«Scendiamo sempre in campo per vincere»
Bittese a caccia di conferme, mister Orunesu aspetta il Buddusò: «Proveremo a sorprenderli con la tecnica e la rapidità»
Archiviata rapidamente la sconfitta subita all'esordio ad opera del Porto Rotondo, la Bittese è ripartita con la determinazione e la furia agonistica tipica delle grandi squadre, mettendo in fila tre vittorie consecutive, per un bottino totale di ben nove punti, che permettono alla compagine allenata da Giovanni Orunesu di marciare compatta con il treno di testa, a pari punti assieme ad altre cinque rivali.
Il neo tecnico ha saputo prendere sapientemente in mano, sin dal precampionato, le redini del gruppo e ora è pronto a guidare i granata verso una stagione ricca di soddisfazioni, con la consapevolezza però di affrontare un torneo decisamente equilibrato: ogni tappa nasconde molteplici insidie, e servirà il massimo della concentrazione per non scivolare e continuare quindi a stupire, a partire dalla prossima, sentitissima sfida con il Buddusò, un confronto che permetterà di farsi un'idea più chiara sui reali valori in campo.
«Quella che ci aspetta domenica sarà una partita sicuramente molto combattuta: per noi si tratta del classico derby, entrambe le squadre si conoscono molto bene, conta poi che l'allenatore del Buddusò, Libero, ha allenato a Bitti per diversi anni». Il valore dell'avversario non è in discussione. «Hanno un attacco formidabile, ma tutto l'organico è di primo livello, con tanti giocatori di esperienza che si aggiungono ai molti giovani locali di grande talento». Il tecnico, dal canto suo, sta preparando la sfida nel migliore dei modi. «Non svelo la formazione, anche se ovviamente qualcosa ce l'ho in mente (ride); punteremo sulle nostre caratteristiche principali, la tecnica e la rapidità di manovra, per il resto, speriamo di portare a casa qualche punto». I nove totalizzati sino ad ora, tutti nelle ultime tre gare, sono un ottimo biglietto da visita in questo senso: «Le sensazioni sono positive, la salvezza è sicuramente alla nostra portata. Scendiamo in campo ogni domenica con l'intento di vincere, a prescindere dall'avversario: non partiamo battuti, ma allo stesso tempo non siamo così presuntuosi, ci mancherebbe, per affermare che siamo la squadra migliore. Abbiamo le nostre carte da giocare, il verdetto poi spetterà al campo».
La dirigenza ha lavorato piuttosto bene in estate. «Il gruppo è stato praticamente riconfermato in blocco, a parte due ragazzi che hanno scelto di accasarsi al Posada. Per il resto, posso contare sull'esperienza di un difensore validissimo come Stefano Sulas e su un portiere affidabile, Decortis. In più, nell'immediato futuro recupereremo qualche acciaccato».
Le note positive arrivano dai più giovani, alcuni di loro stanno già sorprendendo oltre le previsioni.
«In rosa ci sono alcuni ragazzi di 15-16 anni che si stanno ritagliando uno spazio importante, hanno già avuto modo di esordire e sono sicuro che ci potranno dare una mano decisiva. Siamo competitivi, e la partenza, tutto sommato, è stata positiva». Il tecnico, però, ha dovuto saltare due incontri per motivi personali. «Christian Farina mi ha sostituito egregiamente, però è alla squadra che va l'applauso più grande, sono stati tutti molto professionali e responsabili». Bravi soprattutto a riscattarsi dopo il passo falso rimediato all'esordio. «Il Porto Rotondo è una formazione di primissimo livello, tra le candidate alla vittoria finale assieme a Tavolara, Luogosanto e Posada . Questi ultimi non hanno ancora perso, qualcosa vorrà pur dire, anche se hanno rimediato due pareggi».
Ci sono tutte le premesse per assistere ad una stagione entusiasmante.
«Sinceramente, non posso ancora esprimermi sul valore del torneo: dopo la riforma, in Prima sono salite tante squadre dalla Seconda, che non conosco ancora.
Prevedo comunque un campionato equilibrato sia per quanto riguarda la lotta alla promozione, sia per non retrocedere. Ad esempio, la Fanum attualmente ha solo tre punti, ma è una formazione decisamente valida. Noi siamo riusciti a spuntarla, giocando anche piuttosto bene, ma il pareggio forse sarebbe stato il risultato più giusto».