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Cristian Dessì, dalla panchina alla doppietta al La Palma: «Ho rosicato ma ora sto bene, un domani vorrei allenare la Ferrini»
Ha deciso il derby: «Prima la salvezza poi chissà»

Cristian Dessì, dalla panchina alla doppietta al La Palma: «Ho rosicato ma ora sto bene, un domani vorrei allenare la Ferrini»

Gioca col numero dieci e inizia la stagione con qualche chiletto di troppo, poi si rimette in sesto e fa vedere numero d'alta scuola, se poi sta in panchina è come se fosse chiuso in gabbia. Non è Antonio Cassano ma Cristian Dessì, centrocampista-trequartista della Ferrini Cagliari, matricola dell'Eccellenza al quinto posto in classifica insieme con il Ghilarza dopo aver vinto il derby con in La Palma deciso da due calci da fermo del 34enne cagliaritano. «Io come Cassano? Forse dieci anni fa, ora non più, però se non gioco mi girano le p...». Assente dai tabellini delle prime quattro giornate, ha rivisto il campo prima in Coppa Italia e poi nel secondo tempo contro il Valledoria, subito castigato con un gol. A Tergu è entrato ad inizio ripresa e ha dato il suo contribuito per trovare il pareggio mentre con Porto Corallo, Latte Dolce e La Palma ha giocato titolare: «Ho iniziato la stagione con un infortunio poi pensavo di aver recuperato ma non per l'allenatore, la squadra si era ben amalgamata, mister Giordano mi voleva più in condizione e mi ha fatto "mangiare" un po' di panchina. Lo ammetto, ho rosicato perché pensavo di non sfigurare ugualmente in Eccellenza e in altre stagioni mi aveva schierato quando sono stato in condizioni non ottimali. Quest'anno, però, ha più soluzioni e perciò ha deciso che dovevo aspettare qualche giornata prima di giocare».

 

Col La Palma un rigore e una punizione per mettere il marchio dell'ex però con un'esultanza polemica verso la tribuna

«Perché tante persone mi stavano provocando da fuori dicendomi cose poco carine, ho esultato con la mano negli orecchi perché non li sentivo bene, evidentemente al La Palma qualcuno che rosica è rimasto»

Vittoria in rimonta, meritata?

«Loro hanno avuto più possesso palla, noi le migliori occasioni. Nel primo tempo potevamo segnare con Argiolas e D'Agostino, nessuna parata del nostro portiere eccetto il gol loro di Aiana. Poi c'è stato il rigore netto del pareggio. Nella ripresa le squadre si sono allungate e siamo stati bravi nelle ripartenze, oltre al mio secondo gol, c'è stata una punizione pericolosa di Argiolas e un'altra occasione di D'Agostino»

Perché la scelta di lasciare il pallino agli avversari? Un atteggiamento che si era visto anche contro il Latte Dolce

«Ci difendiamo bene di squadra, ci abbassiamo molto per poi ripartire accompagnando l'azione con più giocatori. Non sottovalutiamo nessuno, a Sassari siamo andati a fare la nostra gara, sapevamo di incontrare una squadra di grande qualità e preparata tatticamente, anche lì le migliori occasioni le abbiamo avute noi, il pareggio per è stato giusto. Siamo buona squadra, a nomi possiamo sembrare di non essere adatti per l'Eccellenza ma siamo forti sappiamo difendere ed attaccare»

Decisivo in Coppa e ora pure in campionato stai entrando in forma 

«A Tergu e col Valledoria sono partito dalla panchina ma ho pensato a dare il massimo, volevo dimostrare che potevo giocare dall'inizio. Ho perso qualche chilo e sto bene»

Un po' trequartista e seconda punta e un po' regista, più ruoli perché?

«A Sassari sono partito da mezza punta e poi mi sono abbassato centrale, così come col Porto Corallo. Domenica abbiamo giocato con un 3-4-1-2 con D'Agostino trequartista mentre io e Sigismondo eravamo in mediana. L'allenatore è bravo e sfrutta la duttilità di noi giocatori»

Difesa registrata nelle ultime 5 giornate con soli 2 gol subiti mentre nelle prime 4 le reti incassate sono state 7

«C'è stato un normale assestamento, abbiamo cambiato il portiere, si è infortunato Fiori, Bonu è un centrocampista che si è adattato come difensore centrale. Ci siamo rimessi subito in carreggiata, la difesa è il nostro punto forza, nel girone di ritorno delle scorso campionato abbiamo subito solo 7 gol»

Cristian Dessì, il primo a destra seduto in panchina, nella gara di inizio stagione col San Teodoro

Carlo Diana faticherà a ritrovare il posto dopo che smaltirà l'infortunio?

«Giocare è dura per tutti, trovare spazio non è facile perché chi gioca fa sempre bene. Adesso ci sono Fiori, Spanu e Bonu ma Carlo credo che tornerà al suo posto»

L'obiettivo della Ferrini? 

«Assolutamente la salvezza. Nelle prime 9 giornate abbiamo capito che il campionato non è semplice, la società ci tiene a restare in Eccellenza, è giusto che i nostri giovani aspirino a giocare in prima squadra anziché crescerli per poi darli ad altre squadre» 

Non ci sono spazi per i playoff?

«Una volta raggiunta la salvezza non molleremo di certo, daremo ancora qualcosa in più per essere protagonisti. Se fra un girone saremo ancora in questa posizione ci divertiremo, l'obiettivo si può anche cambiare cammin facendo, così è successo anche l'anno scorso visto che non eravamo partiti per vincere il campionato»

Da non dimenticare che siete anche in semifinale di Coppa Italia

«Ci teniamo alla doppia sfida col Taloro, a questo punto ci piacerebbe andare in finale, sarebbe un traguardo importante perché poi se vinci anche la gara secca fai almeno un turno nella fase nazionale»

L'ultima tua volta in Eccellenza avevi vinto il campionato col Progetto Sant'Elia, le differenze con 5 anni fa?

«Diverse direi. C'erano solo due fuoriquota ed era molto più difficile primeggiare, trovavi più giocatori di spessore, nomi importanti, ora un po' meno anche perché si spende di meno, prima ti potevi permettere di prendere un Bergese e ora peschi da categorie inferiori, nessuno mette più soldi nel calcio»

Fabio Argiolas vice-capocannoniere te lo aspettavi? Ma se si ferma lui?

«Fabio i gol li ha sempre fatti, per come gioca il mister lui è al centro del progetto e della preparazione di ogni gara. Non ti puoi dimenticare un secondo di lui perché con un tiro ti buca. Il mister alterna il fuoriquota che gli gioca di fianco, Mainas è stato infortunato e si sta riprendendo, Podda si fa sentire fisicamente e crea spazio, Nicola Argiolas è un '98 con buoni numeri. La Ferrini ne ha giocatori, ogni anno ne tira fuori uno o due di livello importante»

Qualcuno che sarà passato anche nelle mani di Dessì

«Un domani ci sarà qualcuno dei miei 2005, di bravini ce ne sono. Ma in futuro spero di allenare io la prima squadra della Ferrini, ho il patentino e mi piacerebbe questa nuova veste. Stare con Franco Giordano ti insegna tanto, poi ho avuto altri allenatori bravi come Bernardo Mereu dai quali imparare qualcosa»

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2015/2016
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Sardegna
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