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Salvatore Carboni, allenatore, Bosa
«L'Eccellenza? Confusione sui ripescaggi, aspettiamo l'ufficialità»

Il Bosa chiude con il botto, Carboni: «Il giusto premio per la nostra caparbietà, ma che sofferenza vincere ai rigori con l'Ossese»

L'accesso ai play-off era stato salutato come un'autentica impresa, considerando il campionato turbolento, in particolare nella prima fase, disputato dal Bosa; la vittoria ottenuta nello spareggio finale contro l'Ossese ha quindi del clamoroso, sia per l'altissimo livello degli sfidanti, e sia per la grandissima partita disputata da Carboni e soci, capaci di tirare fuori il meglio, dal punto di vista tecnico-tattico ma anche da quello caratteriale, nell'appuntamento più importante dell'intera stagione. Una sfida che ha regalato ai numerosissimi tifosi accorsi a Sa Rodia tantissimi colpi di scena, a partire dal 2 a 2 maturato nei tempi regolamentari, sino ad arrivare alle emozioni fortissime della lotteria dei calci di rigore. Il tecnico rivive i momenti più importanti del match di domenica.

«Un risultato incredibile — ammette Salvatore Carboni —, soprattutto se consideriamo, come peraltro abbiamo detto più volte, che a dicembre ci trovavamo a due, tre punti dalla zona play-out, seppur con la classifica molto corta. Proprio per questo credo che quanto fatto dai miei ragazzi sia una cosa assolutamente eccezionale».
Il girone di ritorno è stato quasi perfetto. «Con la vittoria nella semifinale in casa della San Marco che ha rappresentato l'apice, in questo senso. Un successo arrivato allo scadere, ma che la dice lunga sulla nostra determinazione. Sono tutti segnali che mi portavano a credere che potevamo mettere in piedi qualcosa di grandioso. Si tratta del giusto premio per la nostra caparbietà, per averci creduto anche quando nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di noi».

La gioia e la soddisfazione per l'obbiettivo raggiunto sono immense. «Sotto certi aspetti secondo me questo risultato è anche più bello e importante rispetto a quello messo a segno due anni fa, quando avevamo orbitato costantemente nelle zone alte della classifica, senza peraltro aver nessun assillo di vincere per forza. La scorsa estate invece è arrivato qualche giocatore di spessore che ha contribuito ad aumentare le aspettative: in avvio pensavamo di poter disputare una stagione brillante, a sgomitare nel gruppo delle migliori, ma così non è stato».

Nonostante tutto il Bosa è riuscito a riscattarsi, presentandosi per la finalissima al top della forma, e con le idee ben chiare su come approcciarsi alla gara.
«In settimana ci siamo concentrati sulle situazioni di palla inattiva: loro possono contare su giocatori molto fisici e alti, si muovono davvero bene e sanno come punirti alla minima incertezza. I gol però sono arrivati su azione, anche se da parte nostra c'è stata qualche disattenzione di troppo in fase di marcatura».
L'avvio è stato a dir poco fenomenale. «Abbiamo subito trovato il vantaggio, ma il problema più grosso è stato a livello mentale: non siamo riusciti a tenere il risultato per più di dieci minuti, ed è un peccato. In quei casi devi essere bravo ad abbassare i ritmi dell'azione, ed invece abbiamo permesso all'Ossese di reagire con foga e rabbia: si riversavano in massa nella nostra metà campo ed era difficilissimo contenere le loro iniziative».


I bianco-neri hanno lottato sino all'ultimo. «Mi sarebbe piaciuto vincere nell'arco dei novanta minuti, una cosa che peraltro avremmo meritato, visto che abbiamo costruito tantissime occasioni per realizzare il gol decisivo, ma l'Ossese merita un applauso perché ha tenuto ottimamente il campo nonostante l'inferiorità numerica». Il confronto si è risolto soltanto ai calci di rigore. «Ed io ho voluto mettere ulteriormente in difficoltà i ragazzi sbagliando il primo penalty. Paradossalmente quell'errore ha levato via le paure dei miei, che si sono così scrollati di dosso la tensione e sono stati freddi e lucidi nel momento più importante. Poi ci ha pensato Piras, in versione superman, a completare l'opera: in settimana si era allenato davvero bene; una delle sue qualità principali è che riesce a mantenere la concentrazione anche nei momenti più concitati».

 

Carboni rivive le emozioni legate all'episodio che avrebbe potuto compromettere tutto quello di buono fatto dai rossoblù. «Avevamo disputato una grandissima partita, dopo un finale di torneo strepitoso: l'unico rammarico era legato al fatto che, seppur in superiorità numerica, non riuscivamo a sferrare il colpo decisivo. Dopo l'errore dagli undici metri ho pensato soltanto che i ragazzi e la nostra gente non si meritavano una sconfitta del genere». Anche l'Ossese però non è stata impeccabile. «Subito dopo il loro primo rigore fallito però le mie sensazioni sono cambiate: ho visto negli occhi dei ragazzi la voglia di portare a casa il risultato; la possibilità di cancellare la bruttissima retrocessione era ad un passo. In quel momento ho capito che ce l'avremmo fatta».


Il Bosa ora può godersi il suo riscatto, ma Carboni frena. «Innanzitutto aspettiamo di avere notizie più precise sui ripescaggi, visto che c'è ancora tanta confusione in merito. Molti sostengono che sia meglio se la Torres vince gli spareggi, per molti altri invece è meglio che non salga. Noi di fatto siamo ancora in Promozione; abbiamo fatto il nostro dovere però bisogna aspettare l'ufficialità». Il futuro del tecnico non è ancora delineato del tutto. «Le cose non dipendono solo da me ovviamente. Io voglio migliorare sempre, il mio obbiettivo è quello di crescere come allenatore, ed in questo senso sono sempre a caccia di esperienze utili che mi possano formare ulteriormente. La verità comunque è che il progetto Bosa non è concluso, mi piacerebbe continuare ma se dovessero arrivare delle proposte importanti le valuteremo con serenità. Per ora posso solo dire che con questi ragazzi sto benissimo, come se fossi in una grande famiglia: proprio per questo credo che sarà dura quando arriverà il momento di lasciarli».

In questo articolo
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Stagione:
2017/2018
Tags:
Promozione
play-off