«Busanca e Fadda i migliori tecnici, Manunza e Falco che compagni»
Samassi, l'ultima volta di Gianni Argiolas: «Per 12 anni è stata la mia famiglia. La vittoria col Porto Corallo la più bella gara delle 300 giocate»
L'ultima di campionato del Samassi contro il Castiadas è anche l'ultima gara in carriera per Gianni Argiolas. Il centrocampista classe 1985 lascia il calcio giocato, svestendo definitivamente la maglia indossata per 12 anni di fila salvo una breve parentesi all'Arbus. Prima dell'inizio della gara, la bandiera dei mediocampidanesi è stata premiata dal presidente Francesco Setzu con una targa ricordo per aver tagliato le 300 gare in biancoceleste (nella foto). «È stato un piacere chiudere al Samassi - dice Argiolas - qui ho iniziato e qui finisco, soprattutto in una partita non banale nonostante i giochi fossero fatti per noi e il Castiadas. Ringrazio il mister Busanca per avermi consesso questi ultimi 10' di calcio giocato. Stare tanti anni in un club che è diventato un po' la mia famiglia, sono cose che vanno oltre il calcio e non hanno prezzo. Ringrazio la società, mi ha cresciuto calcisticamente, ho trovato persone uniche».
Il porta fortuna. «Qui sono considerato un talismano, sono arrivato in Promozione nel 2003-04 e siamo saliti in Eccellenza, raggiungendo sempre l'obiettivo prefissato tranne quando ci fu la retrocessione attraverso il playout. Ma poi siamo risaliti subito. Poi mi sono allontanato un anno e mezzo ed è successo il finimondo con la mancata iscrizione dopo la salvezza in Eccellenza. Sono stato richiamato per rifare la scalata sino all'Eccellenza, ci siamo riusciti ed è giusto che la società stia in questa categoria, ha una serietà che in poche hanno e nel Medio Campidano regge ancora l'urto»
L'ultima stagione. «È mancata la ciliegina dei playoff. Ma la stagione è partita male, è nata con la questione campo, non giocare nel nostro è stato fondamentale, poi ci sono stati infortuni, fratture stiramenti e chiaramente non è facile reggere l'urto contro squadre dello stesso livello o anche superiore di qualcosina nonostante i pronostici esagerati nei nostri confronti. Ci abbiamo provato sino all'ultimo, c'è stata una parte centrare del campionato buona recuperando diversi punti ma abbiamo sofferto un po' il fattore fisico, perché la squadra ha un'età media abbastanza alta, nel ritorno abbiamo spinto al massimo e in qualche gara era inevitabile lasciare per strada qualche punto. Fino alla terz'ultima eravamo in ritardo di 5-6 punti dalla Torres e quelli dovevamo farli all'andata
Il problema tesseramento. «Era talmente scontato che fossi qui che non sono stato tesserato, non si è capito bene perché io la lista l'ho firmata, però risultava non depositata. Per fortuna ci è stata data gara persa a tavolino quando comunque perdemmo sul campo, si vociferava anche che dovessero togliere i punti fatti nelle gare cui avessi preso parte ma tanto senza 3-4 punti non sarebbe cambiato nulla»
Gli allenatori e i compagni speciali. «Paolo Busanca rimane tra i migliori in Sardegna malgrado non goda della stessa fama di altri, ho fatto di tutto perché venisse da noi appena siamo tornati in Promozione. Anche Sergio Fadda lo ricordo con piacere, mi ha insegnato tanto. Come compagni ci sarebbe una lunga lista, ricordo Nicola Manunza e Nunzio Falco, che poi ho avuto anche come allenatore ma da giocatore lo preferivo, era troppo forte».
La gara da ricordare. «In queste 300 partite fatte col Samassi mi viene in mente, tra le più belle, quella giocata in casa contro il Porto Corallo nella stagione 2011-12 dei record in Promozione, eravamo troppo più forti delle altre. Una gara tiratissima, loro stavano facendo una grande rimonta e cercavano il sorpasso ma vincemmo con un gol di Trogu».
Il futuro. «Non sono tagliato per fare l'allenatore, ci vuole troppa pazienza che non ho e che ha invece mister Busanca. Si vocifera che possa restare qui in altre vesti ma si vedrà più avanti».