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L'Atletico Uri ha ripreso a correre, Borrotzu: «Non siamo partiti per vincere il campionato ma lotteremo fino in fondo con Latte Dolce e San Teodoro»
Per il bomber già 17 gol: «A 20 pagherò una cena»

L'Atletico Uri ha ripreso a correre, Borrotzu: «Non siamo partiti per vincere il campionato ma lotteremo fino in fondo con Latte Dolce e San Teodoro»

L'Atletico Uri festeggia il Natale in vetta, seppur in condominio con Latte Dolce e San Teodoro e il suo capitano Antonio Borrotzu (foto Vanessa Marongiu) chiude il girone d'andata con 17 reti all'attivo. La matricola sassarese ha ripreso a correre e la vittoria per 3-1 sul campo della Ferrini, con la doppietta del bomber, è il segnale migliore che la squadra di Giovanni Muroni potesse dare prima della sosta: cancellate le due sconfitte di fila contro Ghilarza e San Teodoro che avevano messo dei dubbi sulla tenuta dei giallorossi. «I cagliaritani non avevano mai perso in casa - ricorda l'attaccante classe 1978 - e questo fa capire la nostra forza e cosa siamo ancora in grado di fare. Il risultato è giusto e la vittoria meritata ma non è stata mica semplice, nel secondo tempo ci hanno messo in difficoltà, sono un'ottima squadra, con giocatori di esperienza come Dessì, Argiolas, D'Agostino e con dei giovani davvero bravi. Giocano bene, si vede l'impronta che ha dato il tecnico Giordano e non so in quanti faranno punti sul loro campo. Ma della Ferrini voglio sottolineare la loro incredibile ospitalità. Da 14 anni che sono rientrato in Sardegna a giocare non avevo ancora visto un terzo tempo così, hanno perso ma erano tutti col sorriso, lo spirito deve essere questo. Sono persone stupende e faccio i complimenti ai loro dirigenti, ai giocatori e al tecnico per come vivono il calcio, si vede che c'è un ambiente sereno».

 

Antonio Borrotzu, 17 gol in un girone e Atletico Uri in testaAl di là del risultato rotondo, per voi era importante ritrovare la vittoria dopo le due battute a vuoto

«Abbiamo dato un bel segnale dopo due ko che non direi inaspettati perché avevamo affrontato due grandi squadre come Ghilarza e San Teodoro. Era giusto far vedere che ci siamo anche noi per il primo posto»

Passato un girone l'Atletico Uri si gioca il campionato solo con Latte Dolce e San Teodoro?

«Noi non siamo partiti che dovevamo vincere per forza il campionato ma ora siamo in ballo e balleremo. Non abbassiamo la guardia, staremo lì fino alla fine, se non dovessimo vincere - e non è facile vincerlo perché ci sono avversarie forti quanto noi e forse di più - almeno vorremmo centrare i playoff. Nel girone di ritorno potrebbero farsi sotto il Tergu e il Ghilarza, d'altronde noi avevamo 6 punti di vantaggio su Latte Dolce e San Teodoro e in due settimane ci hanno subito acchiappato. Certo è che chi insegue non può pensare che tutt'e tre perdano punti però le squadre di Boncore e Mannu staranno molto in alto»

Che caratteristiche hanno le vostre due rivali?

«Il Latte Dolce, guardando i numeri, è la più quadrata e forte del terzetto in testa, noi e il San Teodoro siamo un gradino sotto. Se hanno subito solo 7 gol, i galluresi 16 e noi 21 una differenza c'è. La squadra di mister Paba fa dell'intensità l'arma migliore, giocano bene sul breve, sono vivaci e rapidi, fanno un'ottima fase difensiva. Anche i viola di Tatti giocano bene, non sono per niente improvvisati, ma fanno le giocate con un ritmo minore, come noi d'altronde»

Cosa vi è successo contro Ghilarza e San Teodoro?

«Succede che dopo 8 vittorie di fila probabilmente scendi in campo sicuro di te stesso, non pretendevamo certo di vincere col minimo sforzo ma questo è un campionato importante dove non puoi mai abbassare la guardia e certi imprevisti succedono. La partita col Ghilarza è stata affrontata con il piglio sbagliato, siamo entrati in campo un po' presuntuosi, ci hanno dato due sberle e nemmeno le abbiamo sentite, poi dopo l'espulsione di Cardone non c'è stata più storia, hanno meritato la vittoria. Anche col San Teodoro l'approccio è stato sbagliato, abbiamo avuto qualche occasione, Corsi ha fatto belle parate ma alla fine è giusto dire che pure loro hanno meritato i tre punti»

Nel mercato di dicembre pochissimi movimenti per voi come anche per Latte Dolce e San Teodoro, pochi soldi o giusta programmazione?

«Io posso parlare dell'Uri e dico che siamo partiti per fare campionato di alta classifica e non per vincere, la società non fa mai il passo più grande della gamba, anche quando abbiamo perso le due gare ci è stata vicina, se dovessimo finire la stagione al primo posto sarà contentissima altrimenti va bene lo stesso. Per le altre squadre non so che ragionamento abbiano fatto, di sicuro i soldi di prima non ci sono più e ora si sta più attenti a come spenderli. A parte il Tergu non c'è chi abbia fatto movimenti importanti in entrata»

Andiamo sul personale, chiudere il girone d'andata con 17 gol segnati era impensabile ad inizio stagione

«Io ho sempre creduto nelle mie possibilità  e riconosco pure il valore dei miei compagni. Non ho avuto mai dubbi che avrei potuto segnare 20 gol ma non pensavo di poter essere già a quota 17. Tra l'altro sono a tre gol dal pagare una cena a degli amici perché gliel'avevo promessa nel caso fossi arrivato ad una cifra così. Certo che se chiudo a 20 vuol dire farne solo tre nel girone di ritorno e io non ho intenzione di fermarmi»

A quando l'ultima accoppiata capocannoniere-vittoria del campionato in Eccellenza?

«A Tempio, nel 2005-06. Per me questo è il quinto campionato che faccio in Eccellenza, oltre col Tempio l'ho vinto anche con l'Alghero (2003-04, ndr) e il Tavolara (2006-07, ndr), poi sono arrivato sesto con il Santa Maria La Palma di Alghero con Muroni tecnico. Alla fine mi piacerebbe vincere la classifica cannonieri ma non ne faccio una malattia, ci sono in lotta altri attaccanti molto bravi che mi daranno battaglia, speriamo di giocarcela fino in fondo»

Sul podio ci sono Fabio Argiolas con 13 gol e Christian Ibba con 12, entrambi 32enni a testimonianza che l'esperienza conta molto

«Stiamo parlando di due giocatori che in questa categoria hanno sempre fatto tanti gol e coi quali non ho mai avuto il piacere di giocarci assieme. L'esperienza conta eccome, vedo tanti attaccanti che mi passano sopra ma poi non sanno calciare in porta»

In questa stagione prolifica c'è anche uno spirito di rivalsa nei confronti di chi ti dava per finito?

«Premetto che il calcio dev'essere un divertimento e a Uri lo è per davvero, i nostri risultati nei tre anni lo testimoniano grazie ad una società che ci mette in condizioni di fare calcio divertendoci. Quando sono andato via da Budoni un po' di stimoli mancavano, ora qui è automatico averli. Delle voci esterne non mi curo, sono dieci anni che mi dicono di tutto, che sono grasso, che sono vecchio, si parla per invidia o cattiveria, ma questa gente è anche la mia forza perché più mi criticano e più segno. Io poi ho sempre avuto una struttura fisica grossa e ora non ho certo lo scatto di qualche anno fa, è normale che possa sembrare in sovrappeso, però me lo dicevano pure quando avevo 27-28 anni...»

E ogni gol che fai è per una tifosa speciale

«Mia figlia Maria Grazia viene ad ogni gara, pure in trasferta. Anche lei fa parte di quella voglia che ho dentro di far bene sul campo e quando segno la vedo contentissima. Dopo la partita persa col San Teodoro mi ha mandato un messaggio al telefono con scritto: "Papà non importa, sei stato bravissimo". Oggi ha compiuto 11 anni, avrà il doppio regalo visto che c'è Natale ma per lei i soldi sono sempre spesi bene»

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2015/2016
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Sardegna
17 Andata