«Usciti dalla crisi con grinta e tenacia»
Siniscola, scommessa vinta per Crisci: «Questa salvezza ha un valore inestimabile»
Scommessa vinta per mister Crisci che, con il suo Siniscola, conquista una salvezza che per lunghi tratti della stagione sembrava una vera e propria utopia; una sfida accettata dal tecnico con grande coraggio ed un pizzico di pazzia, considerando tutte le difficoltà incontrate dalla squadra, specie in avvio, in uno dei campionati di Promozione più duri degli ultimi anni.
Un cammino conclusosi, in bellezza, seppure all'ultima spiaggia, rappresentata dallo spareggio play-out contro la Bittese, in cui il gruppo ha evidenziato per l'ennesima volta le sue armi migliori: compattezza, attaccamento alla maglia e passione, doti che hanno reso possibile questo piccolo grande miracolo sportivo, tra i più sorprendenti all'interno del panorama del calcio dilettantistico sardo.
«Ho preso questa squadra – ricorda Crisci - quando aveva appena 4 punti in classifica e il morale sotto i tacchi; si è trattata della stagione più impegnativa che ho affrontato in tutta la mia carriera, ma la soddisfazione è tanta anche perchè mi sento legatissimo a Siniscola, per me era una questione personale e non esito ad affermare che questa salvezza vale per me più della vittoria del campionato».
Il tecnico coglie l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa:
«Purtroppo – attacca – nelle ultime cinque giornate è successo di tutto, con risultati a dir poco inattesi e discutibili; nessuno ci ha regalato nulla, il Codrongianos è venuto da noi e ha disputato una partita eccezionale».
Perdere, in quell'occasione, avrebbe avuto il sapore amaro della condanna: il Siniscola invece ha saputo risolvere una situazione complicatissima.
«Sotto di un gol e con un uomo in meno, l'arbitro ha espulso un nostro giocatore negli spogliatoi, una cosa mai vista, siamo stati capaci di riacciuffare il pari, nonostante il loro portiere fosse in giornata di grazia».
Un punto vitale, che vi ha permesso di conquistare una posizione privilegiata nella classifica avulsa; quest'ultima secondo il tecnico, «rispecchia i reali valori in campo, senza nulla togliere a tutte le compagini che sono retrocesse».
I numeri collezionati nel girone di ritorno raccontano di una compagine che ha cambiato letteralmente marcia: il quinto posto in classifica e la seconda miglior difesa sono dati emblematici
«Un risultato straordinario – ammette -, arrivato nonostante i tanti infortuni che ci hanno pesantemente complicato la vita; i ragazzi però hanno fatto un lavoro eccezionale e hanno buttato il cuore oltre l'ostacolo; il gruppo si è compattato nel momento più difficile, una reazione che merita tutto il mio applauso».
Le difficoltà sono state molteplici, a partire dalla condizione atletica non proprio ottimale.
«Son stato costretto a fare un pesante richiamo di preparazione a stagione in corso, una decisione non facile soprattutto perchè sapevo che ci avrebbe tolto lucidità e di conseguenza qualche punto».
Il momento più difficile alla prima di ritorno, in trasferta contro il Fonni.
«E' stato uno dei momenti più critici, come lo è stata la striscia di 6 ko consecutivi: nel primo tempo abbiamo costruito almeno quattro occasioni da gol limpidissime, subendo la rete dello svantaggio subito prima del riposo; nella ripresa gettammo definitivamente la spugna.
In quell'occasione ho rassegnato le mie dimissioni, c'è stato un confronto, anche abbastanza duro, con i miei calciatori, con persone che conosco da una vita, con cui sono cresciuto».
Paradossalmente, quella sconfitta è stata il vostro vero trampolino di lancio: se si esclude la sconfitta contro il Castelsardo, che ci può stare, da quel momento sono arrivate soltanto soddisfazioni, con una striscia di otto risultati utili consecutivi, che vi hanno permesso di risalire progressivamente la china e abbandonare l'ultimo posto in classifica.
«I ragazzi mi hanno fatto capire che senza di me non avrebbero continuato, ma io ho preteso da parte loro maggior impegno e grinta
Dovevamo assolutamente cambiare atteggiamento: entravamo in campo già sconfitti, ancora prima di giocare, una cosa inaccettabile.
Da quel momento, abbiamo affrontato ogni gara come se fosse l'ultima e c'è stata la nostra rinascita».
L'ultima partita appunto, in ordine cronologico, è stata la sfida da dentro – fuori contro la Bittese: una prestazione di personalità da parte del Siniscola, considerando soprattutto l'altissima posta in palio.
«La vittoria dell'orgoglio: questa squadra è composta principalmente da persone del posto e da tantissimi ragazzi giovani alla loro prima esperienza.
Quanto evidenziato domenica è stata la conferma più chiara del grande processo di maturazione messo in atto dai meno esperti, con i senatori che son stati capaci di prendersi le proprie responsabilità e trascinare il resto dei compagni verso questo traguardo».
La soddisfazione è ovviamente tantissima:
«Un'impresa che dedico a questa società e allo staff tecnico, sino ad arrivare al nostro magazziniere: è anche grazie a loro se abbiamo potuto centrare questo obbiettivo.
I meriti vanno sempre ripartiti, nel mio piccolo ho cercato di mettere i giocatori nelle condizioni migliori per lavorare, sia fisiche che soprattutto psicologiche: noi siamo dilettanti, ma questo non significa che non si possano fare le cose con grande professionalità.
Son stato comunque fortunato ad avere a disposizione dei ragazzi eccezionali, che hanno saputo mettere da parte i loro impegni personali per cercare di dare tutto in campo, una condizione necessaria per fare bella figura la domenica».
Sul suo futuro, il tecnico non si sbilancia e resta in attesa di mosse dal suo club:
«Non c'è stato ancora modo di parlare con la società, ma in tutti questi anni nel mondo del calcio non ho mai preteso assolutamente nulla: sta ai dirigenti tirare le somme e valutare il mio operato.
Io mi godo questo momento con serenità, consapevole che in realtà il nostro successo vale forse di più anche della promozione del Castelsardo, un vero e proprio squadrone, e della vittoria nei play-off del Ploaghe, a cui faccio i miei complimenti».