Il difensore: «Grande gruppo e giovani bravi»
Diana crede nella Ferrini: «Giordano è come Mourinho, mi ha allungato la carriera. In Eccellenza possiamo far bene»
Un viaggio a Barcellona con tutta la squadra per festeggiare un traguardo storico. L'onda lunga della vittoria del campionato di Promozione ha portato la Ferrini Cagliari in Spagna, un viaggio-premio pagato dalla società del presidente Pietro Caddeo ai giocatori che hanno conquistato l'Eccellenza. Tra i capi-gruppo della spedizione in terra catalana c'era il vice-capitano Carlo Diana uno dei leader dello spogliatoio dei rossoblù cerchiati: «Eravamo in 19 e mancavano solo due giocatori, è stata una due-giorni fantastica con interminabili risate. La società ci ha voluto gratificare per la vittoria ed è stato un bel gesto oltre ad essere una impagabile occasione che conferma quanto il gruppo sia affiatato. Era da molto che non vedevo dei rapporti così forti tra compagni, dai tempi del Castiadas quando salimmo in serie D facendo gli spareggi nazionali». Il 35enne difensore cagliaritano, con esperienze alla Carrarese in serie C e con l’Atletico Elmas e Villacidrese in D, vorrebbe mantenere intatta la squadra anche per il prossimo campionato di Eccellenza: «Questo è un gruppo che non dove avere troppi cambi, l'entusiasmo che si è creato ti dà una marcia in più. Qualcuno avrà richieste e spero che ci pensi bene prima di andar via dalla famiglia Ferrini perché, di questi tempi, sai quello che lasci ma non quello che trovi. Ai nostri giovani più bravi spero almeno che possano avere spazio in serie D».
Primo posto te lo aspettavi nell'anno in cui la Monteponi voleva salire?
«Sapevamo che avremmo fatto una stagione da protagonisti ma ho creduto nel primo posto nella gara con l'Orrolese (alla 19ª giornata, ndr) quando abbiamo vinto nel recupero per la forza del gruppo che voleva assolutamente quel risultato in un campo caldo e contro una squadra forte. Ma nella trasferta successiva ad Arbus, da noi pareggiata al 92' in un campo impraticabile, abbiamo esultato come se fosse una vittoria per 10-0, ci siamo infatti fermati a Gonnosfanadiga con tutta la squadra a bere e da lì ho capito che qualcosa stava succedendo. Noi abbiamo sempre sofferto i campi in erba naturale, perché fangosi o con buchi o con l'erba alta»
Grande testa a testa col Monastir dalla fine del girone d'andata e il vantaggio finale è stato costruito subito dopo lo scontro diretto
«La gara di Monastir è stata l'ennesima conferma della nostra forza, quel pareggio quando mancavano 7 giornate al termine è stato un segnale forte. Il martedì parlai con mister Giordano e gli dissi: "Anche se non abbiamo vinto, per come abbiamo giocato credo che gli abbiamo dato una batosta psicologica, da qui in poi perderanno qualche punto". Infatti, subito dopo loro hanno pareggiato con l'Orrolese e il Serramanna, noi siamo passati in testa e poi con tre punti di vantaggio. Solo a Iglesias abbiamo rallentato facendo un 2-2 e subendo la rimonta con due gol segnati quando io e Cristian Dessì eravamo usciti per infortunio. C'è da dire che la dirigenza è stata sempre dalla nostra parte, senza metterci particolari pressioni anche perché quando ci sono i ragazzini bisogna andare sempre coi piedi di piombo nel gestire certi momenti della stagione»
Quei tre punti di vantaggio all'ultima giornata sono stati importanti per la gara col Siliqua che, tra l'altro, era già qualificato ai playoff
«È stato fondamentale per noi avere quel vantaggio sul Monastir e per loro il fatto che non volevano rischiare i diffidati o gli infortunati per lo spareggio della domenica successiva, sennò sarebbe stata una battaglia dall'esito incerto. Il Siliqua ha fatto un grande girone di ritorno, io sapevo bene che con l'arrivo di Marco Piras in panchina sarebbero entrati almeno nei playoff, l'ho avuto nel Quartu 2000 e quando prese l'Asseminese, da quartultima la portò al quarto posto. La squadra era molto organizzata, con il mister - che è un valore aggiunto - dall'inizio e tutti gli altri elementi come Atzeni e Picciau non infortunati il Siliqua avrebbe detto la sua fino all'ultimo con noi e il Monastir. Poi, come gruppo e gioco credo che noi avessimo qualcosa in più degli altri, parlano i numeri: pochi gol presi e hanno segnato un po' tutti»
Il percorso di crescita continua della Ferrini si è concretizzato con la vittoria, quindi era l'anno giusto?
«Col mercato avevamo rinforzato bene la difesa grazie agli arrivi di Toro e Spanu, durante la preparazione dissi che se prendevamo meno di 20 gol avremmo vinto. Infatti ne abbiamo subito 18 e solo 7 nel girone di ritorno. È stato un anno positivo sotto tutti i punti di vista, qualche passaggio a vuoto nell'andata, dove abbiamo perso le uniche tre gare, c'è stato ma le fasi negative le abbiamo gestite bene. Un plauso va a Cristian Dessì, quando sta bene ti cambia la partita, fa sempre la giocata importante ed è pericoloso su fallo laterale e sulle punizioni; nei momenti di difficoltà gli dico: "Fammi vincere la partita". Contro il Siliqua ha fatto un gol pazzesco da centrocampo. Ma va sottolineato anche il campionato del nostro capitano, Alessandro Bonu, uno dei centrocampisti più bravi nel Cagliaritano, gran piede e bel metronomo, meriterebbe categorie superiori»
Tra i nuovi innesti Flumini e Toro hanno dato un contributo super
«Diego lo davano per rotto ma ha segnato 20 gol. Lui tocca due palle e le butta dentro, non l'avevo mai avuto come compagno ma ci avevo solo giocato contro e ogni volta mi ha messo in difficoltà; è il classico centravanti d'area come lo era Giampaolo Murru, mi ha stupito perché si fa rispettare ed è un generoso. Fabio, per la categoria, è fortissimo ed è stato il difensore in più anche perché gioca benissimo coi piedi. Ora che è finito il campionato posso anche svelare il segreto della grande stagione di Toro: prima di ogni gara ascoltava le canzoni di Tiziano Ferro, lui dice che gli davano molta forza, a me invece una grande voglia di ammazzarmi»
Il ritorno di Festa a dicembre: perché ha faticato all'inizio in un ambiente che conosceva bene?
«Tornare in un gruppo dopo che se n'era andato come aveva fatto lui alla vigilia del campionato non era facile. Umberto doveva solo riambientarsi ma poi è andato alla grande. Tutti eravamo contenti che fosse tornato e ci ha dato una grande mano per vincere il campionato. Alla Ferrini siamo una famiglia, ci siamo sempre aiutati l'uno con l'altro, è difficile trovare una squadra così. Ci tengo a sottolineare che quelli che hanno giocato di meno come Piga, Ledda, Caddeo, pur essendo validissimi per la Promozione, mai si sono lamentati e mai hanno creato nervosismi, così come i giovani meno utilizzati»
Ecco, della Ferrini non ha stupito il rendimento degli anziani, sempre bravi, ma dei giovani che stanno stare bene in campo
«Sono stati la nostra arma in più, riuscendo a seguire e stare al passo degli anziani. Con i nostri consigli e il lavoro del mister Giordano sono cresciuti tantissimo visto che c'erano già dall'anno scorso come Giuliani, Fiori, Podda, Mainas, Sculco. Per me Giuliani, per doti fisiche e testa è già pronto per categorie superiori all'Eccellenza. lo poi martello Fiori per andare in palestra e ingrossare il fisico, è del 97 e ha potenzialità per andare avanti, deve mollare un po' la playstation anche se lo ha già iniziato a fare. Matteo Sitzia, invece, è stata la più grande sorpresa in assoluto, è arrivato in preparazione proveniente dall'Is Arenas di Roccotelli, grazie a lui sono rinato in fascia sinistra, per la corsa mi ricorda quand'ero ragazzino anche se io ero più cattivello e lui molto più tecnico, ma ha un'umiltà incredibile. Mainas, Podda e Sculco sono ormai delle certezze assolute. I nostri giovani, quando li vedi in campo, non sembrano fuoriquota e poi, come dice il mister a noi anziani, è importante che si sentano ben voluti nel gruppo»
Arriviamo proprio al mister Franco Giordano, artefice della vittoria del campionato
«È il Mourinho della Promozione, se noi siamo stati bravi è grazie alle sue genialità ed intuizioni. Certo, in campo ci siamo noi e dobbiamo essere bravi a leggere le partite e come fare contro gli avversari ma c'è dietro un'unità di intenti. È al secondo anno che ci allena e dovevamo riuscire a mettere in pratica le sue idee di gioco, lui è bravo a livello umano con noi anziani perché sa come prenderci, ci ha dato l'importanza giusta e noi l'abbiamo seguito in tutto per tutto. Giordano è un grande allenatore, non seguirlo sarebbe stato controproducente. Con me poi è stato chiaro dicendomi che ero più importante nella difesa a tre e meno in quella a quattro, per me va bene perché ho quasi sempre giocato sul centro-sinistra. Mi sento un po' come Chiellini e in questo ruolo mi sta allungando la carriera, spero non cambi modulo sennò dovrò andare via dalla Ferrini (ride, ndr)»
La conferma invece sembra esserci
«Sì, scherzi a parte, sono stato rinconfermato, ma come tutto il gruppo giustamente, per fare un campionato tranquillo. La rosa c'è e i giovani saranno all'altezza dell'Eccellenza»
D'altronde in difesa non è passato più nulla, la migliore in assoluto e con soli 7 gol subiti in 15 giornate del ritorno. E, per di più, fate pure gol
«Sono arrivati Spanu, un centrale dal rendimento altissimo, e poi Toro, un portiere bravo che ti dà molti punti in una stagione. Ma è stato fondamentale il cambio del modulo a tre, che poi in realtà diventa a cinque con Giuliani e Sitizia che sono bravissimi sia in fase difensiva che offensiva. Anche Sculco e Caddeo hanno fatto bene come terzini. Poi il mister mette un '97 come Fiori in mezzo alla difesa perché è bravo a chiudere ogni sbavatura, nelle gare più difficili c'è sempre stato, in altre ha abbassato qualche volta la concentrazione per troppa sufficienza. Ma, come ho già detto, ha grandi prospettive. L'altro lato positivo è che noi difensori abbiamo contribuito a far gol, Giuliani 4, io 3 colpendo pure diverse traverse, Spanu 2, Fiori e Sculco 1. Questo è stato il frutto dell'organizzazione sui calci piazzati e i mille schemi che proviamo in allenamento»