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Werther Carboni (Sassari, classe 96) cresciuto nelle giovanili del Latte Dolce
Il portiere sassarese: "Non mollerò mai, anche per il rispetto che nutro verso chi mi ha dato tanto durante il cammino"

Werther Carboni, è tanta la voglia di mettersi ancora tra i pali

Il sardo vuole sempre tornare sull'Isola, non è stato da meno Werther Carboni (Sassari, classe 96) cresciuto nelle giovanili del Latte Dolce. "Non ci ho pensato molto a tornare in Sardegna - dichiarò a gennaio 2016 il ragazzo sassarese - voglio la Lega Pro con l'Olbia". Il nome di Werther Carboni è sempre stato nel cuore del tifoso sardo, quello che guarda al dilettantismo con attenzione, con la speranza di vedere sbocciare il proprio idolo nei palcoscenici più ambiti.Tifosi e addetti ai lavori, un occhio attento su quello che è stato definito da sempre una promessa del calcio sardo, lo hanno sempre riposto. Anche perché il sogno Carboni lo aveva accarezzato alcuni anni fa.

Nel Cagliari dove trovò modo di arrivare fino alla prima squadra. Fino alla prima panchina collezionata in serie A. A Udine nel novembre del 2012. Da lì in poi, per due stagioni, tanto,tanto impegno, ritiri, consigli e altre panchine. Tante, da terzo portiere, prima con Agazzi e e Avramov, poi con Colombi e Cragno. "Il merito è stato di Niccolo Facciolo - afferma Carboni - sedersi 15 volte in panchina davanti alle maglie di Juve, Napoli, Torino e Fiorentina è stato emozionante. Le soddisfazioni rossoblù sul campo le ho ottenute con la Primavera. Da capitano, collezionando 40 presenze nella stagione 2014/15". In quell'anno il club rossoblù lo diede poi in prestito al Tuttocuoio in Lega Pro. "Con Mattia Muroni un amico - rimarca Wherter - collezionando 5 partite in coppa Italia". A gennaio richiamato dal Cagliari approda a Olbia dove vince il campionato di serie D per poi l’anno seguente collezionare 13 partite. "Giocare con l'Oblia mi ha permesso di conoscere tanti talenyi sardi; Marco Russu, Andrea Cossu, Francesco Pisano, Marco Piredda, Paolo Dametto e Simone Pinna. Sardi che come me buttavano il cuore oltre l'ostacolo". A gennaio viene mandato a Lumezzane dove trova poco spazio. "Chiaro, il presidente era il nonno del portiere - chiosa con rammarico Carboni - ma ho avuto la possibilità di giocare con Fabio Oggiano adesso in forza al Taranto. Non è stato male".

L’anno dopo incominciano le difficoltà. Non essendo più di proprietà del Cagliari, non essendo under, non trova spazio sino a gennaio. Quando la Nuorese chiama. "Con una grande voglia di rivalsa facciamo 25 punti - ricorda Carboni - ma non riusciamo a evitare i play out". Wherter ora scalda i guantoni. "Vorrei avere l’opportunità di giocare. La voglia è tanta. Farlo in Sardegna sarebbe il massimo. Non mollo e mai mollerò, non fosse altro per il rispetto che nutro verso chi mi ha dato tanto durante il cammino. Penso ai preparatori avuti in questi anni, persone come Nico Facciolo, Gustavo Aragolaza, Michele Mignani, Sabino Oliva o Mondo Mameli. Lo devo a loro e a me stesso. Per non parlare di Vlada Avramov, mi fu molto vicino quando a 16 anni sbarcai in prima squadra al Cagliari. Dove ho anche studiato. Tanti consigli, per due anni.Un fratello più grande, uomo prima che calciatore, foriero di buone parole e critiche salutari. Ora ho voglia di sfruttare ancora quel prezioso regalo."

In questo articolo
Giocatori:
Campionato:
Stagione:
2018/2019
Tags:
wherter carboni