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Dall'osservatorio di Ivan Cirinà: «Tra L.Dolce, Uri e S.Teodoro vince chi sarà in vetta a fine febbraio. Tergu e Ghilarza ai playoff ma che brava la Ferrini. Per la salvezza lotta incredibile»
«Al Ploaghe tutto bello ma la società ci ingannò»

Dall'osservatorio di Ivan Cirinà: «Tra L.Dolce, Uri e S.Teodoro vince chi sarà in vetta a fine febbraio. Tergu e Ghilarza ai playoff ma che brava la Ferrini. Per la salvezza lotta incredibile»

È uno dei tecnici più bravi che si sono visti in Eccellenza nelle ultime quattro stagioni eppure quest'anno, per la prima volta dal 1997, è senza squadra. Ivan Cirinà non allena ma studia per migliorarsi, fa l'osservatore di tante partite dalla Seconda categoria alla serie D e, soprattutto, sta più a contatto con moglie e figli dopo aver dedicato tante ore alla sua più grande passione. L'ex allenatore di Torres, Usinese, Taloro e Ploaghe vive sereno il suo stato di "disoccupato" del calcio: «Non sono tra quelli che dicono che così è perché non sono più i soldi - dice il 43enne tecnico di Ossi - quest'anno non alleno perché fa parte della vita da tecnico, bisogna avere sempre la serenità giusta e vedere il bicchiere mezzo pieno. Ora mi godo di più la famiglia, i figli dopo tanti sacrifici, nel calcio ci sono da 18 anni tra settore giovanile e prima squadra e ci sarò anche in futuro. Si può imparare anche non guidando una squadra ma vedendo gli allenamenti di altri colleghi come mi è capitato seguendo la Torres di Marco Sanna o guardando anche le gare del Florinas di Seconda categoria, perché puoi trovare bravi istruttori che, a differenza mia, non hanno avuto fortuna di fare passi avanti». E da profondo conoscitore e attento osservatore dell'Eccellenza ammonisce: «Il rientro dalle vacanze riserva sempre sorprese, la sosta ti fa perdere il ritmo, c'è chi lavora bene e chi meno o dipende dal tipo di lavoro che fai, se leggero o un po' più pesante. La prima di ritorno riserva interessanti scontri, vorrei andare a vedere il Taloro a Tergu, nessuna delle due può sbagliare per gli obiettivi salvezza e playoff».

 

Ivan Cirinà, terzo lo scorso anno alla guida del PloagheAl giro di boa un terzetto in testa, se lo giocheranno Latte Dolce Atletico Uri e San Teodoro il campionato?

«Assolutamente sì, una delle tre sarà la regina del torneo. Sono tre squadre ben attrezzate e ben organizzate con una struttura societara forte alle spalle. Il vantaggio che hanno su Ferrini, Calangianus, Tergu e Ghilarza è ampio per poter pensare che tutte possano rallentare per favorire il ritorno di una di loro, anche se nel calcio tutto è possibile con 45 punti ancora a disposizione»

C'è una squadra più favorita delle altre due?

«Non vedo un favorito in particolare, chi riuscirà ad essere in testa a fine febbraio potrà ambire a vincere il campionato, quello è il mese decisivo. La cosa bella è che tutt'e tre hanno una diversa struttura di gioco, il Latte Dolce è più spumeggante e sviluppa le azioni più in velocità, ha meno senior ma una struttura di giovani più ampia, l'Atletico Uri è a trazione anteriore coi tre davanti Tedde, Borrotzu e Puddu, un centrocampo propositivo e sta scegliendo bene i giovani, non ultimo l'aver preso dalla Torres un ragazzo valido come Sassu. Il San Teodoro ha molta esperienza in tutti i reparti, ogni anno arriva lì e poi rallenta, questa volta ci resterà fino alla fine anche perché ha abbassato l'età media e migliorato nel rendimento dei fuoriquota»

Il dato dei punti fatti accomuna le tre capolista ma il Latte Dolce ha vinto entrambi gli scontri diretti all'andata e vanta anche la miglior difesa

«La differenza potrebbe pendere proprio da quella parte, quasi sempre vince il campionato chi prende meno gol ma non è matematico, alla fine incidono gli infortuni, il calendario e quella giusta dose di fortuna. I numeri dicono che il Latte Dolce è la squadra più equilibrata, con Garau, Cocco, Delrio Congiu e Chessa ha una gran difesa, 7 gol subiti sono davvero pochi, in attacco può contare sui giovani Panai, Scognamillo e l'esperto Usai, è una squadra costruita bene. L'Atletico Uri ha un gioco molto offensivo e subisce più reti delle tre, 21 in un girone sono tante. A metà tra i due estremi c'è il San Teodoro con 14 gol incassati, se entrambe sistemano qualcosina in fase difensiva potrebbero avvantaggiarsi nel duello»

Le sorprese sono Calangianus e Ferrini, entrambe quarte in classifica?

«Assolutamente sì, anche se poi vai a leggere i nomi dei giocatori che hanno in rosa e sono signore squadre. Però i galluresi senza quelle tre sconfitte nel finale di girone, dovute ad espulsioni e squalifiche, poteva restare in scia al terzetto come ha fatto per quasi tutto il girone, durante le feste si saranno allenati per mettere alle spalle il momento negativo. La Ferrini ha giocatori di grande esperienza come Dessì, Fabio Argiolas, Diana, D'Agostino che non hanno fatto pagare lo scotto del noviziato alla società. Entrambe meritano la posizione in classifica anche se per loro sarà dura mantenere un posto nei playoff»

Tergu e Ghilarza hanno colmato il gap a dicembre portandosi ad un punto da galluresi e cagliaritani

«Infatti, se devo stilare una classifica per la lotta playoff, come struttura di gioco e completezza di rosa, metto Tergu e Ghilarza davanti a Calangianus e Ferrini. Il Tergu ormai è partito con la rimonta, inserendo Gutierrez e Pulina, che per entrambi ho avuto il piacere di allenare, hanno fatto un grande salto di qualità, Pablo è carismatico e trascinatore, Michele farà una raffica di gol. Senza dimenticare l'arrivo di Bruno dal Castiadas. Se mister Boncore avesse avuto questa squadra dall'inizio della stagione avrebbe lottato per vincere, ora per il primo posto è molto difficile che possa rientrare. Il Ghilarza è altrettanto una signora squadra con un bravissimo allenatore come Mannu che fa sempre bene come testimoniano i precedenti a Carbonia e Sanluri. Potrebbe essere distratto dalla finale di Coppa Italia, che di per sé è già un bel traguardo se la vinci, ma ha giocatori di esperienza come Deliperi, Cirina, Frongia, Stocchino e Ferraro per reggere i doppi impegni» 

Il Taloro, che due anni fa con Cirinà ha conquistato gli storici playoff, da una parte conquista la finale di Coppa Italia ma dall'altra ha solo 12 punti in classifica

«La mia ex squadra soffre per aver preso una valanga di gol, 33 in 15 partite sono più di due a gara. Non giocano affatto male ma dietro fanno fatica, subiscono troppo, quando prendi gol e perdi viene a mancare la sicurezza, al primo ostacolo rischi di mollare mentalmente. Mi dispiace che siano penultimi, probabilmente stanno pagando l'inesperienza in difesa anche se miglioreranno con l'inserimento di Schieda, esterno del '95 che ho avuto al Ploaghe. Certo è che quanto uno tra Arrais e Pinna viene a mancare possono andare in difficoltà, se poi non gioca Zani in porta e c'è il fuoriquota tra i pali hanno un solo esperto nella linea difensiva e in Eccellenza lo paghi, perché poi davanti fanno belle giocate con Falchi e Doukar e sugli esterni con Cherchi e Forma, mentre Mele in mezzo al campo è una garanzia»

Quanto realmente rischiano i gavoesi nella lotta per non retrocedere?

«Per come conosco l'ambiente e i tecnici Pippo Zani e Franco Cottu nella pausa avranno lavorato alla grande e toglieranno fuori le unghie per fare un grande girone di ritorno. Girare da penultima è comunque un problema perché dal Castelsardo in giù non molleranno. Faccio fatica a trovare una squadra che retroceda direttamente con il Porto Corallo e altre due sicure che facciano i playout. Il Valledoria, ad esempio, ne uscirà fuori perché ha giocatori importanti che la porteranno alla salvezza, il Tortolì sembra un tantino in difficoltà ma ha cambiato diversi giocatori a dicembre. Il Selargius ha avuto il passo migliore nelle ultime 5 giornate vincendo 4 partite, inserendo elementi esperti come Farci e Floris in una già buona intelaiatura. Il Monastir farà molto bene con Scotto in panchina e il Tonara ha giocatori di grande tecnica a centrocampo come Atzori, Sanna, Cocco e due punte brave come Calaresu e Manca. Nessuna di loro può permettersi di stare tranquilla perché ho visto retrocedere squadre che hanno girato a 22 punti ma stiamo parlando di società che vogliono stare in Eccellenza, che non sono allo sbando come il Porto Corallo il cui probabile ritiro sta rovinando un bel campionato»

Scotto sulla panchina del Monastir ha sorpreso un po' tutti, come giudica Cirinà questa scelta?

«Pierluigi ha fatto una scelta coraggiosa e di grande umiltà, gliel'ho anche scritto in un messaggio perché siamo amici e ci stimiamo. La sua decisione dovrebbe far capire all'ambiente calcio che se c'è un buon progetto un allenatore si sposta, nel mio piccolo l'ho fatto anche io andando ad allenare a Gavoi, a 130 chilometri da casa mia. Dopo gli anni al Latte Dolce e la parentesi a Olbia durata troppo poco, questa sua nuova esperienza gli darà ancora più valore, ha dimostrato di avere voglia di fare calcio in un campo a prescindere dalla distanza da casa e poi si presenta in un mercato come quello del Cagliaritano che ti dà tantissime opportunità, non ultima quella che diversi colleghi siano entrati nel club professionistico più importante della Sardegna. Gli faccio un grande in bocca al lupo perché se lo merita, è andato comunque in una società molto organizzata, che ha futuro, che ha cercato un tecnico di Sassari preparato perché evidentemente ha voglia di crescere e fare bene. Certo, l'esordio a Tonara è stato controverso perché passare da uno 0-3 scintillante al 4-3 finale è choccante ma in casa dei barbaricini è così, la squadra di Floris può infiammarsi improvvisamente e farsi trasportare dal pubblico caldo»

Una squadra, un senior e un giovane che stanno lasciando il segno 

«La Ferrini è la squadra che mi ha impressionato di più per la qualità di gioco, per come sa fare la fase difensiva in modo impeccabile, si vede la mano dell'allenatore Giordano. Ogni gruppo ha poi il suo leader o dei giovani interessanti, parlando dei primi nel Latte Dolce è facile citare Garau, Cocco, Mereu o Usai ma a me piace tantissimo Carlo Piga, un centrocampista completo del quale si parla molto poco. Nel San Teodoro ci si sofferma giustamente su Ibba e Sias ma sono importanti anche Simone Varrucciu e Nicola Raimo. Nell'Atletico Uri Tedde e Puddu possono cambiare il volto alla gara ma poi quando la squadra di Muroni ha zoppicato è venuto fuori il carisma di Antonio Borrotzu, nei momenti topici il bomber ha alzato la voce e tirato su la squadra dopo aver preso qualche schiaffo. Nella Ferrini ho visto quanto incidano Cristian Dessì e Fabio Argiolas, il Calangianus è stato trascinato in alto dai gol di Samuele Spano e le giocate di Christian Viani, nel Ghilarza i leader si chiamano Simone: Deliperi, Cirina e ora Stocchino. Nel Tergu, prima degli arrivi di Pulina e Gutierrez, si erano distinti Fabrizio Falchi e Paolo Palmas. Per quanto riguarda i giovani, del Latte Dolce cito Panai ma dovrei parlare di tutti gli altri come Pala, Daga, Onali. Nella Ferrini mi sono piaciuti tanto per la loro fisicità e tecnica il difensore centrale Fiori e gli esterni bassi Giuliani e Sitzia. Nell'Atletico Uri Fabio Mura sta facendo la differenza segnando diversi gol importanti, così come Frau in porta che sta crescendo sempre più grazie a mister Muroni che ha creduto in lui sin dall'anno scorso. Nel Calangianus molto bene Muzzu, Sotgiu, Asole, Muroni, nel Tergu mi fa piacere che stia andando alla grande Muscau che ho avuto al Ploaghe e sta facendo l'esterno basso e alto, come Deligios al Lanusei d'altronde aprendo una parentesi sulla serie D. Nel Ghilarza ottimi rendimenti hanno avuto Girseni, i due Piras, Frau, Nuscis, il portiere Carta al fianco di Deliperi crescerà tanto, questa è la conferma del bel lavoro che la società giallorossa sta facendo col settore giovanile, ormai se la gioca sempre col Taloro, mi fa piacere abbiano sposato questa politica e stiano trovando grandi frutti»

Chiudiamo con una domanda personale: come definire l'esperienza dello scorso anno al Ploaghe? 

«Dal punto di vista sportivo con il terzo posto e da quello umano con i giocatori la definirei bellissima, ho lavorato con persone splendide e giocatori validissimi andati poi in serie D o sono state prime scelte in Eccellenza. Se devo parlare dal punto di vista societario allora dico che la dirigenza ci ha abbandonato, tradito e preso in giro, alcuni personaggi per nulla sinceri nel calcio non devono starci, se sei in difficoltà bisogna saper dire "Non ce la faccio e mi tolgo di mezzo". Invece siamo stati presi in giro da persone non coerenti, i soldi non sono tutto nel calcio ma quando per giocare o allenare chiedi permessi, bruci ferie e non vieni gratificato ecocnomicamente neanche del minimo allora non va bene. Se penso al mio staff, Bobo Gaspa e Pietro Mossa, ai giocatori, dal primo al trentesimo che ho allenato, e ai risultati ottenuti non rimpiango affatto la scelta ma se nell'agosto di un anno fa avessi detto sì ad una società di serie D (la Nuorese, ndr) probabilmente adesso starei allenando. Mi presero per pazzo perché al Ploaghe non avevo ancora firmato ma rimanevo perché avevo dato la parola. Rifarei la stessa scelta»

E in futuro?

«Se un domani mi capiterà di avere una richiesta da parte di una società seria e con una struttura importante diro di sì senza farne solo una questione di soldi. Quando mi renderò conto di non avere più una chance del genere tornerò ad allenare i giovani come quando sono partito nel 1997. Allenare non è il mio lavoro ma la mia passione, vado avanti tranquillanmente»

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2015/2016
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Sardegna