Sabato la grande sfida: ogliastrini vice-capolista, sassaresi sesti
Lanusei-Latte Dolce è la Sardegna che primeggia: due strade diverse per programmare un calcio vincente
Due modi diversi di fare calcio, due differenti organizzazioni societarie ma due squadre sarde entrambe protagoniste del girone G di serie D e che stanno portando alla ribalta il football isolano fin troppo bistrattato negli ultimi due campionati dopo il bagliore fornito da Arzachena e Olbia. Lanusei e Latte Dolce sono ora il meglio del pallone a quattro a mori che sabato si troveranno l'una di fronte all'altra. Gli ogliastrini hanno già toccato la vetta due volte, nell'ultimo turno in cui hanno pareggiato in casa della Flaminia sono passati in seconda posizione ad una lunghezza dal Trastevere e ora puntano a riconquistare l'olimpo di un raggruppamento in cui si sono guadagnati il titolo di "rivelazione" sin dalle prime giornate. I sassaresi, invece, hanno avuto un approccio diverso in questo inizio di campionato, meno brillante e con qualche pareggio di troppo ma con un crescendo interessante nei risultati e nelle prestazioni che li potranno far diventare, alla lunga, una potenziale capolista in attesa che le protagoniste annunciate, Avellino, Latina e Aprilia, cambino realmente passo.
Il Lanusei sta facendo parlare di sé da diverse settimane, tutti lì a capire il fenomeno di una società che si è salvata ai playout lo scorso 20 maggio e in poco tempo ha messo in piedi un gruppo di lavoro vincente con l'occhio sempre attento al budget. Qualcosa si era vista nel girone di ritorno dello scorso campionato quando con Graziani in panchina aveva cambiato marcia fino ad arrivare alla salvezza condannando la Nuorese. Ha perso però il tecnico massese, non è riuscita a trattenere alcuni big come la coppia d'attaccanti Camilli-Papini e il fantasista Masia e diversi giovani. Ma il presidente Arras, il dg Asoni e il resto della dirigenza, con l'ambizione di chi al quarto anno di serie D non voleva soffrire, ha comunque bloccato l'anima della squadra - La Gorga, Bonu, Ladu, Dementis, Floris - ha chiamato in panchina un tecnico emergente come Aldo Gardini, passato da vice di Pirozzi a condottiero del Trastevere, un diesse esperto come Gigi Abbate che ha fatto valere un bagaglio di competenza pluriennale e un ricco pacchetto di relazioni per portare in Ogliastra una decina di giovani di grande avvenire da tutta Italia. Si è scommesso su una punta classe '96 come Bernardotto, autentico trascinatore e simbolo del credo del tecnico (tenacia, ambizione, abnegazione), un difensore di rendimento come Congiu, un esterno di qualità come Quatrana e poi tanto lavoro, entusiasmo e forza. Con un gioco arioso, sfrontato e frizzante Ladu e compagni stanno ottenendo i risultati e guadagnandosi il rispetto di tutte le avversarie.
Il Latte Dolce sta attraversando una mutazione genetica da club di quartiere, portato al campionato nazionale con la passione e la lungimiranza di dirigenti storici quali Alessio Marras, Roberto Fresu e Adriano Fantoni, a società più ricca economicamente e con una visione manageriale data dagli ingressi di giovani e ambiziosi imprenditori tra i quali Pierluigi Pinna e Andrea Maddau, tra i fondatori di Abinsula (azienda specializzata in software per auto), e Gianluca Manca, anima di Matica (azienda di automazione industriale). Un club guida del calcio sassarese che non vuole sostituirsi alla Torres ma che con i rossoblù vorrebbe sinergicamente approdare nel professonismo. Il primo tentativo di miscela con la società storica della città è andato a vuoto, se ne riparlerà probabilmente alla fine di un campionato che vedrà i biancocelesti protagonisti. Il Latte Dolce è la risposta migliore a chi pensa che in una stagione di molto inferiore alle aspettative non ci sia tutto da buttare. E allora in estate bando alle rivoluzione ma solo la convinzione che si è comunque intrapresa la strada giusta tenendo l'ossatura della squadra che si è salvata alla penultima giornata: il portiere Garau, i difensori Cabeccia e Patacchiola, i centrocampisti Bianchi e Masala, gli attaccanti Scanu e Palmas. La retroguardia è stata puntellata da un centrale di grande carisma come Antonelli e l'attacco con un argentino dalle grandi potenzialità come Sartor da qualche gara fermo ai box. Ma la carta vincente sta diventando l'allenatore, Stefano Udassi, scelto per i meriti acquisiti sul campo e in categorie inferiori alla guida di Castelsardo, Tergu e Stintino, che dà il giusto valore al settore giovanile (da sempre un punto di forza) e al giocatore sardo: ecco spiegati gli arrivi di Tony Gianni e Carboni, i ritorni alla base di fuoriquota quali Pireddu, Tuccio e Gadau.
La sfida di sabato al Lixius. Si vedranno due scuole diverse, chi ha varcato il Tirreno per sorprendere e chi ha scavato nell'entroterra per voler primeggiare. Due modi di agire che confermano che le strade per crescere sono diverse e percorribili anche dagli altri club isolani se dietro c'è competenza e raziocinio. In termini numerici la differenza la stanno facendo i 21 punti del Lanusei contro i 17 del Latte Dolce, anche se molti numeri riavvicinano le due contendenti: sono le uniche con minor sconfitte (solo 1 in 10 gare); hanno la seconda miglior difesa (solo 7 gol subiti) dietro a Monterosi e Latina (entrambe a 6); attacchi quasi identici con gli ogliastrini ad aver segnato 15 reti e i sassaresi 13 (senza poter mai utilizzare Doukar), due gol in più che probabilmente hanno determinato le 6 vittorie dei primi contro le 4 dei secondi che, gioco forza, hanno due gare in più pareggiate (5 a 3). La squadra di Gardini è imbattuta in casa, quella di Udassi lo è fuori, può darsi che spunti un pareggio ma sarà comunque uno spettacolo e gli applausi andranno in ogni caso al Lanusei e al Latte Dolce. Che si sono incontrate ad inizio settembre quando era ancora calcio d'agosto: vinsero gli ogliastrini 1-0. (nella foto di Alessandro Sanna, Andrea Carta del Lanusei e Marcos Sartor del Latte Dolce)