«Ritmo, grinta e cinismo: le nostre armi migliori»
Bonorva, la gioia di Fadda: «Impresa eccezionale, ha vinto chi ci ha creduto di più»
A fare festa, al termine di una volata entusiasmante, in cui erano coinvolte anche due corazzate come Stintino e Tissi, raggruppate in un arco di appena due punti, è stato il Bonorva, bravo a credere in una rimonta che in un primo tempo sembrava impossibile ma che, con il passare delle giornate, è diventata sempre più concreta.
Un traguardo prestigioso quanto meritato per i ragazzi allenati da mister Mario Fadda, chiamato quest'anno al doppio ruolo di tecnico e giocatore, in grado di lasciarsi alle spalle una partenza a rilento per poi deflagrare clamorosamente, sul piano dei risultati ovviamente, nella seconda parte di stagione.
I bianco-rossi hanno imposto un ritmo forsennato a tutte le avversarie, che si sono dovute quindi arrendere, una dopo l'altra, allo strapotere tecnico, tattico ma soprattutto caratteriale di una corazzata costruita per vincere, è vero, ma che ha saputo strappare in campo, a furia di prestazioni esaltanti, i tasselli che poi hanno composto questa grande impresa.
Decisiva, in questo senso, l'ultima partita contro la Gymnasium, che nascondeva comunque molteplici insidie: «Chi aveva tutto da perdere eravamo noi, vincere contro il fanalino di coda sembrava una cosa normale, quasi scontata; i ragazzi potevano essere distratti dalle partite dei nostri avversari, una situazione non facile. In ogni modo, l'abbiamo preparata bene, come al solito, e fortunatamente non ci sono stati problemi: quando un gruppo imbocca la strada giusta, raramente smarrisce la rotta».
Il successo non sarebbe comunque stato sufficiente, senza il passo falso dello Stintino.
«Ci speravamo, è ovvio, ma senza farci troppe illusioni. E' stato un torneo equilibrato, composto da ottime squadre; tutte hanno dato il massimo, giocando sino all'ultimo minuto: a Golfo Aranci ad esempio, nonostante loro non avessero più nulla da chiedere al campionato, abbiamo strappato la vittoria a 20 secondi dalla fine. Eravamo praticamente sicuri, insomma, che nessuno avrebbe fatto sconti, e i fatti l'hanno confermato».
Per voi si tratta di un traguardo clamoroso, una promozione meritata, sudata, sofferta:
«Quando mi hanno proposto di ricoprire il duplice ruolo di allenatore e giocatore – racconta Fadda – ho tentennato un po', perché non sapevo a cosa andavo incontro, considerando che non avevo dimestichezza con questa categoria. L'intenzione della società è stata chiara sin da subito: volevano ottenere il massimo, senza però spendere cifre folli, puntando, cosa molto importante, a far divertire i ragazzi, che in sostanza è l'aspetto alla base di tutto. Con il passare delle giornate, mi rendevo conto di avere a disposizione un gruppo eccezionale; c'erano tutte le carte in regola per tagliare questo traguardo, non era impossibile quindi, ma sicuramente difficile da raggiungere».
Probabilmente, la differenza l'ha fatta un girone di ritorno praticamente impeccabile.
«Ci siamo ripresi piuttosto bene dopo quella serie di pareggi, determinati, ora posso dirlo, da episodi negativi e sfortunati. Non ricordo un avversario, tranne le due che ci hanno effettivamente battuto, che abbia messo sotto il Bonorva: all'appello anzi ci manca qualche punto, penso sia giusto sottolinearlo».
Una prova di forza eclatante, soprattutto dal punto di vista della grinta e della determinazione.
«Nelle prime giornate forse pensavamo troppo a fare i belli, poi però ti accorgi che devi essere concreto, tosto, anche duro, se serve; in questo siamo stati straordinari, cercando di proporre un calcio offensivo e spumeggiante. A detta di gran parte delle nostre avversarie, riuscivamo a mantenere un ritmo impressionante: un risultato che raggiungi soltanto con l'allenamento, con la consapevolezza nei tuoi mezzi e con grande ordine tattico. I numeri, del resto, ci danno ragione: possiamo vantare uno dei migliori attacchi e la seconda migliore difesa, in casa poi siamo stati assolutamente devastanti».
Non era facile tenere testa a Stintino e Tissi: proprio per questo, il vostro successo pesa, se possibile, ancora di più.
«Due ottime squadre, delle grandi avversarie: la vittoria era appesa ad un filo, chiunque poteva spuntarla a discapito delle altre, ma probabilmente ce l'ha fatta chi ci ha creduto di più. Ad un certo punto della stagione, ci siamo detti: perché non provarci? Del resto, se fossimo riusciti a vincere tutte le gare, avremmo conquistato il nostro obiettivo, e così è stato. La forza mentale, senza dubbio, è stato l'aspetto determinante».
Tra le tappe più importanti, Fadda ne evidenzia due:
«Ho capito che potevamo davvero farcela quando abbiamo conquistato i tre punti a Bono, nel derby del Goceano; in quell'occasione, siamo stati cinici e grintosi. L'apoteosi poi, inutile dirlo, è arrivata nel confronto casalingo con lo Stintino: non c'è stata proprio gara, un approccio alla sfida assolutamente perfetto, che ci ha permesso di dominare l'incontro dall'inizio alla fine. Mi ha sorpreso vedere i ragazzi esprimersi a quei livelli, non c'è stato bisogno di nessun richiamo da parte mia».
Gli unici nei, le sconfitte rimediate contro Oschirese e Porto Rotondo:
«Ci possono stare, non dobbiamo dimenticarci che ci sono anche gli avversari, ed è giusto riconoscere i loro meriti; noi forse siamo stati un po' ingenui, ma loro si sono rivelati più bravi. Quelle due sconfitte paradossalmente sono state fondamentali per costruire questo traguardo, ci hanno permesso di ripartire con rinnovato entusiasmo».
Con la vittoria ormai in tasca, è tempo per le dediche:
«Il mio pensiero va prima di tutto a chi ha creduto e messo in piedi questo progetto: il presidente e tutti i dirigenti; sarebbe superfluo citare i giocatori, considerando che sono stati i veri artefici di questa impresa. Ci tengo a ringraziare pubblicamente – conclude Fadda – mio padre e tutta la mia famiglia, mi sono stati vicini in una maniera incredibile, non è facile sopportare un giocatore-allenatore che la domenica torna a casa con la testa piena di pensieri (ride)».