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Prima Categoria
«Divertimento e semplicità, ecco la mia ricetta»

Atletico Uri, Muroni non si nasconde: «Puntiamo a vincere il campionato»

Mister Muroni, con coraggio e determinazione, si rimette in gioco: la proposta è stata sicuramente quella giusta, perchè l'Atletico Uri, dopo la brillante promozione ottenuta nello scorso campionato, ha tutte le carte in regola per disputare un torneo di vertice.
La società ha lavorato più che bene nella sessione di mercato estiva, regalando al neo tecnico un gruppo solido e dalle enormi potenzialità.
I frutti di questo connubio stanno già arrivando, come conferma la bellissima vittoria ottenuta in casa contro la corazzata Bonorva, ma il tecnico ci tiene subito a precisare che il lavoro da fare è ancora tantissimo.
Vietato illudersi, quindi, perchè il cammino è soltanto all'inizio.

 

«Noi in questo momento siamo un cantiere aperto, devo ancora valutare quale sarà la rosa definitiva; qualche giocatore è in attesa del mio giudizio, ho ancora una settimana, probabilmente le prossime gare mi daranno tutte quelle indicazioni utili perché io possa fare un scelta, sperando che sia quella giusta.
Per quanto riguarda la partita, per i primi venti minuti del primo tempo la squadra è andata bene, ha assimilato i concetti, poi o per merito degli avversari o perché per loro è un impegno gravoso, considerando che i ragazzi arrivano dalla Seconda Categoria, sono progressivamente calati, si stavano un po' addormentando.
Nell'intervallo ho detto loro: “Ragazzi guardate che questo è calcio non è una guerra, non dobbiamo lanciare missili, divertirvi con responsabilità, perché questo è l'aspetto più significativo del calcio, vedrete che giocando così non perderete la partita, state attenti, fate le cose semplici”.
Così hanno fatto e abbiamo portato a casa un risultato a onor del vero importante, intanto perché è la prima del campionato, quindi chi parte bene acquisisce il morale giusto per continuare, e poi perché abbiamo incontrato una squadra davvero forte, che ha delle individualità interessanti: non dimentichiamo che il Bonorva è andato vicinissima ai play-off lo scorso anno ed è quindi reduce da un'annata strepitosa».

 

Il tecnico chiarisce quali sono le motivazioni che l'hanno convinto a tornare, con rinnovato entusiasmo, nel mondo del calcio.
«Io ormai sto nella panchina da quarant'anni, ho allenato dieci anni in continente, ho vinto parecchi campionati, e ho visto tutte le categorie; avevo deciso ormai di appendere le scarpe al chiodo, venivo da un momento triste della mia vita, perché è morta mia moglie di tumore, quindi avevo deciso di sospendere la mia attività.
I dirigenti dell'Uri invece, di cui uno è un mio carissimo amico, hanno voluto incontrarmi per bere un caffè e mi hanno presentato il progetto: “Noi non siamo mai stati in promozione – mi hanno detto -, perché mister Muroni non viene a dare una mano?”; mi hanno illustrato nel dettaglio le loro strategie e ho intravisto nella loro proposta qualcosa di divertente, così ho accettato».

 

Per quanto riguarda gli obbiettivi suoi e della squadra, Muroni è decisamente esplicito.
«Inutile nascondersi dietro un dito, non è detto che si vinca ma io quasi sfrontatamente ti dico che puntiamo a vincere il campionato».

 

Per vincere bisogna però ovviamente cercare di vincere il più possibile, a cominciare dall'insidiosa sfida con il Golfo Aranci.
«Io vado a Golfo Aranci sapendo di incontrare, tra gli altri, il portiere Orrù, col quale ho vinto il campionato con l'Alghero; quindi conosco molto bene questo ragazzo, è molto forte, come il Golfo Aranci, del resto.
Ho letto qualcosa a proposito dei loro acquisti, ma io non conosco molto questa categoria, però qualcuno mi ha dato qualche informazione, quindi non arrivo totalmente impreparato.
Domenica scorsa hanno perso 3 a 1 con lo Stintino, fuori casa; non so come sia andata nello specifico la partita ma è certo che non vorranno perdere ancora; io ai miei giocatori dirò di giocare sempre con lo spirito propositivo che li contraddistingue, se faranno il loro dovere sino in fondo potranno raccogliere ottime cose; se poi ci accorgeremo, al termine dei 90 minuti, che gli avversari sono stati più bravi di noi, dovremo avere il sacrosanto dovere di fare loro un applauso».

In questo articolo
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2013/2014
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Girone D