Guerriero: «Dovremo essere ancora più bravi»
Castor Tortolì: il difficile arriva adesso
Così bello da sembrare irreale: la Castor si gode il primato in classifica e i 7 punti di vantaggio nei confronti del terzetto delle inseguitrici, ma Marcello Guerriero mantiene, con un pizzico di scaramanzia che non guasta mai, i piedi ben saldi in terra, consapevole che il girone di ritorno sarà sicuramente più duro rispetto all'andata, perchè le avversarie, al contrario della Castor, si sono rinforzate e sono pronte a dar battaglia sino all'ultimo minuto del campionato.
Domenica ci sarà il primo, importantissimo banco di prova in casa del Club San Paolo: un match in cui è importante fare bene, a prescindere dal risultato, per chiudere nel migliore dei modi questo anno calcistico.
Il girone d'andata si è concluso domenica scorsa, occupate la prima posizione con un vantaggio di sette punti nei confronti delle vostre inseguitrici dirette; immagino che l'entusiasmo sia alle stelle in casa Castor.
«Siamo ultra – felici, è ovvio; si tratta di un risultato straordinario, non avremmo mai immaginato una cosa del genere.
Secondo me il girone di ritorno sarà totalmente diverso, visto che la quasi totalità delle squadre si è rinforzata notevolmente, al contrario della Castor che ha, anzi, perso qualche giocatore; in questo senso ci sarà da lavorare anche di più, se possibile, per tentare di confermarsi a questi livelli.
Questi sette punti ci fanno sicuramente comodo (ride), ci permettono di commettere qualche errore, anche se secondo me è necessario archiviare definitivamente il girone d'andata ed intendere il girone di ritorno come se fosse un altro campionato; è impensabile tentare di amministrare questi sette punti, e il mio non è un discorso scaramantico o di circostanza; dobbiamo far finta che stia iniziando un altro torneo composto da 15 gare anziché 30, non c'è altra soluzione per noi, altrimenti rischiamo davvero di sentirci, a torto, i primi della classe e rischiare di andare a raccogliere figuracce in tutti i campi della Prima Categoria».
Avete perso soltanto una partita sino a questo momento: pensa che possa essere questo l'aspetto che ha fatto la differenza tra voi e le vostre avversarie?
«Si, tutto sommato siamo stati molto continui.
Non so se la differenza l'abbia fatta aver perso soltanto un incontro; noi spesso ci siamo arrabbiati in occasione di qualche pareggio, ma con il senno di poi anche un singolo punto è importante, visto che in alcune partite, pur giocando meglio dell'avversario come è capitato a noi, si torna a casa a mani vuote.
Forse c'è un po' di rammarico, in questo senso, per la sfida di Villasimius, dove abbiamo tenuto testa all'avversario, giocando alla pari per tutto il match: il loro gol è arrivato a 4 minuti dalla fine, da un calcio di punizione battuto dai 35 metri, nato da un passaggio errato di un nostro giocatore.
Bisogna mettere in conto che una partita può essere decisa da episodi di questo tipo, probabilmente a noi è successo soltanto in questa occasione, magari alle nostre avversarie è capitato un pochino più spesso, ma il calcio è anche questo; ecco perchè dico che portare a casa un pareggio è importante sia per la classifica ma soprattutto per il morale.
Villagrande e Jerzu, pur perdendo qualche punto di troppo, sono comunque soltanto a sette lunghezze da noi e per buona parte del campionato si sono espresse molto bene; il vantaggio che abbiamo nei loro confronti, così come nei confronti del Villasimius, non significa assolutamente che siamo migliori di loro».
Sentite un po' di pressione ad avere 15 squadre alle spalle che non aspettano altro che un vostro passo falso oppure fa sempre piacere essere inseguite piuttosto che inseguire?
«Fa piacere, fa piacere, fa molto piacere (ride).
Quando si vince ci si allena con più allegria, si accettano i sacrifici più volentieri, si lavora con più attenzione; quando si è primi in classifica è tutto più semplice, i giocatori sono più motivati, il pubblico partecipa maggiormente; la motivazione nello sport è molto importante e guidare la classifica è un grossissimo stimolo per noi, ci aiuta ad andare avanti; più manteniamo la vetta della classifica e meglio è.
Ovviamente, lo ribadisco, per noi è un risultato assolutamente inaspettato: avremmo messo la firma per trovarci al terzo posto in questo momento, stiamo andando ben oltre ogni tipo di programma.
Sembrano frasi di circostanza, ma la nostra fortuna quest'anno è che in rosa ci sono alcuni giocatori che riescono a trascinare i compagni nei momenti difficili, quando magari alcune pedine fondamentali non erano ancora in condizione; in quel momento chi stava meglio si è caricato la squadra sulle spalle e ha sopperito alle carenze dei compagni; questo risultato è frutto della grande perseveranza dei giocatori della Castor, è tutto merito loro se stiamo raggiungendo questi risultati».
Nel prossimo turno siete attesi dalla trasferta contro il Club San Paolo: all'andata il match si è concluso sullo 0 a 0; si aspetta una partita in cui sarà difficile sbloccare il risultato?
«All'andata avevamo giocato praticamente soltanto nella loro metà campo, in quella circostanza gli avversari avevano badato principalmente a chiudere tutti gli spazi e ci erano peraltro riusciti piuttosto bene.
Le squadre di Cagliari son comunque da prendere tutte con le molle, visto che tutte hanno in organico giocatori dotati di una buona dose di tecnica di base, gli allenatori son assolutamente preparati e quindi sotto l'aspetto tecnico-tattico danno filo da torcere a chiunque.
Io non so come stiano sotto il punto di vista del morale e della motivazione, quindi preferisco concentrarmi sui miei ragazzi e sui nostri stimoli, sperando di riuscire a fare un risultato positivo, che può essere anche un pareggio.
L'importante è dare il massimo per centrare la vittoria, io dico sempre che in campo non si può entrare con le pistole per strappare i tre punti per forza, l'importante è prepararsi al meglio e cercare di dare tutto sino alla fine, poi se dovesse andare male, pazienza; bisogna tenere conto anche degli avversari».
Al rientro dopo la pausa natalizia, andrete ad affrontare il Villagrande in una sfida decisiva per la vittoria finale del campionato: staccare per quindici giorni può essere positivo, per ricaricare le pile, oppure rappresenta un problema, secondo Lei?
«Dipende tutto dai giocatori: siamo dilettanti, e alla Castor non paghiamo i giocatori, molti sono di Tortolì e chi viene da fuori ha giusto il rimborso della benzina.
Dipende da loro, dai sacrifici che hanno intenzione di fare per cercare di raggiungere determinati traguardi; io mi metto a loro disposizione, sarò al campo per lavorare: in questo senso la pausa può essere positiva perchè ci permette di recuperare qualche giocatore e crescere dal punto di vista tecnico, tattico e soprattutto atletico; quest'anno abbiamo scelto di fare una preparazione un po' più blanda proprio per avere la possibilità di integrarla durante la sosta invernale; dipende insomma da loro, dalla loro voglia di impegnarsi: sta a noi scegliere se rimanere una squadra da Prima Categoria o puntare a qualcosa di più importante.
Io ovviamente spero che questo primo posto motivi tutti quanti a fare dei sacrifici in più: in tutti i campionati che ho vinto, è stato determinante sfruttare al meglio la pausa; quando allenavo la Baunese ci allenavamo sotto la neve e vedevamo tutti gli altri impianti sportivi spenti in tutta l'Ogliastra, in quell'occasione siamo riusciti a salire in Promozione; a Perdasdefogu più o meno è successa la stessa cosa: tre anni fa ci sono stati dieci giorni di pioggia continua e noi non abbiamo perso un allenamento, facendo un grandissimo girone di ritorno e vincendo il campionato con 12 punti di distacco dalla seconda.
A me la pausa serve tantissimo, spero che sia utile davvero e ci sia partecipazione da parte dei ragazzi; sta tutto alla loro coscienza».