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Il futuro è in Australia, Marco Spanu dà l'addio alla Ferrini: «Quarto posto inaspettato, lascio una grande famiglia»
Il difensore «Regali? Battere l'Uri e la salvezza»

Il futuro è in Australia, Marco Spanu dà l'addio alla Ferrini: «Quarto posto inaspettato, lascio una grande famiglia»

Un giorno in aereo, da Roma a Taipei (15 ore) e poi da Taipei a Sidney (9 ore), con appresso computer, tablet, telefoni e un carico di speranza. Le scarpette da calcio però restano a Cagliari, dentro la borsa della Ferrini, perché i prossimi sei mesi Marco Spanu li trascorrerà in Australia in cerca di uno sbocco lavorativo dopo la laurea in architettura. Il club cagliaritano perde un pilastro della difesa, ma come dice il tecnico Franco Giordano «va via un ragazzo che ha fatto parte del calcio dilettantistico in modo esemplare, una persona che ogni allenatore vorrebbe augurarsi di trovare tra le proprie fila. Gli auguriamo ogni bene per il suo futuro professionale, in squadra troveremo il modo per colmare la sua assenza con i giocatori che già ho in rosa». L'addio ai compagni, tecnici e dirigenti della Ferrini è avvenuto lunedì, con un pranzo appositamente organizzato nella club house dell'impianto sportivo della società del presidente Pietro Caddeo. «È stato un pranzo un po' lungo - dice ridendo il 27enne cagliaritano - l'hanno organizzato per me, per salutarmi dopo una settimana che festeggiavo con i compagni di squadra. Sono stati tutti grandi e in società dei signori fino all'ultimo, gesti che non sono scontati e fanno molto piacere. Non mi dovevamo niente ma anche in questo caso la Ferrini ha dimostrato di essere una grande famiglia, non solo a parole».

 

Marco Spanu dopo il gol che ha fatto in Coppa Italia al TaloroCosa porti via della Sardegna e cosa farai in Australia?

«Per ora il meno possibile perché l'idea è quella di tornare. Non mi trovo male nella mia terra ma ho l'età per fare questo passo e poi si vedrà cosa offre realmente l'Australia, paese che non conosco. Mi mancheranno familiari e amici, lì è estate e perciò prolungherò la stagione, vorrà dire che farò Capodanno in costume e canottiera. Sarò ospitato a Sidney da un amico, poi al più presto vivrò per conto mio, di sicuro farò almeno sei mesi e poi eventualmente un altro anno, cercherò lavoro, sono un architetto e trovare subito un'occupazione non sarà facile, perciò metto in conto questi sei mesi di ambientamento»

Lasci una squadra che arriverà dove?

«L'obiettivo è salvezza e parto tranquillo, la posizione in classifica è ottima. Ad inizio stagione avevo paura dell'idea che sarei potuto partire con la squadra non messa bene e non speravo certo di trovarmi al quarto posto, pensavo di girare a 20 e invece ne abbiamo 26 con una gara ancora da giocare. Per aggiornare gli obiettivi si vedrà più avanti, ma si sa che il girone di ritorno è sempre più difficile. Vivrò il resto della stagione da lontano, ho chiesto ai miei compagni di non essere escluso dalla chat del gruppo»

Che Eccellenza hai trovato rispetto all'ultima volta giocata con il Serramanna?

«Il livello è sempre buono, con una qualità abbastanza distribuita. Non c'è lo squadrone che deve vincere per forza il campionato, tolto il Porto Corallo tutte le altre squadre sono organizzate e con elementi di spessore»

Qual è stato il segreto per arrivare al quarto posto?

«La tranquillità, il poter lavorare in modo sereno e il fatto di aver tenuto la squadra della Promozione cambiando pochi elementi, scelti sempre con cura e che mai hanno dato problemi all'interno del gruppo. Alla Ferrini nessuno è indispensabile e i giovani ci stanno dando una grossa mano. Coi compagni ci siamo detti che ormai dovremo pescare dai Giovanissimi perché tutti gli altri sono in prima squadra»

Il tutto addio non è passato inosservato: espulsione contro il Calangianus in campionato, gol e cartellino rosso due giorni dopo in Coppa Italia contro il Taloro

«In effetti ho concentrato tutto in due gare perché mi interessava metter in risalto il mio nome in qualche modo. A parte gli scherzi, avrei voluto giocare l'ultima gara a Gavoi, non è stato possibile ma ci hanno pensato i miei compagni a vincere e portare a casa altri tre punti importantissimi»

Peccato saltare proprio la gara contro la capolista del campionato, l'Atletico Uri

«È stato il tema del pranzo d'addio, mi stavano facendo rosicare. Ci arriviamo con due vittorie, ci sarà molta gente al campo ed è una gara che vorresti giocare sempre. Ma avevo già posticipato la partenza che doveva essere a ottobre, alla fine ho fatto quasi tutto il girone d'andata, volevo dare il mio contributo per difendere questa Eccellenza che avevamo conquistato sul campo»

Che regalo hai chiesto alla squadra?

«Di vincere domenica, che è poi la cosa più difficile perché arriva la squadra forse più forte del campionato, sicuramente intenzionata a riscattare le ultime due sconfitte. A me basta la salvezza, il resto sarà un di più»

L'importanza di Franco Giordano in questo percorso di crescita della Ferrini?

«È stato fondamentale sia l'anno scorso che in questa prima parte della stagione. Prepara le gare in modo perfetto, conosce benissimo gli avversari, sa leggere le partite e ci dà una grossa mano per svolgere al meglio il nostro compito in campo, il merito delle vittorie è suo. Sotto l'aspetto umano e della gestione del gruppo sa come agire, si vede che ha fatto tanto calcio»

Dietro un grande allenatore e una grande squadra c'è sempre una grande società

«Assolutamente sì. La Ferrini deve essere un esempio per molte altre società, programma bene, non fa mai il passo più lungo della gamba, sa dove può arrivare e non va oltre, seguendoti in tutto. Ha fatto una crescita razionale, "approfittando" anche del fatto che diverse altre realtà sono allo sbando, ormai la serietà e la programmazione le viene riconosciuta dall'esterno. Io ringrazio tutti i dirigenti per gli sforzi che fanno, trasformando un hobby in lavoro»

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2015/2016
Tags:
Sardegna
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