«Il Giudice Sportivo ha penalizzato soltanto noi»
Cannonau Jerzu, il ds Pisano punta il dito contro l’Halley Assemini: «Hanno spedito un nostro giocatore all’ospedale»
Ritornare ai tre punti contro la Castor Tortolì (0-1), non è bastato a cancellare dalla mente del Cannonau Jerzu i fatti accaduti quindici giorni fa nella partita con l’Halley Assemini, che sul campo si era conclusa con il risultato di 3 a 2 per i padroni di casa ma, vista la rissa scoppiata durante la gara, dove l’arbitro aveva espulso un giocatore per parte, il giudice sportivo ha deciso di non assegnare la vittoria a nessuna delle due squadre. Dopo le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa da Demontis, tecnico dell’Halley Assemini, che aveva accusato lo Jerzu di aver dato il via alla rissa, non si è fatta attendere la risposta della società, che tramite il ds Martino Pisano ha espresso il proprio parere sull’accaduto:
«Il mister dell’Halley Assemini farebbe bene a non giudicare la nostra squadra – attacca Pisano- , soprattutto perchè non ha proferito parola relativamente al fatto che un suo giocatore, sferrando un cazzotto, ha spedito il nostro capitano al pronto soccorso da cui è uscito con svariati punti di sutura».
Poi rincara la dose:
«Dice che l’abbiamo messa sul piano della rissa? Dal referto arbitrale risultano due espulsi: uno dei nostri per aver spintonato fortemente un avversario, e uno dei loro, il fenomeno che ha confuso il campo di calcio col ring da boxe, mi dica lei chi l’ha messa sul piano della rissa».
Che giudizio si sente di dare su quella gara?
«Non avrei avuto niente da dire se fosse stato omologato il risultato maturato sul campo fino al novantaquattresimo.
Aggiungo che ogni atto di violenza o atteggiamenti non sportivi vanno condannati con pene adeguate; è altrettanto vero, però, che se si dovesse interrompere ogni partita in cui i contendenti si spintonano, dalla Serie A alla Terza Categoria, poche gare finirebbero regolarmente al novantesimo. Certo, chi esagera va espulso ed allontanato, ma finché una squadra ha fino a sette giocatori in campo si può giocare regolarmente».
La polemica non accenna a placarsi:
«Spero che venga approfondita la situazione con ulteriori valutazioni poiché l’unica squadra di fatto penalizzata dalla decisione è la nostra; è stata inflitta una pena dura, e se di rissa veramente si fosse trattato, mi sarei opposto al ricorso da noi fatto accettando la decisione degli organi preposti poiché prima di tutto siamo educatori. I ragazzi aspettavano di ricominciare la gara e c'erano tutte le condizioni per farlo.
E' stato un episodio isolato e comunque sanzionato dall’arbitro con due espulsioni, credo che la pena debba essere rivista ed adeguata, a patto che non penalizzi esclusivamente noi. I nostri avversari avevano comunque perso».
Quei tre punti vi avrebbero fatto senza dubbio comodo e, a quest'ora, sareste stati al quintultimo posto con due punti in più sulla zona retrocessione.
«Certo, anche perché guadagnati sul campo. Lavoriamo per salvarci comunque perché ritengo che, nonostante le vicissitudini di questa stagione sportiva, sia alla nostra portata la categoria in cui militiamo e per il nostro blasone ci compete quantomeno la Prima Categoria».
Come deve affrontare questo rush finale lo Jerzu per mantenere la categoria?
«Lo Jerzu deve giocare a calcio con orgoglio e serenità senza dimenticarsi che resta pur sempre un gioco che ha alla base una missione sociale imprescindibile, ancor di più in realtà come la nostra».
Sei turni al termine dove sfiderete immediatamente Gemini Pirri e Triei, vostre dirette concorrenti, mentre due partite dopo andrete a far visita al Decimo 07: pensa che la vostra salvezza passi da queste tre gare?
«Vogliamo salvarci a prescindere da tutto, e gli scontri diretti offrono la possibilità di abbattere il morale dell’avversario. L’anno di esilio forzato per la realizzazione del manto in erba sintetica al comunale di Jerzu è stato duro. La nostra società conta circa centotrenta tesserati in un paese di tremila abitanti e, nonostante il disagio temporaneo, abbiamo comunque partecipato a tutte le categorie senza mai trascurare anche i più giovani. Ci salveremo e l’anno prossimo sarà tutta un'altra musica».
Pietro Piga