Salta al contenuto principale
Ghiani applaude l'Alerese: «Per me il bicchiere è mezzo pieno»
«Squadra rivoluzionata, difficile fare meglio»

Ghiani applaude l'Alerese: «Per me il bicchiere è mezzo pieno»

E' tempo di bilanci in casa Alerese: a quattro giornate dal termine, con 36 punti all'attivo, il tecnico della squadra, Diego Ghiani, vede il bicchiere mezzo pieno e si dice comunque soddisfatto del campionato disputato dai suoi.
La sconfitta rimediata nel recupero con l'Atletico Cabras ha spento le ultime speranze di rimanere in corsa per un posto play-off, smorzando l'entusiasmo del gruppo che in queste ultime settimane ha un po' abbassato la guardia, ma non cancella quanto di buono fatto sino a questo momento: in più di un'occasione infatti, l'Alerese ha dimostrato di essere una squadra compatta, capace, tra le altre cose, di esprimere anche un buon gioco: si tratta di un'ottima base da cui partire in vista del futuro prossimo.

 Diego Ghiani, tecnico dell'Alerese

Mister Ghiani, nelle ultime tre gare avete conquistato soltanto un punto: a cosa è dovuto questo calo?
«Siamo arrivati allo scontro con il Cabras dopo 11 risultati utili consecutivi, ma la partita è stata rinviata al martedì successivo, alle 8 di sera; ci siamo presentati a quell'impegno in condizioni non ottimali, anche se c'è da dire che l'Atletico Cabras ha dimostrato per l'ennesima volta di meritare assolutamente la posizione che occupa.
Il fatto di aver giocato in notturna e in un campo in erba sintetica, a Santa Giusta, non ci ha di certo agevolato il compito, perchè non siamo abituati a questi terreni.
Probabilmente, per quanto abbiamo fatto vedere sul profilo del gioco, meritavamo qualcosa di più; con quella sconfitta comunque abbiamo perso praticamente tutte le nostre speranze di poter arrivare ai play-off, da quel momento, a livello inconscio, abbiamo mollato un po'.
Sia io che la società pensavamo di poter centrare questo traguardo, ma quando perdi queste partite capisci che ci devi tentare nuovamente l'anno prossimo; a livello psicologico quella battuta d'arresto ci ha tarpato le ali.
Io sono comunque soddisfatto del campionato che abbiamo disputato e soprattutto del gioco che abbiamo messo in mostra».

 

Si aspettava di ottenere qualcosa in più quest'anno?
«Quest'anno son partito con circa venti giocatori nuovi rispetto all'anno scorso, non è stato facile creare un gruppo ben amalgamato; siamo dovuti ripartire da zero, perchè in estate molti elementi hanno abbandonato il nostro progetto, chi conosce il calcio sa bene che ci sono dei tempi fisiologici da rispettare in questi casi.
Nonostante tutto sono soddisfatto, come ti dicevo prima, per la mentalità che la squadra ha sviluppato, per la personalità e per il gioco: mi aspettavo onestamente qualche punto in più in quel periodo in cui abbiamo collezionato quei sei pareggi consecutivi, per me son tutte mezze vittorie, non mancate sconfitte.
Dal mio punto di vista il bicchiere è mezzo pieno, ma nel calcio contano i risultati, per qualcuno potrebbe anche essere un campionato fallimentare, ma per me non lo è.
Dobbiamo ammettere che abbiamo ancora qualcosa in meno rispetto a squadre come Atletico Cabras e Samugheo; probabilmente siamo alla pari con la Tharros, invece».

 

La Folgore Oristano quindi è la vera sorpresa del torneo?
«Probabilmente se avessimo la possibilità di gestire lo stesso gruppo per diversi anni come accade per le società che occupano i primi posti in classifica, i risultati sarebbero migliori: loro hanno la fortuna di avere uno spirito e una mentalità che portano avanti da diverso tempo, hanno un obbiettivo comune, e lottano tutti assieme per raggiungerlo.
Secondo me la Folgore Oristano non è una sorpresa sul piano del gioco, perchè sono allenati da un bravissimo tecnico, che conosco peraltro personalmente; non mi aspettavo riuscissero ad ottenere questi risultati, anche se secondo me sono allo stesso livello dell'Alerese, dell'Oristanese, della Tharros, del Mogoro, del Marrubiu; siamo tutte un gradino sotto rispetto ad Atletico e Samugheo, anche se la prima Tharros, quella guidata da Lampis, era un'ottima squadra».

 

Pensa che l'Alerese potrà raccogliere in futuro i frutti dell'ottimo lavoro che avete fatto quest'anno?
«Come ti dicevo prima, dall'anno scorso a quest'anno c'è stata una vera e propria rivoluzione; io volevo un gruppo serio, composto da ragazzi motivati, per non imbattermi nei problemi che la società ha avuto l'anno scorso, visto che a dicembre sono dovuti intervenire sul mercato per ingaggiare 10 nuovi elementi per cercare di evitare la retrocessione.
Purtroppo non avendo un settore giovanile affermato l'Alerese non ha giocatori da far crescere; il primo passo sarebbe quello di dare continuità al lavoro svolto quest'anno, ma considerando che in rosa abbiamo molti ragazzi che viaggiano non è sicuramente facile al giorno d'oggi.
Secondo me il lavoro fatto quest'anno potrà premiarci sicuramente in futuro, in questa stagione secondo me non avevamo un organico allestito per puntare alla vittoria; sono le società che decidono e portare avanti un certo tipo di discorso spetta ai dirigenti.
Io non so bene cosa dirti al momento, anche perchè non so ancora quali siano i loro programmi.
Sono orgoglioso comunque di aver allenato una squadra che ha un'età media molto bassa: non avevo l'obbligo di schierare i fuori quota ma in ogni partita ne scendevano in campo dai 3 ai 5.
Il futuro, nel calcio a questi livelli, è sempre un'incognita».

 

Quanto conta il lavoro di un tecnico in un campionato come quello di Seconda Categoria?
«Io penso che sia importante se si tratta di costruire un gruppo partendo dall'inizio, cercando di dare un'idea di gioco ben precisa alla squadra; in questo caso è fondamentale l'allenamento settimanale.
Se si ha invece a disposizione una squadra ormai collaudata e costruita negli anni si riesce ad incidere in maniera inferiore, perchè si tratta soltanto di inserire gradualmente gli innesti in un telaio già ben definito.
Quest'anno ho dato il mio contributo all'Alerese, ho messo in gioco le mie idee, e penso che in qualche occasione si sia visto; dobbiamo sempre ricordarci comunque che siamo dei dilettanti, ci siamo allenati con continuità sino a tre settimane fa ma non ho più avuto modo di lavorare con il gruppo al completo: secondo me non conta soltanto la partenza ma è fondamentale anche l'arrivo.
Comunque sia il mio contributo è sicuramente inferiore a quello che hanno dato i ragazzi e la stessa società; non voglio fare il modesto ma è importantissimo il lavoro di tutti, io ho semplicemente cercato di fare del mio meglio».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
11 Ritorno
12 Ritorno
Girone D