Gautieri: «Cavolate, io parlo di calcio»
Corda: «Voglio la vittoria a tavolino»
Ad Alghero oggi nel post gara si è parlato poco di calcio giocato. Al termine di un primo tempo noioso e nervoso, nello spazio antistante lo spogliatoio, dopo un parapiglia andato in scena in campo con tanto di ammonizione a Ghedini ed espulsione del dirigente olbiese Bolognesi, è accaduto ciò che il pallone, in un momento come questo, non può proprio permettersi. Un tesserato dell’Olbia, Beppe Giglio, in borghese e non inserito a referto, colpiva il portiere catalano Simone Aresti, che sveniva poi nello spogliatoio trasportato in ambulanza al pronto soccorso. Nulla di grave, fortunatamente, solo paura, alcuni giorni di cure e sul volto i segni di un’aggressione che col calcio ha davvero poco a che fare.
I commissari di campo, gli addetti alla sicurezza, le forze di polizia presenti allo stadio hanno sin da subito tentato di fare chiarezza su fatti che sembrano però già evidenti. Nella sala stampa, prestata precedentemente alle indagini sul misfatto, il presidente dell’Alghero Corrado Sanna ed il tecnico Ninni Corda mettono da parte i novanta minuti e concentrano l’attenzione su quanto accaduto e sulle possibili conseguenze: «Nel secondo tempo la mia squadra è scesa in campo pro forma. Quello che è accaduto a Aresti è di una gravità inaudita. Un’aggressione senza senso che deve essere punita. Ho parlato con la società e verrà presentato ricorso alla Procura Federale chiedendo la vittoria a tavolino per aver dovuto rinunciare ad un giocatore titolare in quanto aggredito da un tesserato dell’Olbia e perché questo fatto ha indubbiamente causato un trauma psicologico nei miei giocatori - ha spiegato Corda - Chiediamo la vittoria a tavolino perché non si tratta di un fatto di gioco ma di un fatto premeditato causato, ribadisco, da un tesserato dell’Olbia non in elenco. Siamo stati costretti a sostituire il portiere, che per definizione non può essere considerato un qualsiasi altro giocatore. È dovuto entrare Zani che non stava bene, abbiamo dovuto fare un cambio non previsto. Il buon senso del Giudice Sportivo dovrebbe darci ragione visto che l’assistente arbitrale Carrucciu ha visto tutto, così come ha visto tutto la Procura Federale. Siamo stati penalizzati e la squadra non voleva scendere in campo nel secondo tempo preoccupata per le condizioni di Aresti – chiude il tecnico giallorosso – l’intervento mio e del presidente Corrado Sanna è stato determinante perché ciò non avvenisse anche per non creare problemi di ordine pubblico. Per me il secondo tempo non è stato giocato o meglio è stato solo giocato pro forma da parte nostra. Sono cose che non fanno bene al calcio, vorrà di che chi ha sbagliato ne pagherà le conseguenze».
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Corrado Sanna: «Qualche tempo fa successe qui al Mariotti qualcosa di analogo nel post gara col Legnano. Allora dissi una cosa: in tanti indicarono nel tecnico dell’Alghero il responsabile dei fatti, e fu squalificato. In appello la pena venne ridotta, dandoci ragione ma il senso è che qualora fosse stata accertata la responsabilità effettiva, si sarebbe dovuti procedere con la massima severità – afferma il massimo dirigente algherese – Non confondiamo lo sport con la violenza, se violenza c’è stata deve essere assolutamente sanzionata. Le condizioni del nostro portiere sono abbastanza buone, è stato sottoposto ad una tac, la prognosi è di qualche giorno, è una situazione non piacevole ma non drammatica – prosegue Sanna – Non abbiamo parlato con i dirigenti dell’Olbia, ma non penso si possa non condividere il mio punto di vista. Può esser stato un attimo di follia, può capitare nella vita, ma si deve essere responsabili delle rappresentazioni che si offrono al pubblico, alla gente ali giovani che ci guardano ogni giorno».
Carmine Gautieri invece sposta l’attenzione sula partita: «Io sono abituato a fare calcio da vero professionista, lo faccio da 23 anni e da 700 partite di cui 248 in serie A e queste cazzate nemmeno le ascolto, parliamo della partita nella quale siamo stati superiori a loro – attacca l’ex giocatore della Roma – Buon possesso e poco cinismo nel primo tempo, ma creato tanto. I ragazzi hanno lavorato sodo e io ne sono orgoglioso. Loro stanno diventando grandi professionisti, è una squadra che si è sempre allenata a mille all’ora, io ho dato loro la cultura del lavoro, ciò che Capello, Zeman, Novellino e Mandorlini mi hanno insegnato. So come comportarmi anche alla fine di partite come queste, condizionate da episodi che se non sbaglio ad Alghero sono già accaduti. Non so cosa è successo, c’è stata una mini rissa, sono cose che succedono su tutti i campi, era match sentito, giocato contro un team da prime posizioni. Penso però che nel primo tempo abbiamo dato all’Alghero una lezione di calcio»