Zero retrocessioni ma anche un colpo basso a chi non riparte
Ripresa Eccellenza, attesa per il sì di Gravina ai format ma i club rinunciatari vengono "puniti" col blocco dei ripescaggi
È davvero curioso come la Lega Nazionale Dilettanti abbia utilizzato la carota prima e il bastone dopo nella gestione della ripresa dei campionati di Eccellenza, penalizzando le società che hanno deciso di non proseguire l’attività (autorizzata dalla FIGC) attraverso il blocco dei ripescaggi per le prossime due stagioni sportive. Prima è stata tesa una mano verso i club che, nell'incertezza sulla gestione del protocollo sanitario e sull'ottenimento delle risorse economiche destinate alla ripresa, hanno detto no alla ripartenza ma potevano mantenere la categoria, salvo poi essere punite impedendo loro di partecipare ad una qualsiasi graduatoria di ripescaggio.
Un blocco che varrebbe, quindi, per i club che:
► l'anno prossimo dovessero vincere il campionato di Eccellenza per poi retrocedere fra due anni in serie D da matricola;
► l'anno prossimo o fra due anni dovessero partecipare agli spareggi-promozione nazionali di Eccellenza perdendo la gara di semifinale o di finale;
► l'anno prossimo dovessero retrocedere nel campionato di Promozione per poi fra due anni vincere i playoff per risalire in Eccellenza.
La traiettoria della gestione della ripresa del massimo campionato regionale di calcio a undici non è stata affatto lineare, e inserire questo impedimento ai club che non partecipano all'eventuale ripartenza (perché è ancora da confermare su decisione del presidente federale Gabriele Gravina) sembra più un colpo basso a chi si è tirato fuori dalla mischia, specie perché non sufficientemente coinvolto in quella che poteva essere la rinascita completa del campionato di punta dal calcio regionale. Vediamo le varie tappe da gennaio in poi.
Un mese e mezzo fa la Lnd ha dato mandato ai Comitati Regionali di incontrare in videoconferenza i presidente di club per capire la disponibilità delle società alla ripresa (leggi qui), avendo però in mano solamente il fatto che la Figc avesse accettato la richiesta di deroga all’articolo 49 delle NOIF che disciplina l’esito dei campionati, come confermato dalle dichiarazioni del presidente della Lnd Cosimo Sibilia (leggi qui).
Ma dell'aspetto della tutela sanitaria, ossia quale protocollo si potesse utilizzare (c'è pronto quello utilizzato in serie D ma non è stato mai ufficialmente proposto) e, soprattutto, con quali soldi far fronte alla sua gestione e applicazione, nulla veniva proferito nonostante fosse un tema sentito (leggi qui). E da questa mancanza di chiarezza sono nate, in tutta Italia, le motivazioni più significative del no alla ripartenza, che in Sardegna sono sfociate in un documento firmato da 12 presidenti contrari alla ripartenza (leggi qui).
Si è arrivati al Consiglio Direttivo Lnd del 5 febbraio, in cui sono stati ascoltati i presidenti dei vari Comitati Regionali che hanno dato il polso della situazione territoriale e si è arrivati a deliberare una serie di richieste alla FIGC così riassumibili: "la predisposizione di un protocollo sanitario ad hoc per l'Eccellenza", "un contributo straordinario per garantire l’effettuazione dei tamponi" e "la deroga relativa ai format dei campionati in ambito regionale" in modo tale da "non dar luogo a retrocessioni e di consentire il mantenimento della categoria per le Società che dovessero rinunciare alla prosecuzione dell’attività per difficoltà economiche" (leggi qui). In quest'ultimo punto sembrava ci fosse quella mano tesa verso i club che, nell'incertezza economiche dopo oltre 4 mesi di stop, non se la sono sentita nel proseguire la stagione.
Qualche giorno dopo il presidente Sibilia fa sapere che dal Consiglio Direttivo è partita la richiesta al CONI, tramite la FIGC, di rendere anche l’Eccellenza di competenza nazionale (leggi qui) quale passaggio fondamentale per una ripresa anche in regime di restrizioni del DPCM. Si è quindi creata un'attesa spasmodica per la riunione al Foro Italico di Roma del 23 febbraio in cui nulla è emerso dalla Giunta e Consiglio Nazionale del Coni (leggi qui) salvo poi far uscire il giorno dopo una nota stampa in cui si chiariva che «non può essere attribuita alla competenza del Comitato Olimpico la decisione di riconoscere le già citate categorie nell'ambito del "preminente interesse nazionale" ma che essa recepisce quanto deciso e trasmesso dalle singole Federazione e, per il calcio, dalla FIGC» (leggi qui). Ma la Figc fa invece sapere che il CONI avrebbe condiviso di considerare il campionato di Eccellenza di “preminente interesse nazionale” però le modalità dell'eventuale ripresa dei massimi campionati regionali di calcio verranno decise nel Consiglio Federale del 5 marzo (leggi qui).
Si perdono altri dieci giorni e si arriva al Consiglio Federale con il presidente Gravina che dice sì alla ripartenza dell'Eccellenza e alle promozioni in serie D, blocca le retrocessioni in Promozione ma chiarisce che sarà la Lnd a decidere sui format da adottare (leggi qui). Interviene anche Sibilia e spiega che sarà compito del Consiglio Direttivo fare la necessaria sintesi delle proposte di tutte le regioni per la prosecuzione (leggi qui).
In 5 giorni ciascun Comitato Regionale si attrezza per chiedere la disponibilità definitiva alla ripartenza e in Sardegna si recuperano altri due club per la ripartenza (leggi qui), mercoledì il presidente del CR isolano Gianni Cadoni porta la sua proposta di format al Consiglio Direttivo, come ha fatto ciascun presidente di Comitato Regionale, e al termine della riunione arriva la nota stampa in cui, intanto, si dà lo stop definitivo ai campionati regionali (dalla Promozione in giù), poi vengono trasferiti i format per l'Eccellenza alla Figc per la loro approvazione, si chiarisce anche che la ripresa degli allenamenti collettivi potranno essere effettuati solo quando l’iter di riconoscimento da parte del CONI del preminente interesse nazionale non sarà completato, infine non si procede alle retrocessioni ma si stabilisce il blocco dei ripescaggi per le prossime due stagioni sportive per quelle società che non proseguiranno l’attività (leggi qui). Cioè il colpo basso ai club rinunciatari.