Il tecnico: «E avrei vinto anche la Coppa Italia»
Calvia, l'uomo che ha ricostruito due volte il La Palma: «Non so in quanti avrebbero centrato l'Eccellenza»
La gioia dopo tanta sofferenza. Recitare il ruolo di favoriti passando attraverso due grandi “rimpasti” della rosa e poi centrare l’obiettivo alla penultima giornata, di fronte al proprio pubblico, è una gioia immensa che solo il tecnico del La Palma, Antonello Calvia, può ben spiegare. «Dopo tanti sacrifici e tanto lavorare è arrivata questa promozione in Eccellenza, con una squadra squarciata per due volte; la prima, quando sono arrivato io al posto di Muroni e, la seconda, un mese e mezzo fa quando sono andati via i vari giocatori delusi da non so che cosa. Abbiamo dato dimostrazione del fatto che siamo un grande gruppo, non so quante altre squadre avrebbero fatto ciò che abbiamo fatto noi in queste condizioni».
Gli stimoli del ko del Fonni e quello dell'andata a Sassari - La gara contro il Latte Dolce è l’emblema del campionato degli algheresi, subito in vantaggio dopo 5’ grazie al 14esimo gol di Serra, poi la forte reazione dei sassaresi di Pierluigi Scotto in lizza per un posto playoff, che sono riusciti a pareggiare con Sotgiu al 16’ della ripresa e tentato di vincere la partita, fino a quando, a 6’ dal termine, è giunto il gol-promozione di Fabio Levacovich. «Queste sono gare nelle quali se vai in vantaggio poi gli avversari vengono a pressarti per riequilibrare il risultato – spiega mister Calvia – noi comunque non abbiamo mai rischiato e, dopo il loro pareggio, i ragazzi sono stati grandi a vincerla senza dover poi aspettare i risultati dagli altri campi». Soprattutto in quello della più immediata inseguitrice, il Fonni (a -3 dagli algheresi), dal quale giungevano in diretta le notizie del doppio vantaggio dell’Usinese. «Si era un po’ tutti con l’orecchio a Fonni e con l’occhio sul campo – continua l’ex portiere dell’Alghero – però i ragazzi hanno dato prova ancora una volta della loro forza interiore recuperando una gara che volevamo vincere a tutti i costi anche perché ci bruciava ancora la sconfitta dell’andata (3-0 a Sassari, ndr) quando eravamo in formazione super rimaneggiata».
La grande fuga di marzo e l'arrivo di Cossu e Levacovich - Ad inizio marzo la fuga di Friscia, Soggia, Zaccheddu, Piredda e Mura, parzialmente tamponata con l’arrivo di Alessio Cossu e Fabio Levacovich, sembrava potesse essere un freno alla conquista dell’Eccellenza. «Come si suol dire, si è chiusa una porta e si aperto un portone – evidenzia Calvia – sono arrivati due giocatori come Cossu e Levacovich che valgono dieci volte quelli che sono andati via, hanno dato dimostrazione più loro dell’attaccamento a questa maglia che gli altri che l’avevano indossata per tutto l’anno, sono contento così». Anche perché Levacovich ha poi deciso l’incontro e regalato la promozione restando in campo nonostante qualche minuto prima del gol-vittoria fosse stato colpito da crampi. «Ma Fabio è un grande – dice il tecnico giallorosso – non lo dobbiamo inventare certo noi, non si può prescindere da giocatori così importanti ai quali basta un guizzo per mettere le cose a posto così come ha fatto lui».
Il rammarico della Coppa Italia e un futuro tutto da scrivere - Un grande trionfo accompagnato da un unico rammarico. «Quando siamo arrivati io e il mio preparatore atletico Mario Ghiani – ricorda Calvia – la squadra era già stata eliminata dalla Coppa Italia perché altrimenti mi sento di dire che avremmo vinto anche quella». La continuità tra l’Alghero fallito e quello che sta rinascendo c’è tutta nella figura di Antonello Calvia, già vice di Mauro Giorico quattro anni fa quando ci fu il passaggio al professionismo, ma il futuro in giallorosso è ancora da scrivere. «Noi abbiamo fatto il nostro con questa maglia e con questo gruppo, le decisioni su come programmare il prossimo anno spettano alla società, noi ora ci godiamo la vittoria», chiude il tecnico algherese.
Fabio Salis