«Stop da 14 giorni, le Autorità sanitarie si attivino con urgenza»
Ilva, gruppo squadra bloccato in attesa di tamponi: «Non possiamo più chiedere ai nostri tesserati di rimanere in isolamento volontario»
La ripresa del calcio dilettantistico è stata accolta con grande entusiasmo da dirigenti, tecnici e atleti ma viene accompagnata da una fragilità che rischia di far inceppare la macchina organizzativa fin dai primi impegni ufficiali che, nello specifico della realtà sarda, sono stati programmati il 13 settembre con le gare di Coppa Italia di Eccellenza e Promozione. C'è ancora un po' di confusione nella gestione di un caso positivo al Covid-19 all'interno del gruppo squadra e la mancanza di tempestività nell'azione delle Autorità sanitarie rischia di creare grossi problemi in seno alle società di calcio dilettantistiche.
Così capita che nell'Ilvamaddalena, in seguito all'esito della positività di un proprio tesserato, da una settimana non è stata presa nessuna misura di accertamento sugli altri componenti del gruppo mentre un secondo tesserato si trova dal 25 agosto in quarantena fiduciaria al proprio domicilio in attesa di essere sottoposto al primo tampone. Il club del neo presidente Enzo Del Giudice, attraverso un nota ufficiale, ricostruisce la vicenda esprimendo la preoccupazione e la difficoltà nel mantenere in "isolamento volontario senza alcun obbligo" il resto del gruppo squadra,
Il comunicato ufficiale della società Ilvamaddalena
Malgrado siano trascorse ben due settimane dall’inizio dell’isolamento dei tesserati della ASD Ilvamaddalena 1903 e una settimana dall’esito positivo del tampone al quale è stato sottoposto un giocatore, ad oggi nessuna misura di accertamento o contenimento è stata disposta dalle Autorità sanitarie con riferimento agli altri componenti della squadra.
Ciò ci procura seria preoccupazione per la incresciosa situazione venutasi a creare, in considerazione dei tempi di intervento non chiari e intempestivi e della totale mancanza di comunicazioni e disposizioni da parte dei responsabili del Servizio sanitario regionale.
Avendo appreso, inoltre, che sono state messe in circolazione notizie false e, per certi versi, calunniose, nel malcelato intento di fornire una ricostruzione volutamente distorta della vicenda di un altro nostro tesserato, tuttora in quarantena fiduciaria per presunti sintomi da Covid-19, al fine di ristabilire la verità, teniamo a precisare che l’iter seguito al riguardo è quello dettato dalle prescrizioni in vigore nel territorio.
Nello specifico è avvenuto che nella mattinata del 25.8.2020, per imposizioni normative, veniva negata al predetto tesserato l’attribuzione del medico di base e consigliato, di contro, di recarsi al P.S. del locale Ospedale Civile per essere sottoposto a controllo, ovvero, a presentarsi alle h. 20.00 della medesima giornata presso la Guardia Medica. Poiché il ragazzo, seppure completamente apiretico fin dall’inizio, accusava comunque un malessere generale, molto responsabilmente veniva accompagnato al Pronto Soccorso dove, nel rispetto dei previsti protocolli sanitari, veniva redatto il modulo di “primo contatto” ed invitato a sollecitare l’intervento dell’U.S.C.A. Orbene, seppure ciò sia puntualmente avvenuto, a tutt’oggi, a distanza di 14 giorni, il diretto interessato si trova ancora in isolamento fiduciario presso il proprio domicilio, in attesa di essere sottoposto al primo tampone.
Tanto premesso, auspichiamo, quindi, che le competenti Autorità sanitarie vogliano finalmente, attivarsi con l’urgenza che il caso esige, tenendo presente che, alla data odierna, tutti i componenti della rosa della prima squadra della Società in indirizzo hanno sospeso precauzionalmente l’attività da 15 giorni, non hanno più contatti diretti tra loro e che sono in attesa da oltre una settimana di essere a loro volta sottoposti ad analoga verifica medica.
A tale proposito significhiamo che:
a) non siamo più nelle condizioni di chiedere ai nostri tesserati di proseguire nel coscienzioso sforzo, disciplinatamente rispettato, di rimanere in isolamento volontario senza alcun obbligo, essendo alcuni di loro padri di famiglia e lavoratori. Tanto meno possiamo assumere provvedimenti coercitivi e continuare a negare l’attività sportiva una volta trascorsi più di 15 giorni dall’ultimo contatto con il tesserato risultato positivo;
b) la situazione rischia di assumere contorni grotteschi se si pensa che nella vicenda sono coinvolti, loro malgrado, genitori, coniugi e minorenni che dalla prossima settimana dovranno riprendere anche l’attività scolastica.