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Incontro dei membri sardi dell'AIAC per discutere la proposta di allenatori senza patentino
REAZIONE COMPATTA: SENZA TITOLO NON C'È ALLENATORE

Incontro dei membri sardi dell'AIAC per discutere la proposta di allenatori senza patentino

I tecnici dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) si sono riuniti a Cabras per fare il punto su un provvedimento che fa già discutere: quello di poter allenare, in alcune categorie, senza l’obbligo del relativo patentino.

Angelo AgusLa proposta presentata dalla Federazione che permetterebbe, in 1ª e 2ª categoria, di vedere in panchina allenatori che, di fatto, non potrebbero essere considerati tali per la mancata acquisizione dell'abilitazione.

Nella seduta presieduta da Angelo Agus si è parlato, ovviamente, anche dei quattro fuoriquota obbligatori, dalla prossima stagione, nel campionato di Eccellenza.

L’incontro degli allenatori operanti in Sardegna ha fatto registrare la partecipazione di allenatori provenienti da tutte le serie ed è stato animato da molti interventi.

Il giudizio espresso dai protagonisti in merito al tema del “patentino”è stato unanime: indignazione e preoccupazione per la proposta definita come «notizia pericolosa e disattesa».

Disattesa da parte degli allenatori che reclamano a gran voce il diritto di sedere con le altri componenti e discutere, anche in fase propositiva, le scelte che, come questa, dovrebbero essere condivise da tutte le parti in causa nel mondo del calcio.

Pericolosa perché mette in discussione la professionalità della figura di allenatore, penalizza i giovani che si troverebbero ad essere formati da personale non qualificato e, infine, lede il diritto di chi ha investito tempo, capacità e denaro per ottenere la qualifica di allenatore ed esercitare secondo i dettami della scuola di Coverciano.

Gli allenatori AIAC nell'incontro di Cabras

Per gli allenatori, quindi, quella che potrebbe verificarsi è una vera e propria delegittimazione di categoria. Il dibattito al termine delle comunicazioni ufficiali da parte dei rappresentanti regionali dell’AIAC ha potuto contare su numerosi e interessanti interventi in cui, dopo aver valutato la proposta della federazione, si è discusso sulle misure da prendere e sulle soluzioni da adottare.

Una cosa è certa: gli allenatori sono compatti riguardo alla proposta della federazione.

Consapevoli che ogni categoria abbia dei diritti e dei doveri sottolineano l’impegno, da parte loro, di aggiornarsi e migliorare continuamente. Ma chiedono rispetto e considerazione, a garanzia della loro categoria, del calcio in generale e, nello specifico, dei giovani che si avvicinano a questo sport.

La videointervista ad Angelo Agus

La videointervista a Vincenzo Valente

La videointervista a Roberto Sanna

La videointervista a Tiziano Serpi

Le foto dell'incontro

 

NELLA PAGINA SEGUENTE LE DICHIARAZIONI DEGLI ALLENATORI CHE HANNO PRESO PARTE AL DIBATTITO.

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Giovanni MuroniCome reagire, dunque, secondo gli allenatori alla proposta di poter alenare, seppur solamente in 1ª e 2ª categoria, senza il patentino? Le soluzioni proposte sono state diverse: sospensione dei corsi, azioni economiche come la sospensione dei pagamenti delle quote associative e, persino, la richiesta di intervento dei colleghi della Serie A, in modo da dare risalto alla notizia. In ogni caso, qualunque sia la reazione adottata, non stare in silenzio.

E a dare un primo e forte segnale sono stati proprio gli allenatori che hanno partecipato al dibattito, pur non essendo direttamente coinvolti dalla proposta.

Ignazio Argiolas, allenatore docente a Coverciano, e dunque membro del Settore tecnico FIGC ha preso la parola per sottolineare quanto sia importante la formazione e il conseguimento del patentino: una garanzia nei confronti dei calciatori che contano su personale altamente qualificato. «La scuola di Coverciano ce la invidiano in tutto il mondo. Ha formato fino ad oggi tantissimi tecnici preparati che hanno investito tempo, e, mi sia permesso ricordarlo, anche denaro per migliorare continuamente. Se in giro per il mondo troviamo così tanti allenatori italiani lo dobbiamo all’alto grado di preparazione che il nostro paese richiede per allenare e offre grazie a scuole e corsi di formazione e aggiornamento».

, ex allenatore con un’esperienza trentennale sposta l’accento su una questione più specifica riguardo a questa decisione, quella della revoca di un diritto. «Cosa diremmo se da un giorno all’altro un ingegnere o un medico venissero privati del loro titolo? Il titolo conseguito è un diritto che non si può revocare, è la garanzia dell’impegno e della professionalità che stanno dietro a una persona. Chi ha conseguito il patentino non può vedere in panchina una persona che non ha realizzato il suo percorso: senza patentino non possiamo neanche parlare di allenatore».

Tonuccio UsaiTonuccio Usai, invece, parla di «evento importante di confronto per la categoria». E aggiunge che «per modificare le carte federali occorre la maggioranza del consiglio. È un fatto grave che il presidente si permetta, con una circolare, di tonare indietro di venti anni. L’Associazione Allenatori conta, ha il suo peso, e deve mobilitarsi. Sono necessari l’allargamento dell’obbligatorietà anche nelle categorie giovanili e un aggiornamento continuo, ma la partecipazione deve migliorare: dovrebbe essere obbligatoria».

E conclude dicendo che da oltre due anni c’è una stasi non produttiva. «L’associazione deve essere autonoma e autorevole ma soprattutto credibile».

Maurizio Erbì, l’ultima stagione sulla panchina del Samassi, ribatte che «Gli obblighi non vanno bene.È in gioco la figura professionale dell’allenatore e questi ha il compito di dare certezze ai giovani. Maurizio ErbìC’è un attacco diretto alla figura degli allenatori e questo è un messaggio negativo: bisogna riportare la figura professionale dell’allenatore a ciò che merita». Sui fuoriquota presenta una proposta alternativa: «per l’eccellenza si poteva bloccare a tre il numero dei fuoriquota, mentre la promozione è forse il campionato più idoneo per imporre il numero di giovani a 4». Secondo Erbì «si fanno scelte sulla base dell’emotività e non razionali. Si tratta di decisioni prese sull’onda della crisi e delle proteste dei dirigenti» e per questo motivo si perdono di vista gli obiettivi concreti che portano a quelle scelte.

Uccio Ledda, presidente dell’AIAC Grupp. Nuoro, dà qualche indicazione pratica. Innanzitutto un allineamento con le altre regioni, per pesare di più. Per quanto riguarda il contrattacco, invece, propone l’obbligo di presentazione del bilancio per sapere quanto effettivamente vengono pagati gli allenatori e come questo influisca sul bilancio. Una proposta molto pertinente, tenendo in conto che a giustificazone di tagli e nuove proposte viene continuamente tirata in ballo la crisi economica, di cui gli allenatori, in quanto categoria, non si sentono certo i primi responsabili.

Rossano Loi, Maurizio Erbì e Sergio FaddaInfine gli interventi di Rossano Loi e Sergio Fadda, che riprendono argomenti già espressi dai due mister proprio sulle pagine di Diariosportivo. Per Loi gli allenatori dovrebbero costituirsi «come parte civile, come parte offesa, contro federazione e coni per abuso di professione».

Sergio Fadda, insegnante e allenatore, sottolinea il parallelo tra e due figure e si chiede se i genitori si sentirebbero tranquilli a sapere che i loro figli non hanno dei docenti formati e con un titolo: perché di questo si parla, della formazione e del futuro di tantissimi giovani.

La videontervista a Giovanni Muroni

La videontervista a Tonuccio Usai

La videontervista a Maurizio Erbì

La videontervista a Rossano Loi

Le foto dell'incontro

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
Intervista