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Luca Caboni, attaccante, Sant'Elena
«Vicino al Lanusei ma stare al Quartu era la priorità»

Caboni e Sant'Elena, avanti insieme: «Mi sento in famiglia. I 14 gol? Meno li cerchi e più segni»

È una via di mezzo tra la conferma e l'acquisto. Il Sant'Elena si tiene stretto Luca Caboni, reduce da una stagione ottima perché salito in corsa nel gruppo guidato da Cristian Dessì e capace di segnare 14 reti in 23 gare e, perciò, inseguito da diverse squadre di Promozione (tra le principali Villasimius, Guspini e Castiadas), in Eccellenza (Lanusei su tutti). Il neotecnico Nicola Agus e il nuovo dirigente della società quartese Luca Floris contavano molto nel trattenere la punta ben conosciuta sin dai tempi di Arbus.

E proprio l'attaccante classe 1987 conferma la firma in biancoverde e ringrazia chi l'ha contattato in queste settimane: «Ho avuto richieste pressanti in Promozione ma non ero molto propenso a scendere di categoria - dice Caboni - mentre col Lanusei la trattativa era seria e mi hanno fatto un'ottima impressione quando ci hi parlato. Sapevano però che la situazione col Sant'Elena era in stand-by, che sarebbe stata la mia priorità e che avrei deciso dopo aver sentito loro. Trovato l'accordo li ho subito avvisati per correttezza perché, a prescindere dalle motivazioni che mi hanno portato a non cambiare società per non viaggiare e non dover cambiare l'organizzazione del lavoro, è giusto mantenere buoni rapporti». 

 

Contento del bis al Sant'Elena: «Con Luca Meloni e il padre Pasquale ho rapporti ottimi, lo stesso Mario Orrù mi vuole bene e al Sant'Elena si sta creando una sorta di famiglia, grazie anche a ragazzi come Riccardo Marongiu». Sul campionato appena trascorso: «I 14 gol sono arrivati senza cercarli, forse è proprio vero il detto che più li crerchi e meno li trovi. Devo dire anche che il gioco di mister Dessì mi favoriva per essere il finalizzatore anche se io mi preoccupavo di far fare gol agli altri o nel mandare in profondità un compagno di reparto come Carlos (Mboup, ndr). Vero è che prima andavo fuori dalla Sardegna quando il calcio per me era un lavoro, adesso è più un divertimento. Alla fine la tranquillità, il bel rapporto col gruppo e la dirigenza, e non avere particolari pressioni hanno inciso per i 14 gol che, per chi guarda in profondità i dati, vanno rapportati alle gare disputate». Perciò per il prossimo campionato non c'è un particolare traguardo da raggiungere: «Meglio non mettersi obiettivi personali, anche perché non ho premi a gol fatti. E se arrivano prima le vittorie dei miei gol sono contento. Non so invece gli obiettivo che vuole mettere la società, il campionato sarà molto difficile e livellato, perciò credo che una buona salvezza sarà già tanto».

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2021/2022