Max-Robi, tutti gli intrecci da giocatori e mister
Cagliari-Milan, prima da ex di Allegri e Donadoni ritrova il "suo" club
L’uno col Milan ha vinto tutto da giocatore (6 Scudetti, 3 Champions e 2 Coppe Intercontinentali) ma non l’ha mai allenato e, dopo essere stato anche ct azzurro, ora guida il Cagliari. L’altro coi rossoblù ci ha giocato e l’ha pure allenato talmente bene da diventare l’attuale tecnico rossonero. La sfida del Sant’Elia è un intreccio di percorsi, tra Roberto Donadoni e Massimiliano Allegri, molto diversi ma con tanti punti di contatto.
Nel 1994 negli Usa Allegri in rossonero e Donadoni azzurro - L’estate scorsa Allegri ha sbaragliato la concorrenza anche di Donadoni per prendere il posto del dimissionario Leonardo, in barba a chi pensava che Berlusconi scegliesse un ex milanista alla guida del Diavolo. Per mantenere la linea, iniziata più con Carlo Ancelotti che con Fabio Capello, il vice-presidente Adriano Galliani si affrettò a dire: «Anche Allegri è milanista perché ha fatto una tournée con noi». Era il 1994, Max aveva terminato il suo primo anno al Cagliari, quello della Coppa Uefa, e andò negli Stati Uniti agli ordini di Capello. Non fu in quell’occasione compagno di Donadoni, rossonero che negli Usa c’era sì ma per disputare sei partite ai Mondiali con il ct Arrigo Sacchi.
Nella Livorno di Allegri Donadoni conobbe la A in panchina - Donadoni è nato a Cisano Bergamasco (9 settembre 1963), nell’Atalanta si mise in luce e diventò il primo vero acquisto rossonero del presidente Berlusconi (1986), mentre Allegri è di Livorno (11 agosto 1967) e con il club amaranto giocò quattro stagioni tra il 1985 e il 1990 (con una parentesi di un anno a Pisa). Proprio con il Livorno Donadoni ha invece conosciuto la prima panchina in serie A: nel gennaio 2005 sostituì l'esonerato Franco Colomba (che a Cagliari ci andò quasi due anni dopo) conquistando l'8º posto in classifica. Confermato alla guida dei toscani, l’anno seguente (febbraio 2006) si dimise dopo 23 giornate, per contrasti col presidente Spinelli, con la squadra al 5º posto. Questi risultati, unita all’amicizia con il vice-presidente Figc Demetrio Albertini, gli valsero la chiamata in azzurro per gestire la squadra “mundial” del dopo Lippi.
Il primo Allegri si salvò dall'esonero pareggiando col Milan - Allegri la sua prima esperienza da tecnico in serie A l’ha avuto col Cagliari, è stata la scommessa di Massimo Cellino per la stagione 2008-09 dopo che Max aveva ottenuto con il Sassuolo una storica promozione in B. L’avvio è disastroso con cinque sconfitte di fila (Lazio, Siena, Juventus, Atalanta e Lecce); scampato l’esonero, il tecnico toscano riparte con un pari al Sant’Elia, proprio contro il Milan alla 6ª giornata, fino a totalizzare 34 punti in 17 partite. Chiuderà al 9° posto con 53 punti, frutto di un gioco spumeggiante sempre votato all’attacco che gli valse la “Panchina d’oro, strappata nientemeno che a Josè Mourinho. L’anno scorso stesso clichè: inizio stentato, ascesa vertiginosa fino a giocarsi il 24 febbraio, nel recupero di Udine, l’aggancio alla Juventus al 4° posto. Il ko al Friuli segnò l’inizio della fine alla guida dei rossoblù, perché le successive nove partite senza vittorie indussero Cellino al’incredibile esonero. Per il presidente rossoblù ormai Allegri aveva perso voglia e determinazione, attratto dalle sirene delle grandi squadre e, per ripicca, lo tenne sotto contratto fino a fine giugno, con il Milan quasi pronto a virare verso qualche altro nome.
Via Bisoli, Donadoni raddrizza un 2010 da penultimo posto - Donadoni siede da cinque giornate sulla panchina rossoblù, chiamato da Cellino (che ha perso la sua scommessa questa volta con Bisoli) il 15 novembre per risollevare un Cagliari intristito nel gioco e nei risultati con ben quattro 0-0 nelle prime sei giornate. Il tecnico bergamasco non conosce pareggi avendo vinto tre partite e perso due, l’ultima delle quali a chiudere un 2010 che per il Cagliari è stato da penultimo della classe (41 punti, solo il Bari con 36 punti ha fatto peggio nell'anno solare tra le formazioni di serie A).
Per Allegri la prima da ex, per Donadoni la quarta contro il Milan - Per Allegri è ovviamente la “prima” al Sant’Elia da avversario e, considerando il tributo che il pubblico cagliaritano riserva a Ballardini (artefice del miracolo salvezza nel 2007/08) ogni qual volta torna sull’Isola, c’è da credere che il Conte Max verrà sommerso dagli applausi dei tifosi e dall'abbraccio dei suoi ex giocatori, primi fra tutti Matri e Lazzari il cui nome è stato ultimamente accostato ai rossoneri (la mezzala ora ha sorpassato l'attaccante). Per Donadoni, invece, è la quarta volta che incrocia il Milan e mai a San Siro: contro i rossoneri ha conosciuto tutti i risultati a partire dalla vittoria per 1-0 con il Livorno il 23/01/2005 (20ª giornata) alla sua seconda partita coi toscani dopo aver preso il posto di Franco Colomba. La stagione successiva, sempre col Livorno, perde malamente 0-3 il 21/12/2005 (17ª giornata), nel ritorno non fece a tempo ad incrociare il Diavolo perché diede le dimissioni sei partite dopo. La terza volta fu alla guida del Napoli, uno 0-0 al San Paolo il 22/03/2009 (29ª giornata), anche in questo caso alla sua seconda partita dopo aver preso il posto di Edy Reja. L’anno dopo non fece in tempo a trovare il Milan perché il presidente azzurro De Laurentiis lo sostituì con Walter Mazzarri dopo 7 giornate. Finito il giro Donadoni potrebbe riniziare con una vittoria, il miglior modo per far capire che il 2011 sarà il lontano parente del fin troppo grigio 2010.
Fabio Salis