«A 39 anni cerco sempre di dare il massimo, il futuro è da decidere»
Tortolì, l'ultima perla di D'Agostino: «Gol di ottima fattura. Tre trofei e una stagione che resterà negli annali, abbiamo dato uno smacco a tutti»
Dalla tribuna gli dicevano: "Dai nonno, prova a calciare". Probabilmente non ricordando appieno che tipo di giocatore è Antonino D'Agostino, classe 1978, una quarantina di gare in serie A con il Cagliari. E il 39enne torinese, sardo d'adozione, ha sfoderato un destro al volo con palla che si è insaccata sotto l'incrocio dei pali. Così il Tortolì ha portato a casa la Supercoppa regionale vincendo 1-0 sul campo della Dorgalese. «Il gol è stato di ottima fattura - ha raccontato a fine gara il centrocamposta rossoblù - il controllo di palla è stato decisivo poi sul tiro il vento mi ha aiutato molto allungando la traiettoria. È andata bene perché nessuno voleva fare i supplementari. Alla fine credo che il risultato sia quello più giusto, ha prevalso l'esperienza, è stata una gara scialba di fine stagione, c'era caldo ma l'obiettivo era portare a casa la Supercoppa. Abbiamo fatto l'ultima partita di campionato il 9 aprile poi ci siamo allenati saltuariamente senza sapere la data di questa finale». (nella foto D'Agostino esulta dopo il gol e con capitan Nieddu)
D'Agostino aveva vinto una Supercoppa di Lega nel 2003 con il Treviso quando vinse il campionato di serie C coi veneti: «Nei dilettanti è la prima volta che mi capita di vincere tre trofei, mi godo questo momento, è da 4 anni che sono al Tortolì, abbiamo fatto i playoff in Promozione e siamo stati ripescati in Eccellenza, ora ce ne andiamo in serie D con due Coppe regionali in bacheca. La soddisfazione è che a 39 anni cerco sempre di dare il massimo e, fin quando correrò, vorrò partecipare a questi eventi». Quattro stagioni, l'ultima delle quali col salto di qualità enorme. «Quest'anno, rispetto ai tre anni fatti in precedenza a Tortolì, la squadra è migliorata tantissimo, vincere tre trofei non è facile, tutti hanno dato il proprio contributo a partire dai dirigenti e tifosi. L'obiettivo era la serie D ma non pensavamo di vincere anche due trofei». Sul campionato: «Fare il filotto di vittorie e avere una continuità di risultati ci ha portato già a fine girone d'andata a pensare che ce l'avremmo fatta. Ma è stata dura, ogni partita la giocavamo con l'obiettivo di vincere. C'era di mezzo anche la Coppa Italia e ci davano per spacciati, invece abbiamo dato uno smacco a tutti, remando tutti dalla stessa parte e per il medesimo obiettivo. Sapevamo che con 11 "senior" in rosa di sicuro 4 non giocavano e qualcuno finiva anche in tribuna ma questo gruppo ci ha portato alle vittorie». Svanito il record dell'imbattibilità col ko per 7-3 in casa contro il Tonara: «È stata una batosta che rimarrà negli annali ma che ci è servita per la settimana successiva quando abbiamo vinto a Calangianus con una prova di forza. Ma rimarrà negli annali anche il triplete». Il futuro è incerto: «Ho 39 anni devo meditare su cosa vorrò fare, mi godo i trofei vinti e non so onestamente se rimarrò. Vivo alla giornata, quello che mi diranno andrà bene, se ci divideremo di sicuro lo faremo senza rancore».