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«Il mio cuore è rimasto a Samugheo»

Antonio Zedde sorride di nuovo: «Che liberazione segnare quelle due reti»

Il gol per un'attaccante è un aspetto fondamentale; la sua assenza, più o meno prolungata, a seconda dei casi, può diventare una vera e propria ossessione da cui è difficilissimo liberarsi: è quanto accaduto in queste ultime giornate ad Antonio Zedde, punta di diamante del Biasì, che con la doppietta realizzata nel match contro la Mediterranea ha finalmente interrotto il suo digiuno e ha permesso alla sua squadra di portarsi a +4 dalla zona play-out, con la salvezza che sembra ormai ad un passo.

 

Antonio, credo che segnare questi due gol sia stata per te una vera e propria liberazione.
«Si, è così, anche perchè la mia storia è piuttosto particolare: l'anno scorso mi sono rotto il crociato e sono dovuto rimanere ai box per circa sette mesi, per quest'anno avevo deciso di non giocare, nonostante mi avessero cercato diverse squadre.
Sono stato contattato dal Biasì e il loro progetto mi ha convinto, anche grazie alle belle parole spese da un mio amico: ho iniziato a giocare con loro senza aver fatto la preparazione ma nonostante questo non stavo andando male; il problema più grande però è che non riuscivo a segnare, cosa che non mi è mai capitata, visto che negli ultimi sette anni non ho mai fatto meno di 20-25 reti a stagione.
Stava diventando una sorta di ossessione: qualsiasi pallone toccassi non ne voleva sapere di finire in fondo al sacco; ho giocato sei partite in cui non sono riuscito a fare nemmeno un gol, una situazione inedita per me, che mi faceva soffrire troppo, anche perchè la situazione della squadra era decisamente delicata.
Mi sentivo in dovere di aiutare i miei compagni ma nonostante tutto non ci riuscivo: continuavamo a giocare bene ma a perdere le partite con il minimo scarto; questa cosa mi stava ammazzando (ride) e finalmente domenica mi sono sbloccato».

 

C'è qualcuno di particolare a cui vuoi dedicare queste reti?
«Si, le voglio dedicare a due ragazzi che giocavano con me a Samugheo e che per me erano come dei fratelli: il portiere Andrea Angioni e Marco Deias, che era il mio capitano.
Una dedica va anche a Marcello Ruiu e Teodoro Maludrottu, due ragazzi del Biasì, che si stanno rivelando persone assolutamente stupende; qui a Biasì ho trovato due amici veri».

 

Che ricordo hai dell'esperienza al Samugheo? Immagino che per te sia stata molto importante, considerando quanto mi hai appena detto.
«Samugheo era una grande famiglia; con loro ho passato 4 anni stupendi, è stata un'esperienza unica, ti fanno sentire a casa, in tutto e per tutto.
Il primo anno a Samugheo ho fatto 23 reti su un totale di 31, centrando la salvezza; per la stagione successiva avevo avuto numerose richieste, anche da importanti squadre in Promozione come l'Abbasanta, il Cuglieri, la Macomerese, ma ho scelto di rimanere a Samugheo proprio per l'ambiente e per le persone che ho trovato.
Il calcio è bello per questo, perchè ti da la possibilità di conoscere gente nuova, con cui poi stringi legami anche forti».

 

Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta del Biasì, considerando poi che la squadra non viaggiava sicuramente in acque tranquille?
«Mi mancava il pallone, anche se avevo deciso di prendermi uno stop.
Un mio amico di Atzara giocava al Biasì e ha fatto da tramite; la società mi ha convinto e il fatto che la squadra avesse qualche difficoltà è stato uno stimolo in più.
Se fosse stata una formazione d'alta classifica probabilmente non avrei accettato, visto che venivo da un periodo piuttosto lungo di inattività e non avevo la preparazione nelle gambe.
Mi avevano detto che a Biasì avrei trovato un bellissimo ambiente e così è stato, lo posso confermare nella maniera più assoluta: il nostro rapporto è fantastico sia dentro che fuori dal campo, è veramente un ottimo gruppo».

 

Cosa ti mancava particolarmente del calcio? Riesci a spiegarlo, in due parole, per tutti coloro che non hanno mai praticato questo sport?
«Mi piace tutto del calcio; è bello arrivare in un gruppo in cui non conosci nessuno, allenarti per la prima volta con loro e da quel momento iniziare a conoscerli, lottare tutti assieme per un obbiettivo comune, festeggiare le vittorie e reagire di fronte alle sconfitte, anche se il morale non è al massimo.
Il calcio è anche vita, ti insegna tantissime cose, ti permette di conoscere persone nuove ed è anche un'ottima valvola di sfogo, almeno per me: quando gioco a pallone, in quell'ora e mezzo di partita, non penso a niente, lascio da parte tutti i miei problemi».

 

C'è qualcosa che invece non ti piace nel mondo del calcio dilettantistico?
«(ride) Non mi viene in mente niente, forse sono stato fortunato a capitare negli ambienti giusti, non ho mai avuto nessun tipo di problema».

 

Il Biasì al momento ha 29 punti, a quattro partite dal termine: si può dire ormai che l'obbiettivo della salvezza sia quasi raggiunto?
«Quattro punti di vantaggio nei confronti della terzultima a quattro giornate dalla fine sono un buon margine, perchè potresti comunque permetterti un passo falso.
Domenica andiamo a Chiaramonti per giocarci un vero e proprio scontro diretto, visto che hanno quattro punti in più di noi; sarà una giornata fondamentale anche per le nostre avversarie, si deciderà moltissimo in chiave salvezza.
L'ultima partita la giocheremo in trasferta contro il Berchidda, che anche se sarà già promossa vorrà fare comunque bella figura di fronte al proprio pubblico; non possiamo assolutamente abbassare la guardia ma secondo me con un'altra vittoria siamo salvi».

 

Stai seguendo per caso anche il cammino del Samugheo?
«Seguo sempre il Samugheo, mi sento ancora con molti di loro, mister compreso.
Posso soltanto dire che hanno fatto un campionato stupendo, strepitoso, se lo stanno giocando sino alla fine.
Mi auguro e auguro a tutti loro di salire in prima, perchè il paese se lo merita; abbiamo fatto tanti sacrifici in questi anni e non smetterò mai di gridare forza Samugheo».

 

TI sarebbe piaciuto rimanere con loro e dare il tuo contributo in un'annata tanto importante come questa?
«Assolutamente si, se non avessi avuto problemi legati al mio lavoro avrei continuato sicuramente con loro ancora per molto tempo; Samugheo mi è rimasto dentro, e loro lo sanno».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2012/2013
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Girone H