglierà grandi soddisfazioni in questo campionato altamente qualitativo».