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Promozione
«Vogliamo diventare un esempio sano in Ogliastra»

Girasole, missione salvezza compiuta con largo anticipo, Mereu: «Orgoglioso di questo gruppo, il merito è tutto dei ragazzi»

In pochi, a Girasole, avrebbero scommesso su un epilogo così felice: al primo anno di Promozione, in un campionato stracolmo di insidie e di difficoltà, i ragazzi allenati da Tore Mereu hanno tenuto ben alta, unici esponenti in assoluto, la bandiera dell'Ogliastra, riuscendo nella grande impresa di raggiungere la salvezza matematica con ben quattro turni di anticipo rispetto al termine ufficiale della stagione.
Un risultato che è conseguenza diretta del grande spirito di sacrificio e del carattere battagliero dei giallo-verdi, capaci di sfruttare al massimo, aspetto non secondario, le enormi potenzialità sul piano tecnico e tattico dei ragazzi presenti in rosa, bravi a tenere testa, guidati dal loro condottiero, e a reggere tranquillamente il confronto con compagini ben più attrezzate: il 2 a 1 rifilato alla Montepon Iglesias nell'ultima uscita, griffato da Jacopo Secci e Giovannino Tegas, è uno dei passaggi più importanti, in questo senso; il successo che ha dato, soprattutto, il via ad una festa meritatissima.


«Ad inizio stagione, nessuno
– confessa Tore Mereu - si immaginava che le cose potessero andare così bene per noi, soprattutto perchè siamo una piccola realtà, che affrontava per la prima volta nella sua storia un campionato impegnativo come quello di Promozione.
Venivamo da un'annata straordinaria, conclusa con l'accesso alle finali play-off e il conseguente salto di categoria, qualcosa di unico ed irripetibile, che ci ha dato la giusta dose di entusiasmo, senza dubbio, ma le difficoltà non mancavano, soprattutto per quanto riguarda il discorso dei fuori quota: qui in Ogliastra, Tortolì e Lanusei si accaparrano inevitabilmente i talenti migliori, ma fortunatamente siamo riusciti a costruire un organico competitivo».

 

Che è riuscito, tra l'altro, ad esprimersi immediatamente ad altissimi livelli: andare a vincere, per 3 a 0, all'esordio, sul campo della Ferrini non è cosa da poco.
«Pensavamo di dover vivere nove mesi di passione, ma quel successo è stato preziosissimo per la nostra autostima, abbiamo capito che potevamo dire la nostra, e il girone d'andata è stato assolutamente strepitoso.
Ottenere 22 punti ci ha permesso di affrontare la seconda parte con più tranquillità: siamo stati bravi a vincere quasi tutti gli scontri diretti, proprio per questo dico che la nostra è una salvezza assolutamente meritata, sul campo. Non ci ha regalato niente nessuno, anzi, a dire il vero forse ci manca qualcosina».

 

Il vostro cammino non è stato comunque tutto rose e fiori:
«Anzi, ci siamo trovati di fronte a difficoltà improvvise ed improvvise – ammette il tecnico -. Assorbire la perdita di un giocatore fondamentale come Giolitti non è stato semplice. Le nostre rivali si stavano rinforzando, a noi invece succedeva paradossalmente il contrario.
Sono assolutamente convinto, ci tengo a rimarcarlo pubblicamente, che ciò che ha fatto la differenza sia il gruppo, coeso e affiatato: il nucleo, lo zoccolo duro è composto da 6-7 elementi; fondamentali non solo in campo, ma soprattutto per quanto riguarda la mentalità».

Un'impresa fatta in casa, insomma:
«Un motivo di orgoglio ulteriore, vogliamo diventare un esempio sano per tutta l'Ogliastra».

Dati alla mano, nella seconda parte avete faticato sul piano della continuità dei risultati:
«Non puoi pretendere, ovviamente, di essere sempre al 100%, soprattutto quando poi ti viene a mancare il tuo attaccante più forte: non dimentichiamoci che Giolitti l'anno scorso ci ha letteralmente trascinato in Promozione, e quest'anno ha segnato 8-9 gol nelle prime gare.
In più, ci sono stati diversi infortuni che hanno colpito i nostri fuori quota, costretti a stare lontani dal campo anche per diversi mesi, come è successo ad esempio a Tegas e a Jacopo Secci; sono stato costretto ad adattare i miei giocatori in ruoli inediti, e quando arrivano tre sconfitte di seguito, come è capitato a noi tra la quattordicesima e la sedicesima, diventa tutto più difficile, un pizzico di pessimismo è inevitabile».

Siete venuti fuori da quel momento negativo più forti di prima.
«L'arrivo di qualche giocatore a dicembre ci ha dato una grossa mano in questo senso, ma sono convinto che le sconfitte facciano parte del nostro percorso di crescita».

 

Tra 360 minuti si chiuderà una stagione particolarmente impegnativa per Mereu, che si è dovuto dividere tra la panchina, appunto, e il campo, in cui è stato spesso e volentieri determinante con le sue giocate.
«Ricoprire il doppio ruolo, non lo nascondo, è stancante, soprattutto perchè devo fare tutto da solo, non ho dei collaboratori, in questo senso, ma l'entusiasmo è un'arma formidabile.
Io gioco per divertirmi, se mancasse questo aspetto, non lo farei: mi piacerebbe continuare così per altri vent'anni (ride), ma so che non è possibile.
I miei compagni mi hanno dato una mano d'aiuto decisiva: sono stato fortunato a trovare un ottimo ambiente, composto da giocatori seri, con la testa sulle spalle, che ti ascoltano con fiducia.
Molti di noi sono impegnati con lo studio e con il lavoro, siamo costretti ad allenarci alle 8 di sera, ma nessuno manca mai ad una seduta: è una cosa che fa piacere ovviamente, e ci fa capire che si tratta probabilmente di un risultato unico ed irripetibile».

Con una dedica speciale:
«Mia moglie ha avuto tanta pazienza (ride), calcio e lavoro mi rubano parecchio tempo. Ma un applauso particolare lo meritano i giocatori: c'è da essere orgogliosi per quanto fatto.
Godiamoci questo momento, perchè nel calcio, le avventure a volte vanno bene, come nel nostro caso, e altre volte vanno male: speriamo che una realtà come Girasole possa consolidarsi, siamo un piccolo centro di 800 persone, è difficilissimo trovare gli sponsor e le risorse per affrontare tutte le spese».

 

Per il futuro ti vedi ancora con questa maglia?
«Concentriamoci sul finale di stagione, vogliamo concludere nel miglior modo possibile; è stata una salvezza dura, ora mi riposerò un po' anche io: salvo sorprese, farò soltanto l'allenatore.
Per quanto riguarda l'anno prossimo si vedrà, non dipende ovviamente soltanto da me: posso solo dire che a Girasole sto benissimo, tra l'altro c'è un ottimo impianto sportivo che ci invidiano in tanti; è ancora prematuro al momento fare questi discorsi, quando arriverà il momento mi confronterò tranquillamente con la società».

In questo articolo
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2014/2015
Tags:
Sardegna
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Girone A