«Il club dovrà tenersi stretti i giovani talenti locali»
L'Ovodda in Promozione tra gli applausi, Coinu: «Voglia e passione, stagione perfetta dei miei ragazzi»
In casa Ovodda hanno diversi motivi per ritenersi più che soddisfatti: la vittoria del del girone C di Prima categoria è arrivata con due turni di anticipo, grazie al netto successo per 4 a 1 contro il Sadali, ma quello che ha impressionato maggiormente è stata la personalità mostrata in campo dai ragazzi terribili allenati da mister Giacomo Coinu. Il club è riuscito ad allestire una rosa piena zeppa di giovani talenti locali che, per buona parte della stagione, è riuscita a mettere in mostra giocate raffinate, attirando le attenzioni di tutti gli addetti ai lavori, con prestazioni sempre brillanti ed entusiasmanti. I granata al momento hanno sei punti in più rispetto al Pozzomaggiore che, all'ultima giornata, non giocheranno il match col Nurri ritiratosi dal campionato. E c'è da scommettere che nei prossimi 180' di gioco proveranno ad aumentare il divario per piazzare, come si dice, la classica ciliegina sulla torta.
Spetta al tecnico granata fare un riassunto di un'annata vissuta, davvero, a cento all'ora, che ha portato al meritatissimo salto in Promozione.
«Abbiamo affrontato la sfida contro il Sadali nel migliore dei modi — dichiara mister Giacomo Coinu — nonostante ci fosse un pizzico di paura, dopo la sconfitta di Narbolia. Siamo scesi in campo con il chiaro intento di chiudere il discorso per il primo posto nel più breve tempo possibile. C'è da dire, comunque, che i ragazzi in settimana si sono allenati molto bene, dunque in campo abbiamo concesso davvero pochissimo ai nostri avversari, senza rischiare praticamente nulla. La gara si è messa subito in discesa e noi non potevamo sbagliare, soprattutto perché sabato scorso, ad assistere al confronto, c'era il pubblico delle grandissime occasioni: una cosa che non si vedeva da tanto tempo, è stata una bellissima giornata di sport per tutti».
L'entusiasmo, si capisce bene, è schizzato alle stelle subito dopo il triplice fischio dell'arbitro.
«Qui a Ovodda la gente è sempre stata molto attaccata alla squadra, l'attenzione nei confronti del calcio dilettantistico non è mai venuta a mancare, a prescindere dai risultati; è chiaro poi che se corri per il primo posto i tifosi sono più invogliati a partecipare e c'è maggiore riscontro».
I granata sono riusciti a mettere in piedi un girone di ritorno ad alti livelli: 7 vittorie, 2 pareggi e il ko con la Narboliese.
«Anche in quello dell'andata, comunque, ci eravamo espressi benissimo, considerando che abbiamo perso solo l'ultima partita, in casa del Silanus. Il nostro cammino è stato piuttosto regolare, ci siamo allenati con grande costanza, nonostante tutte le difficoltà che puoi incontrare quando giochi per una squadra di un paese molto piccolo; tanti ragazzi lavorano e dunque a volte erano costretti a fare un po' i salti mortali, ma la voglia e la passione non sono mai venute meno, ed è questa una delle cose che mi piacerebbe sottolineare».
I tecnici delle squadre avversarie hanno speso complimenti importanti per il gioco mostrato dai ragazzi di Coinu.
«Ho cambiato formazione praticamente in ogni partita, per i motivi più disparati; capitava che qualcuno avesse qualche problemino di salute, altri magari si allenavano meno e dunque, assieme al mio collaboratore Marco Frongia, che qui a Ovodda è un'istituzione, ci siamo dovuti rimboccare le maniche, ma c'è da dire che le cose sono andate benissimo, anche per merito suo, ci tengo a sottolinearlo». L'allenatore dei granata poi aggiunge: «I ragazzi si sono applicati molto dal punto di vista tattico: durante le partite ci capitava di cambiare modulo in corsa, passando dal 4-4-2 al 4-3-3 al 4-2-3-1; diciamo che valutavamo di settimana in settimana quale assetto adottare, non tanto in base alle caratteristiche dell'avversario ma a seconda di chi avevamo a disposizione».
I numeri parlano chiaro: terzo migliore attacco, almeno sino a questo momento, e miglior difesa in assoluto, con appena 12 reti subite.
«Ci siamo concentrati molto nel curare ogni dettaglio per quanto riguarda la fase di non possesso, ma sicuramente la qualità dei nostri interpreti ha fatto la differenza, a partire da due portieri molto validi come Pili e Meloni, sino ad arrivare a Luca Pili, Matteo Satta e tutti gli altri ragazzi di Ovodda che facevano parte del pacchetto arretrato: meritano un applauso per quello che hanno fatto. Ma c'è da dire che se abbiamo incassato così pochi gol è anche grazie al grande lavoro fatto dai centrocampisti, e anche gli attaccanti si sono sacrificati tanto in copertura».
L'Ovodda ha messo in mostra, tra le altre cose, una serie di giovani locali molto interessanti, che sono già finiti nel mirino di diverse squadre dell'isola: è il caso, ad esempio, di Edoardo Sedda, il capocannoniere della squadra con 16 reti.
«Edoardo è un classe 2000 che ovviamente può ancora crescere tantissimo, ma nonostante l'età si sta già ritagliando uno spazio importante. Assieme a lui ci sono anche altri classe 2001 e 2002 davvero molto promettenti. Il club dovrà tenerseli stretti perché sono veramente bravi: cito ad esempio Luca Lai, un mancino che ha un piede d'oro, può giocare indifferentemente a destra o a sinistra, come esterno alto o basso. Anche Cristoforo Sedda potrà togliersi tante soddisfazioni se continuerà su questa strada: usa entrambi i piedi con grande disinvoltura e ci sono pochi giocatori con questa caratteristica. Non vorrei dimenticare però Samuele Frongia, un classe '97, e Leonardo Vacca, un classe '95. Per essere la squadra di un paese di 1500 abitanti possiamo ritenerci davvero soddisfattissimi, stiamo parlando di tanta roba».
Coinu evidenzia una delle tappe più importanti dell'intera stagione.
«Ero molto curioso di vedere come si sarebbero comportati i miei contro il Pozzomaggiore, una gara a cui tenevo in maniera particolare, proprio a livello personale, considerando che i rossoblù, assieme al Samugheo, erano le squadre più attrezzate e, dunque, le avversarie da battere. Non perdere contro di loro significava aggiungere autostima nella testa dei ragazzi e consapevolezza sui nostri mezzi e sugli obiettivi che potevamo raggiungere».
I momenti difficili non sono mancati:
«L'emergenza più grossa che ho dovuto affrontare è coincisa con la partenza di Filippo Littarru, che è stato ceduto sia per motivi di lavoro e sia perché, comunque, aveva ricevuto un'offerta importante da una squadra dell'Eccellenza. Così, di punto in bianco, ci siamo ritrovati senza punti di riferimento in avanti, ma per fortuna siamo subito riusciti a colmare questa lacuna con un ragazzo di Fonni, Stefano Puddu, che ci ha dato davvero una grossa mano ad assestare la squadra. Poi è arrivato anche Antonio Curreli, un giocatore che in passato ha militato in Eccellenza e che al momento fa il militare a Cagliari: nonostante si potesse allenare solo il venerdì è riuscito ugualmente a dare il suo contributo».
Ora ci sarà da capire se il tecnico proseguirà la sua avventura con il club granata anche nel campionato di Promozione.
«Cerchiamo di concentrarci su queste ultime due giornate di campionato che mancano per finire la stagione, poi parlerò con la società e cercheremo di dipingere il quadro della situazione. Se la dirigenza deciderà di puntare ancora su di me dovremmo comunque fare delle valutazioni assieme, perché il campionato di Promozione è molto dispendioso, soprattutto in termini di tempo, e io faccio l'allenatore soprattutto per passione: chiaramente non posso lasciare il mio lavoro per il calcio, quindi dovrò valutare bene tutti gli aspetti; per prima cosa ci sarà da capire se verranno ripristinati i due gironi da 18 squadre; ma se ci fossero le condizioni per continuare non mi tirerei di certo indietro». Coinu aggiunge: «Ho già allenato in Promozione: parliamo sicuramente di un campionato diverso rispetto a quello della Prima, ma anche molto bello: affronti società più organizzate e più blasonate, senza nulla togliere alle formazioni di Prima Categoria, come ad esempio Macomerese, Usinese, Stintino, Porto Torres, l'altra neopromossa Alghero. Da barbaricino mi auguro che non ci sia la Nuorese, perché vorrei che rimanesse in Eccellenza; sarebbe comunque un onore poter andare a giocare in piazze così importanti».
Si chiude con le dediche di rito:
«Per prima cosa penso alla mia famiglia, che mi sostiene e mi accompagna sempre; ogni domenica mia moglie e i miei tre bambini piccoli vengono a fare il tifo e capisco benissimo quanto possa essere difficile e problematico seguire un padre con tutti questi impegni (ride); ho la grande fortuna comunque di stare assieme ad una ragazza sportiva che mi capisce alla perfezione. Ci tengo a ringraziare la società e tutto il paese, per il modo encomiabile in cui ci hanno sostenuto».