Il tecnico: «Il nostro orgoglio è stato decisivo»
Oristanese, la vittoria nel derby rilancia l'ambiente, Costella: «Importante ripartire dopo il ko con il La Caletta»
Dopo quattro turni di digiuno, l'Oristanese ritorna alla vittoria e lo fa nel migliore dei modi, aggiudicandosi uno dei derby più sentiti degli ultimi anni contro la Tharros seconda in classifica, in piena lotta per centrare un posto play-off.
Un successo, forse il più importante della stagione, dal sapore particolarissimo per i ragazzi allenati da mister Manolo Costella, in sella sulla panchina dei bianco-rossi dopo la bella esperienza ad Arborea, che si aggiudicano, oltre all'onore e al prestigio, tre punti vitali per la corsa alla salvezza, allungando a +4 il vantaggio nei confronti del Macomer quartultimo.
All'orizzonte, intanto, l'ennesimo scontro decisivo e carico di significati con l'Atletico Cabras: sarà importante ripetere l'ottima prestazione messa in mostra nell'ultima uscita, per non vanificare tutti gli sforzi fatti sino ad ora.
«Era importante ripartire nel migliore dei modi dopo la bruttissima sconfitta rimediata in casa contro il La Caletta; la nostra situazione in classifica si è fatta critica, ma l'ultima vittoria, arrivata peraltro contro un avversario di spessore e secondo in classifica, ci ha aiutato a ritrovare un pizzico di serenità. Dobbiamo fare attenzione però – continua Costella – perchè non siamo ancora fuori pericolo».
Il tecnico applaude i suoi, artefici di una gara tutta cuore e grinta.
«I ragazzi, come sempre del resto, nel momento di difficoltà hanno sfoderato il loro orgoglio, la nostra arma vincente, che in sostanza ha fatto la differenza. Non potevamo sbagliare, e fortunatamente siamo riusciti a mettere le mani su questo derby, l'occasione giusta per ripartire».
Siete riusciti a lasciarvi alle spalle un momento di enorme difficoltà, ben dieci gare senza vittorie, in cui avete racimolato appena due punti.
«Sapevamo che sarebbe stata una stagione piuttosto dura: cerchiamo di raggiungere la salvezza, ma abbiamo messo in conto che questa potrebbe arrivare anche all'ultima giornata. La partenza è stata buona, ma nella parte centrale del campionato c'è stata una sorta di blackout, non sul piano del gioco ma per quanto riguarda i risultati.
La squadra ha sempre fatto il massimo, battendosi con grande spirito di volontà contro chiunque: il fatto che gran parte delle sconfitte siano maturate con il minimo scarto la dice lunga in questo senso».
L'Oristanese ha pagato dazio sul piano dell'esperienza.
«Una cosa normale quando si ha un gruppo molto giovane come il nostro. La voglia di centrare il risultato pieno a volte è stata controproducente, visto che alcuni pareggi sono sfumati all'ultimo; la zona Cesarini è risultata fatale in più di un'occasione».
Il tecnico ritorna sul passo falso interno contro il La Caletta:
«Partita sbagliata sul piano mentale; affrontavamo una squadra già salva, che era tranquilla e serena, ma non siamo stati abbastanza cattivi a cercare il gol del raddoppio dopo quello del vantaggio. Loro schierano un certo Goddi davanti che ha tolto dal cilindro due prodezze su calci di punizione, non lo scopriamo di certo noi, sono giocatori che possono risolvere la gara in qualsiasi momento».
Con l'Atletico Cabras troverete una situazione simile: i vostri avversari non hanno più nulla da chiedere, potrebbe essere un bel vantaggio.
«Non possiamo mollare proprio ora, mi aspetto solo che i ragazzi mettano in campo la stessa determinazione mostrata domenica. Si tratta dell'ennesimo derby, e in caso di successo ci avvicineremo ulteriormente alla nostra meta.
Dovremmo essere bravi a non commettere errori, perchè l'Atletico, ne sono sicuro, se la giocherà a viso aperto, vorranno tornare a casa con i tre punti in tasca».
L'Oristanse è pronta a dare battaglia:
«Arriviamo allo sprint finale al top della forma, sul piano fisico e psicologico. Dal punto di vista atletico abbiamo fatto un ottimo lavoro, senza mai soffrire: questo grazie ai miei collaboratori, Gian Marco Piras, il preparatore, e Paolo Sale, l'allenatore dei portieri. Dopo ventisette gare credo poi che i nostri giovani siano maturati ulteriormente, sono sereno».