"Dedico il successo alla gente: mi hanno adottato"
Davide Boncore racconta la favola del Tergu: con un lieto fine
Il calcio emoziona perchè spesso e volentieri riesce a regalare delle vere e proprie favole.
Il calcio riesce ad emozionare ancora perchè spesso per vincere non bastano i grossi investimenti sul mercato o un capitale importante alle spalle.
Le vittorie nel calcio spesso sono determinate da singoli episodi, o dalle giocate di un singolo campione.
Altrettanto spesso le vittorie sono il frutto del lavoro e del sacrificio, della disciplina tattica e della consapevolezza nei propri mezzi.
La storia che raccontiamo oggi è quella dell'Fc Tergu, squadra dell'omonimo comune in provincia di Sassari, che conta circa 600 abitanti.
Il Tergu ha vinto il campionato del girone H con un punto di vantaggio nei confronti del San Giorgio Perfugas al termine di un inseguimento, durato praticamente per tutto l'arco della stagione, che si è concluso soltanto nelle ultime gare.
La squadra allenata da Davide Boncore, sebbene ripescata in seconda categoria (l'anno scorso terminò al terzo posto il campionato di terza categoria) ha disputato un torneo di tutto rispetto, mettendo assieme cifre da capogiro: 21 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte; la bellezza di 69 gol fatti e 29 quelli subiti.
Mr. Boncore, il vostro è stato un campionato esaltante. Si aspettava di vincere?
«La convinzione di poter vincere questo campionato si rafforzava settimana dopo settimana.
Io percepivo la determinazione e la voglia di vincere nei miei ragazzi, ma ciò che ha contato di più è stata la voglia che loro avevano nell'allenarsi con costanza, con sacrificio. Ho avuto a disposizione un gruppo splendido, affiatato, che ha sempre lavorato in armonia: siamo partiti con 24 ragazzi e abbiamo concluso questa avventura con 24 ragazzi; nessuno di loro ha abbandonato o si è tirato indietro, hanno sempre dato la loro disponibilità e questo è stato fondamentale.»
Con il San Giorgio Perfugas avete dato vita ad un testa a testa avvincente; senza dubbio uno dei duelli più esaltanti di tutta la seconda categoria.
«Io ho avuto la netta sensazione di poter raggiungere un traguardo così importante in due momenti: il primo nel periodo di dicembre, quando abbiamo fatto il richiamo della preparazione; il secondo in occasione dello scontro diretto nel girone di ritorno, quando loro hanno acciuffato il pareggio soltanto al 90'. Dopo questo episodio ci siamo ricompattati bene e abbiamo continuato la nostra rincorsa, probabilmente con ancora più grinta: penso che serva grande carattere, i cosiddetti attributi, per credere e portare a termine una rimonta come la nostra, soprattutto se si considera che a gennaio avevamo 10 punti di ritardo nei confronti del San Giorgio Perfugas.
Non è stato assolutamente facile, sono contento per i ragazzi e per tutto l'ambiente di Tergu»
Mr. Boncore, alla fine possiamo dire che ha vinto la squadra che è riuscita a mantenere i nervi più saldi sino alla fine?
«Non saprei (ride). Senza nulla togliere al San Giorgio Perfugas preferisco parlare delle difficoltà oggettive in cui ci siamo imbattuti quest'anno e che siamo riusciti a superare: abbiamo iniziato la stagione senza un campo sportivo; non avevamo un posto fisso dove allenarci; l'impianto in cui abbiamo concluso il torneo ce l'hanno consegnato a fine gennaio; abbiamo disputato il campionato di seconda categoria dopo essere stati ripescati e, non ultima, questa è stata la mia prima esperienza da allenatore quindi non sapevo bene cosa aspettarmi e soprattutto a quali problemi sarei andato incontro.
Posso solo, per l'ennesima volta, ringraziare tutti i ragazzi che si sono sacrificati assieme a me.»
E' stato difficile dover praticamente inseguire il San Giorgio Perfugas per tutto il campionato?
Immagino che per voi sia stato un dispendio notevole di energie.
«Assolutamente si. In questi casi se molli un attimo, se commetti anche un piccolissimo passo falso puoi dire addio alla vittoria.
Noi invece ci abbiamo creduto sempre, domenica dopo domenica.
Sono felicissimo: abbiamo fatto un girone di ritorno davvero importante, con due sconfitte soltanto; in appena sei partite disputate in casa abbiamo realizzato 28 gol, che in media sono le reti che solitamente si fanno nell'arco di un'intero girone.»
Quale è stata l'arma migliore della sua squadra?
«Lo spirito di sacrificio e l'armonia nel lavorare. Secondo me sono stati questi due aspetti le nostre armi in più.»
Il Tergu ha chiuso il campionato con uno degli attacchi più prolifici di tutta la seconda categoria.
E' dipeso dalla bravura degli attaccanti, dalla particolare impostazione tattica o da entrambe le cose?
«Sicuramente gli attaccanti sono stati tutti decisivi e bravissimi, ma a parte questo io ci tengo a citare Antonio Sanna, che non ha mai disputato secondo me un campionato eccellente come questo, dove è riuscito a segnare la bellezza di nove gol.
E' stata importante, certo, l'impostazione della squadra; sono stato aiutato ovviamente dalle caratteristiche dei singoli elementi ma è importante sottolineare che alla fase d'attacco la squadra partecipava in maniera collettiva, anche con i centrocampisti: c'è chi ha segnato sei reti, chi ne ha fatte sette; il merito, in questo senso, è di tutti.
E' importante sottolineare che questa squadra non è mai scesa in campo per il pari, non ci siamo mai accontentati e abbiamo sempre puntato alla vittoria, tant'è che alla fine dei giochi abbiamo ottenuto soltanto tre pareggi.»
A chi dedica questa vittoria?
«Prima di tutto la voglio dedicare a mia moglie e al mio bambino.
Poi ci tengo a dedicarla a mio padre, che non c'è più da tre anni.
Volevo dedicarla inoltre alla gente di Tergu che praticamente mi ha adottato facendomi sentire a casa, anche la mia famiglia si trova benissimo e colgo l'occasione per ringraziarli tutti.»
Ci sono già programmi per il futuro?
Pensa che questo gruppo potrà fare bene anche in prima categoria?
«Per il futuro ancora c'è tempo (ride); personalmente ora vorrei godermi 10 giorni di relax visto che dalle 6 alle 2 lavoro e il pomeriggio mi aspettano gli allenamenti; è stato un anno davvero intenso, credimi.
Sono però convinto che questi ragazzi hanno le potenzialità per fare bene anche in contesti più impegnativi come la prima categoria o la promozione. Sono tutti elementi validissimi, ma ci devi stare addosso, addosso, addosso (ride)»
Ultima domanda: quale è stata la partita più bella di questo campionato e il momento invece più difficile?
«La partita più bella è stata quella di domenica (ride), non tanto per il gioco ma perchè siamo riusciti a vincere il campionato.
E' stata una bella partita anche quella disputata in casa contro il San Giorgio perchè, come ti dicevo prima, il fatto che abbiano raggiunto il pareggio al 90' ci ha dato una carica incredibile.
Momenti particolarmente difficili invece non me ne vengono in mente; più che altro ci è capitato di soffrire nelle partite giocate su campi pesanti o comunque rovinati, non per un calo di concentrazione ma proprio per inadattabilità a quei terreni.»