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Arrais dà l'addio al Tortolì: «La società non paga e io devo lavorare»
Il difensore: «Decisione sofferta, spero si salvi»

Arrais dà l'addio al Tortolì: «La società non paga e io devo lavorare»

Il difensore del Tortolì Carlo Arrais sbotta e saluta tutti. A due mesi dal termine del campionato di Eccellenza e con una salvezza ancora da conquistare, la squadra ogliastrina perde un pilastro importante del reparto difensivo. Arrais (fresco trentenne), cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Cagliari, era arrivato a Tortolì la scorsa estate, dopo aver vestito le maglie di Campobasso, Paternò, Arzachena, Budoni, Samassi, San Teodoro e Nuorese.

Carlo, perché hai deciso di abbandonare il Tortolì a stagione in corso?

«Ho detto addio alla squadra visti i notevoli ritardi sui pagamenti dei rimborsi spesa. È stata una decisione difficile, perché lasciare i miei compagni in una fase delicata della stagione mi dispiace parecchio, ma questi ritardi non mi consentono più di trascurare il mio primo lavoro, visto che il calcio è esclusivamente un hobby»

Se la situazione dovesse cambiare nel giro di qualche giorno, saresti pronto a tornare a Tortolì?

«Sinceramente credo che la società non sia in grado di accreditarmi i rimborsi nell’immediato futuro e comunque ho atteso oltre i limiti per poter perseverare ancora. Inoltre, non avrei la giusta concentrazione per poter dare il giusto contributo alla squadra»

La tua è stata un’azione decisa e inconsueta. Pensi di poter avere dei proseliti su tutto il panorama dilettantistico regionale?

«Ogni giorno sento parlare di situazioni simili in tutte le parti dell’Isola e questo non è certo un bel segnale. Purtroppo, quando vengono a mancare certe condizioni, non ti senti più in grado di offrire la tua disponibilità alla collaborazione. Non tutti hanno il coraggio di alzare la voce, ma personalmente a 30 anni non mi va di esser preso in giro continuamente. Io gioco da tantissimi anni a questi livelli e posso vantare anche importanti successi in Serie D (vittoria del campionato con il Campobasso, ndr), per cui ho l’esperienza giusta per poter aprire bocca: è ora di finirla con le prese in giro, non possono venir meno rispetto, serietà e professionalità»

In passato avevi già vissuto vicende di questo tipo?

«Solamente lo scorso anno, durante il quale non avevo percepito una parte dei rimborsi spesa che mi erano dovuti e tuttora quella è una situazione aperta»

Secondo te, a cosa sono dovute le difficoltà nei ritardi dei rimborsi?

«Principalmente all’assenza di persone competenti e qualificate nella gestione di una squadra. Tante figure sono assenti nei quadri delle società o se si trovano, non hanno quelle capacità utili a portare avanti un progetto nel migliore dei modi»

Vista la tua esperienza, qual è il messaggio che senti di inviare ai giovani calciatori che incontrano simili problemi?

«I giovani debbono fare delle scelte ponderate al punto giusto, senza dar peso eccessivo ai soldi. Occorre stare attenti alle persone con cui si ha a che fare, per evitare di essere risucchiati in una situazione in cui si è facilmente ricattabili. Poi è chiaro che le prospettive di un diciottenne sono completamente diverse da quella che è la realtà a 30 anni»

L’estate scorsa eri arrivato con grandi aspettative e con un ruolo da chioccia per i giovani rossoblù. Sei rammaricato per com’è finita?

«Avevo sposato un progetto in cui credevo veramente, un progetto interessante dove avrei dovuto mettere al servizio della squadra la mia esperienza. Si trattava di sobbarcarsi anche tanti sacrifici, visti i 200 Km quotidiani che andavano percorsi per allenarsi, ma sinceramente questo era l’ultimo dei problemi. Piuttosto, venendo a mancare i presupposti fondamentali e dopo una settimana di riflessione (Arrais non ha preso parte alla partita vittoriosa di domenica scorsa con il Sant’Elena, ndr), ho deciso di salutare il gruppo, che comunque ha apprezzato il gesto»

Conserverai un bel ricordo di Tortolì?

«Ci mancherebbe, lascio una bellissima cittadina da cui porto via un’esperienza per certi versi interessante e positiva. Sento di augurare ai miei ex compagni di raggiungere quanto prima l’obiettivo della salvezza e attraverso quest’intervista colgo l’occasione per salutarli calorosamente, così come saluto tutto lo staff tecnico e i tifosi che ogni domenica mi hanno incitato ed elogiato in tutti questi mesi trascorsi in Ogliastra»

Roberto Secci

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
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Intervista