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Il tecnico: «Dobbiamo essere più squadra»

Gennargentu Desulo, la cura Casu da i primi frutti: «Era importante ricostruire lo spirito del gruppo»

Era il 23 ottobre quando la società del Gennargentu Desulo, annunciava l'arrivo in panchina di mister Danilo Casu, che prendeva il posto dell'esonerato Giovanni Cossu.
Sino a quel momento la squadra aveva collezionato sette punti, frutto di due vittorie ed un pareggio.
L'esordio di mister Casu non è stato però dei più morbidi: nella prima sfida infatti, si è trovato di fronte la capolista Meana Sardo, rimediando la prima sconfitta della sua nuova avventura.
Ma è stata proprio quella partita che ha fatto accendere la scintilla all'interno del gruppo, capace poi, nel giro di 4 giorni, di inanellare due ottime vittorie.

 

Mister Casu, quali sono stati i problemi più grandi che ha dovuto affrontare al suo arrivo sulla panchina del Gennargentu Desulo?
«In primo luogo ho lavorato su aspetti meramente psicologici, cercando di ricompattare il gruppo e tirare un po' su il morale all'interno dello spogliatoio, visto che i ragazzi erano decisamente scarichi da questo punto di vista.
Dobbiamo crescere anche per quanto riguarda il concetto di squadra e quindi il gioco collettivo: ho a disposizione degli ottimi ragazzi, sia per quanto riguarda l'atteggiamento fuori e dentro dal campo e sia per quanto riguarda il profilo tecnico, ma devono imparare a giocare in maniera più armonica, sono ancora troppo individualisti, da questo punto di vista; probabilmente è un difetto che si portano dietro da tempo, a livello giovanile, ma se riusciamo a correggerlo le cose potrebbero andare molto meglio.
Devono prendere confidenza con le nuove metodologie d'allenamento, ma il tempo gioca dalla nostra parte.
In questo sono stato chiaro sin da subito anche con la società: ciò che mi serve per lavorare bene è il rispetto e la serietà, i ragazzi stanno rispondendo molto bene.
Io non sono il classico sergente di ferro: mi faccio rispettare ma mi piace allo stesso tempo il dialogo aperto e il confronto».

 Gennargentu Desulo

Sono arrivate due vittorie nel giro di 4 giorni: quale è stata la più bella, quella che insomma l'ha gratificata di più?
«Secondo me la più bella vittoria, paradossalmente, è arrivata con la sconfitta nel match contro il Meana: in quell'occasione la squadra è riuscita ad esprimersi davvero come io ho chiesto, abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio e quella è stata la prima volta in cui ho visto una squadra, e non undici singoli giocatori; in quell'occasione secondo me meritavamo i tre punti, anche se poi nel secondo tempo abbiamo avuto un netto calo fisico e gli avversari hanno avuto la meglio, ma è stata la più bella partita in assoluto sino a questo momento.
Il 5 a 0 sonante contro l'Arbatax lascia il tempo che trova, perchè al contrario di quanto possa suggerire il risultato non è stata la nostra miglior prestazione».

 

Quali sono gli obbiettivi che la società le ha chiesto di raggiungere?
«Stranamente, e forse è stato questo che mi ha colpito maggiormente e mi ha spinto ad accettare questa scommessa, mi è stato chiesto, come prima cosa, di ricostruire la squadra.
Ovviamente il nostro traguardo non può che essere quello della salvezza, ma ciò che più conta quest'anno è riuscire a coltivare il talento dei ragazzi di Desulo.
Io son stato fermo per un po', come allenatore, probabilmente perchè il calcio mi aveva un po' nauseato: anche nella dimensione dilettantistica si trovano gli aspetti peggiori del professionismo e questo non è una cosa che mi piace tanto.
La società mi ha dato piena fiducia e carta bianca: si augurano insomma di recuperare il gruppo di ragazzi e portarli il più in alto possibile».

 

Le è dispiaciuto arrivare a Desulo a campionato già iniziato?
«Guidare la squadra dall'inizio ti permette di dare, sin da subito, la tua impronta alla squadra e gestire tutti gli aspetti, compresa la preparazione; sicuramente è molto meglio, ma non mi è dispiaciuto: per me è una scommessa, che in parte sto già vincendo, se consideriamo lo spirito con cui i ragazzi stanno affrontando le partite.
Ho il vantaggio di avere a disposizione un calciatore di assoluto livello come Floris: nonostante sia un formidabile giocatore dal punto di vista tecnico, che ha giocato ad alti livelli e ha grandissima classe e talento, si sta mettendo a disposizione della squadra e dei compagni con grandissima umiltà; sono orgoglioso di avere una persona così nella mia squadra».

 

Domenica intanto siete attesi dal match contro l'Ottana: può essere la partita della svolta?
«Ho detto ai ragazzi che il 5 a 0 sull'Arbatax non deve illuderci e non deve gasarci oltremisura; in questo senso potrebbe risultare, a livello psicologico, più pericoloso di una sconfitta.
L'Ottana è una squadra quadrata, con un terminale offensivo davvero molto forte, saranno un avversario molto tosto; per noi è un'occasione ghiotta per fare punti e per acquistare sicurezza nei nostri mezzi, ma non possiamo commettere l'errore di farci trasportare dall'euforia e cercare la vittoria ad ogni costo.
Dovremo essere bravi a giocare una partita tranquilla e serena; un pareggio in questo momento sarebbe importante, non dovremo quindi forzare la mano perchè si tratta di una partita molto difficile e sarebbe sbagliato aspettarsi una vittoria ogni domenica; dobbiamo stare molto attenti perchè le insidie sono tantissime».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
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Girone E