«Qualcuno ha sottovalutato che ripartivamo dallo stesso gruppo»
Il Taloro si conferma tra le grandi, Fadda: «Piedi per terra, prima la salvezza e poi romperemo le scatole»
Terza vittoria di fila e ritorno in pianta stabile nei playoff al quarto posto, con 28 punti, a due lunghezze dall'Ossese e quattro dalla coppia di testa Latte Dolce-Budoni. Il Taloro vince 2-0 in casa del Sant'Elena si conferma una splendida realtà, plasmata a dovere dal tecnico Mario Fadda che ha portato i rossoblù a fare un salto di qualità senza mai perdere di vista gli obiettivi primari.
«Il nostro ragionamento è sempre lo stesso - dice con serenità mister Fadda - Arrivare a quota 40, stare tranquilli e poi si vedrà. Sappiamo le nostre capacità e le nostre forze, sino all'ultimo cercheremo sempre di rompere le scatole e anche quest'anno un qualcosa di buono possiamo farlo. Adesso apre il mercato, bisognerà capire cosa fanno le altre squadre ma, di sicuro, il Taloro resterà questo, anzi faremo probabilmente qualcosa in uscita per dare la possibilità a qualche ragazzo di giocare di più. Partire con lo stesso gruppo dello scorso anno, a noi e all'Ossese, ha dato un punto di vantaggio, una cosa che si è sottovalutata. Bisogna sempre stare coi piedi per terra e non farsi prendere dall'entusiasmo quando ti va bene e dallo sconforto quando ti va male. Noi abbiamo allestito un gruppo che potesse reggere dall'inizio alla fine, sapendo i nostri obiettivi».
In estate sulla bocca di club di serie D ma Fadda spiega il perché è rimasto a Gavoi: «Molti mi dicevano: "Sei pazzo, perché stai riaccettando il Taloro?". Perché penso che lo scorso anno non sia stato un miracolo, ora posso dire che a 4 giornate dalla fine abbiamo buttato via il campionato per un pallone messo in area al 95' e lì la sorte non ci ha baciato. Ora abbiamo costruito un qualcosa che potesse migliorare quanto fatto l'anno scorso, ringiovanendo l'organico e sta andando bene. Giochiamo sempre con un 2006 (Luppu, ndr), e i nostri giovani non hanno esperienze di altri campionati coi "grandi". Ma Roberto Mele cresce bene...».