Salta al contenuto principale
Fercia nell'arco della Fulgor: «Diremo la nostra nella volata a 4 per la Promozione»
Il mancino: «Contro il Cus sarà quasi un derby»

Fercia nell'arco della Fulgor: «Diremo la nostra nella volata a 4 per la Promozione»

Cuore, sangue e temperamento ogliastrino. Le sue origini sono per metà di Talana (nonni materni originari di Baunei) e per metà di Cagliari dov’è nato il padre Mariolino, grintoso mediano del Gergei e del Dolianova a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Lui è Denis Fercia, 33 anni il prossimo 25 agosto, centrocampista d’attacco della Fulgor Senorbì di Giorgio Valluzzi, capolista insieme alla Ferrini Cagliari del girone “A” di Prima Categoria. A cinque giornate dalla conclusione dell’avvincente torneo, si trova curiosamente a contendere la Promozione a tre squadre della sua amata Ogliastra, vale a dire Villagrande, Girasole e Idolo, tutt'e tre in corsa per il salto di categoria. Della sua terra d’origine adora tutto, dalla genuinità all’ospitalità della gente, dal mare cristallino ai panorami mozzafiato che si possono ammirare dai monti di Baunei e Arzana. Cresciuto nella scuola calcio “Gigi Riva” di Cagliari, nel corso della carriera ha cambiato tante squadre, ma i ricordi più belli sono legati all’esperienza con l’Orunese, con cui vinse il campionato di Seconda Categoria e poi ottenne una brillante salvezza l’anno successivo. La scorsa estate ha lasciato il Mandas per accasarsi a Senorbì, sponda Fulgor, ma per il futuro sogna un’esperienza in Ogliastra, magari anche da allenatore, visto che oggi insegna calcio ai ragazzi della Sigma Cagliari.

Denis, a cinque giornate dalla fine siete primi in classifica in compagnia della Ferrini, ma tutti vi danno per favoriti. Come mai?

«Abbiamo entrambe 50 punti e quindi le possibilità di vincere direttamente il campionato sono le stesse. Non dimenticherei anche le ogliastrine, con Villagrande e Girasole che potrebbero insidiare la vetta dal momento che hanno rispettivamente due e quattro punti di ritardo. Il distacco dell’Idolo (8 punti, ndr) è più consistente e perciò credo che gli arzanesi siano tagliati fuori dal discorso primo posto. Noi siamo partiti con l’obiettivo di una salvezza tranquilla, ma grazie ad un gruppo eccezionale che lavora in un contesto ambientale sano, stiamo vivendo una stagione ricca di soddisfazioni. Il nostro segreto è giocare senza pressioni particolari, a differenza di altre realtà in cui le società pianificano un progetto e di conseguenza per i giocatori esiste l’obbligo di non fallire. La Promozione sarebbe un’autentica novità per la Fulgor e ora che siamo in piena lotta per conquistarla, faremo di tutto per non lasciarci sfuggire questa ghiotta opportunità»

A parte la sfida con l’Idolo nell’ultimo turno di campionato, il calendario non riserva per voi scontri diretti da qui alla fine. Può essere un vantaggio?

«Ritengo che la partita più difficile sia sempre la successiva. Per cui, da qui alla fine tutti gli scontri saranno decisivi. Già domenica affronteremo il Cus Cagliari e per noi giocatori cagliaritani della Fulgor, è praticamente un derby. Gli universitari non ci regaleranno niente e quindi sarà un incontro piuttosto delicato. Poi, pur senza scontri al vertice, il nostro calendario è comunque insidioso, visto che, tra le altre, c’è il derby con i cugini del Senorbì»

Tra le squadre al vertice, quale pensi possa insidiare più di ogni altra la vostra leadership?

«Non c’è una squadra che temo in particolare. Ferrini, Villagrande e Girasole, a questo punto della stagione, sono tutte sullo stesso piano. I giochi sono apertissimi e il campionato è avvincente più che mai. In generale, a far la differenza saranno i giocatori più esperti, che con il loro carisma riusciranno a trasmettere al gruppo le giuste motivazioni fino all’ultimo minuto del campionato»

Tirando le somme, finora qual è stata la squadra che più ti ha impressionato?

«Senza dubbio l’Idolo, che ha un sistema di gioco molto valido e un attacco importante formato da giocatori di un’altra categoria come Marco Lancioni e Luca Mameli. Inoltre, possono contare su un allenatore preparatissimo come Luigi Ladu, che sa motivare bene la squadra e tatticamente legge bene la gara. Purtroppo per loro, però, hanno perso diversi punti in partite alla portata e perciò si trovano staccati dal gruppo di testa, ma con una vittoria domenica contro la Ferrini, rientrerebbero a pieno titolo nella corsa play-off. Da ogliastrino e non solo, faccio il tifo per l’Idolo di Arzana»

In che senso da ogliastrino e non solo?

«Sono ogliastrino e di questo ne vado fiero, perciò, mi auguro che Villagrande, Girasole e Idolo possano andare molto lontano, chiaramente senza intralciare il nostro cammino (ride, ndr). Non nutro una grande simpatia nei confronti della Ferrini, ma credo non sia una novità per tutti gli addetti ai lavori. Massimo rispetto per il loro allenatore (Andrea Clarkson, ndr) che è davvero bravo, ma l’ambiente Ferrini non mi è mai piaciuto»

Qual è stato il giocatore che più ti ha impressionato in questa avvincente stagione?

«Più che un giocatore citerei un allenatore che mi ha impressionato in modo particolare e mi riferisco a Vittorio Corsini del San Vito. Lo reputo il dodicesimo uomo in campo per gli azzurri, per come sa caricare i propri giocatori. Il San Vito, anche grazie a lui, è riuscito ad andare oltre gli obiettivi di inizio stagione»

Nel corso della tua carriera hai cambiato diverse squadre, ma nonostante tu sia di Cagliari, hai sempre giocato lontano dal capoluogo. C’è un motivo particolare?

«Si, è vero, ho sempre giocato lontano da Cagliari, a parte due esperienze con le maglie di Cus e La Palma. La prima con gli universitari risale a quando avevo 18 anni, mentre con la società di Via Rockefeller ho giocato due anni fa, vincendo il campionato di Prima. Debbo dire che, al di là dei risultati sportivi, sono state esperienze parecchio negative, soprattutto quella con il La Palma, per cui sono ben felice di aver sempre fatto parte di squadre lontano da Cagliari. Adesso in città alleno i Giovanissimi regionali della Sigma, ma questo è tutto un altro discorso»

Nonostante il tuo cuore ogliastrino, hai avuto modo di giocare solo con l’Urzulei nella stagione 2000/2001. In futuro ti vedremo con una maglia di qualche squadra dell’Ogliastra?

«Il più grande rammarico della mia carriera, è proprio quello di non aver giocato con continuità in Ogliastra, dove, come hai ben detto, ho indossato solo la maglia dell’Urzulei in Seconda Categoria. Curiosamente, considerata l’accesa rivalità con Talana, ad Urzulei mi venivano rimproverate la mie origini, mentre al contrario, a Talana mi si rimproverava di far parte della squadra “nemica”. Insomma, in Ogliastra il calcio significa tanta, tanta passione. In verità, sono stato spesse volte vicino all’accordo con alcune squadre, come Villagrande, Girasole, Baunese e Castor, ma poi non se n’è fatto nulla. Vedremo in futuro, ma ora penso solo a vincere con la Fulgor»

Il tuo compagno di squadra Luca Arippa quest’anno ha segnato tanto (19 reti) e si è guadagnato diversi attestati di stima tra gli addetti ai lavori. Secondo te, farebbe bella figura anche in categorie superiori?

«Luca è un signor attaccante e merita di giocare in categorie superiori; non sfigurerebbe nemmeno in Eccellenza, dove peraltro ha già giocato con il Quartu 2000. Purtroppo, è frenato dal fisico minuto e nel calcio di oggi, questo è un fattore rilevante»

Per concludere, dammi la classifica finale del campionato

«Sono molto scaramantico, per cui dico Villagrande, Girasole, Ferrini e Fulgor (ride, ndr)»

Roberto Secci

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
Sardegna
10 Ritorno
Girone A
Intervista