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Tertenia
«Lo scontro diretto contro l'Ilbono è stato decisivo, meritano la promozione quanto noi»

Tertenia di nuovo in Prima Categoria dopo dodici anni, Melis: «Dedichiamo questo successo al paese intero, una gioia incredibile dopo un'annata strepitosa»

La vittoria per 1 a 0 rifilata a domicilio al San Vito è stata sicuramente una delle più importanti tra le diciotto conquistate nell'arco della stagione dal Tertenia, perché ha regalato ai bianco-rossi la certezza matematica della promozione in Prima Categoria, ottenuta passando dalla porta principale: un clamoroso ritorno, dopo ben 12 anni di attesa; un successo assolutamente meritato, per quanto fatto vedere in campo dalla corazzata guidata da mister Massimo Melis. Sono tanti gli elementi che compongono il quadro perfetto di un'annata da incorniciare, a partire dalla miglior difesa del torneo, sino al pesantissimo zero spaccato alla voce partite perse. Spetta proprio al tecnico raccontare nel dettaglio i segreti di una cavalcata inarrestabile che rimarrà negli annali del club ogliastrino.

«Quella di domenica era una partita molto delicata, il San Vito ha in rosa ottimi giocatori, tanti di loro hanno militato anche in categorie superiori. All'inizio eravamo un po' contratti, probabilmente abbiamo pagato un po' la tensione, che si è fatta sentire soprattutto tra i ragazzi più giovani; una cosa normale, considerato che la maggior parte non aveva mai vinto un campionato».
I bianco-rossi hanno potuto contare sul grande contributo del proprio pubblico. «E' arrivata davvero tantissima gente da Tertenia a fare il tifo per noi, le ragazze, che ci hanno seguito per tutta la stagione, sono state fantastiche nell'allestire una coreografia magnifica. Si è creato l'ambiente giusto per festeggiare, ma dall'altra c'era un pizzico di preoccupazione di non farcela».
Il match si è messo subito in discesa. «Siamo stati bravi e fortunati a sbloccare il punteggio nei primi minuti; a dirla tutta, dopo il vantaggio non è venuta fuori una partita particolarmente bella dal punto di vista tecnico, perché la posta in palio era altissima, ma è andato tutto nel verso giusto».
Dopo il triplice fischio, è arrivato ovviamente il momento per la grandissima festa. «Una gioia incredibile, condivisa con i nostri tifosi. Siamo arrivati in paese in corteo, per concludere in centro assieme a tutti i nostri concittadini».


Avere la meglio su un avversario ostico come l'Ilbono non è stato sicuramente semplice. «C'è stato un bello scambio di messaggi con il loro mister, Franco Mameli, con cui ci conosciamo da tanto; gli ho fatto i complimenti per la stagione, si sono dimostrati una compagine davvero molto tosta, che rispecchia perfettamente il carattere dell'allenatore, non hanno mai mollato. Nel girone di ritorno abbiamo sempre vinto, pareggiando soltanto una volta, ma nonostante questo il distacco è risicato, un aspetto che la dice lunga sul loro valore. Vantano i due capo-cannonieri del girone, sono una corazzata fortissima e spero davvero che possano fare bene nella lotteria degli spareggi play-off; sarebbe bellissimo giocare nuovamente il derby contro di loro, ma in Prima; penso che per quanto fatto vedere, è un traguardo che meritiamo entrambi, proprio per la continuità che abbiamo mantenuto».

Tra le punte di diamante a disposizione di mister Melis, c'è sicuramente il trio delle meraviglie formato da Demurtas, Piroddi e Salerno. «Naturalmente sono i nomi che spiccano in misura maggiore: Daniele è un attaccante di categoria che ha giocato ad altissimi livelli, non lo scopriamo di certo noi. Alessandro è un giocatore di Tertenia che ha girato tante squadre prima di tornare a fare il profeta nel suo paese con un grandissimo campionato; stesso discorso per Piroddi, ma non vorrei dimenticare nessuno, la lista è lunghissima: penso a Scattu e Nieddu, i ragazzi di fuori che sono venuti a darci una mano, Mascia e Aresu, il nostro Ringhio, Salvatore Brendas, Lorrai, Muceli, Murgia e Biolchini, il capitano Roberto Piroddi, Giuseppe Deiana e tutto lo zoccolo duro, assieme ai talenti in erba classe '99 e '2000 che avevamo in rosa e che quando sono stati chiamati in causa non hanno mai deluso le aspettative. In campo si vince con tutto il gruppo, i singoli emergono solo grazie al lavoro del collettivo».

Tra le note di rilievo c'è una difesa assolutamente ermetica, la meno battuta del torneo. «Un dato che ci tengo a rimarcare: il punto migliore da cui partire e noi abbiamo potuto contare sul contributo di Federico Scattu, che ha gestito in maniera impeccabile il reparto arretrato, permettendo ai ragazzi più giovani come Simone Melis e Alessandro Deiana di poter crescere con la giusta tranquillità, ma un applauso lo meritano anche Claudio Mascia e Giuseppe Deiana. Assieme sono stati la nostra forza, a cui si è aggiunto il portiere Andrea Murgia. Con queste premesse, il resto della squadra gioca davvero con un altro spirito».
Lo zero spaccato alla voce partite perse è la ciliegina sulla torta in questo senso, la conferma più evidente dell'ottimo lavoro fatto dal tecnico. «E' un motivo ulteriore d'orgoglio; qualcuno mi diceva che sono solo 3 o 4 le squadre in tutta la Sardegna rimaste ancora imbattute. Nel nostro girone è un'impresa decisamente difficile da conquistare: ci sono tanti derby, tante situazioni particolari da affrontare, le insidie sono sempre dietro l'angolo».
Il Tertenia ha mostrato, tra l'altro, grandissima personalità. «Siamo stati in vetta dalla quinta giornata, senza più mollare. I momenti decisivi sono stati gli scontri diretti con l'Ilbono, vinto in casa per 2 a 1, e la trasferta con la Castor, in cui siamo usciti indenni da un campo difficilissimo. Il successo raccolto contro i bianco verdi, a conti fatti, è stato pesantissimo: se ci avessero battuto sarebbero andati a +1, invece noi siamo schizzati a +5, che di fatto è il margine che ci separa attualmente».

La Prima Categoria ora è realtà: il club raccoglie i frutti di un lavoro iniziato da diverso tempo. «Un progetto partito tre anni fa, dopo la retrocessione in Terza Categoria. C'è stato bisogno di una profonda ristrutturazione, in cui si è puntato forte sui ragazzi del paese, cercando di costruire un gruppo storico sul quale innestare i vari giocatori che arrivano da fuori e che possono farti fare il salto di qualità. L'intento della società, che poi è anche il mio, era chiaro: ricreare un ambiente sereno, in cui fosse possibile ridere e divertirsi. I giocatori devono scendere al campo volentieri, con entusiasmo; la passione nelle nuove generazioni sta un po' scemando ultimamente, ma l'atteggiamento con cui vivi questo sport alla fine fa la differenza». Dal punto di vista tattico, invece, nel calcio non si inventa niente: «Si tratta soltanto di mettere gli uomini al posto giusto per permettere loro di rendere al massimo. Quando tutto il gruppo rema dalla stessa parte ed è compatto, il compito dell'allenatore è decisamente più semplice: nessuno giocava per raggiungere obbiettivi personali ma sempre e solo per la squadra; sembrano frasi fatte ma in realtà è successo proprio questo».

Nelle battute finali trovano spazio dediche e ringraziamenti. «Avrei tantissime persone da menzionare, perché le figure che si sono alternate in società in questi anni sono diverse, e tutte importantissime. Io sono contento per il paese in generale, per tutti coloro che hanno lavorato affinché il nostro sogno si avverasse. La mia dedica va a Tertenia e, se posso, alla mia famiglia: mia moglie e mia figlia mi hanno sempre sostenuto, dandomi la forza di affrontare una stagione faticosa, con tanti sacrifici. Chiudo, infine, estendendo i meriti e gli applausi a tutti i miei collaboratori».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2016/2017
Tags:
Seconda Categoria
Girone F