Il bomber a tutto campo racconta il "suo" derby
Ibra-Salerno, 100 gol per la maglia bianco-rosso-verde
In sei anni a Lanusei ha segnato quasi 100 gol. Gli ultimi, domenica in casa del Cardedu, hanno regalato una stupenda vittoria alla squadra di Fiorenzo Pilia. Daniele Salerno, bomber del Lanusei, si racconta a Diariosportivo.
Sei sorpreso dalla netta vittoria nel derby?
No, per niente. In settimana avevamo preparato benissimo la partita; certo, eravamo a conoscenza della forza degli avversari, ma in questo momento nel gruppo c’è la consapevolezza di giocarcela fino in fondo con tutti e riuscire a compiere imprese anche difficili sulla carta.
Avete messo in difficoltà una squadra che, soprattutto in casa, non concede tantissimo…
Abbiamo preso da subito il controllo del centrocampo e siamo stati superiori a livello fisico. Loro hanno un centrocampo molto tecnico e dinamico, ma noi siamo scesi in campo con un solo risultato in testa.
Avete 4 punti in più rispetto alla passata stagione…
Avendo giocato a Bari Sardo nella precedente annata, non posso parlare direttamente del campionato 2009/2010 del Lanusei. Posso certamente dire che 8 punti in 4 gare non sono male. Anzi, sono una motivazione in più per inseguire l’obiettivo.
Obiettivo Eccellenza quindi?
No, salvezza il prima possibile (ride…)
Un vostro punto di forza?
Il gruppo. Il nostro è formato da uno zoccolo duro che lavora insieme da tantissimi anni ormai; tutti i nuovi acquisti riescono ad integrarsi alla grande e quest’anno possiamo davvero disputare un grande campionato. Possiamo stare benissimo nel gruppo di testa, magari dietro le corazzate Pula e Quartu 2000.
Come mai lo scorso anno hai deciso di andare al Bari Sardo?
Motivi personali. Nell’anno del matrimonio, ho deciso di stare sempre vicino a mia moglie (la signora Salerno è di Bari Sardo, ndr) e mio figlio, per cui ho colto al volo la proposta della dirigenza biancoazzurra.
La scorsa estate hai deciso di fare il percorso inverso, come mai?
Avevo diverse offerte, anche da squadre di categoria superiore come Tortolì e Taloro Gavoi. In particolare mi seguiva Antonello Staffa, tecnico del Taloro (ex da qualche settimana, ndr), che avendomi già allenato per due stagioni proprio nel Lanusei, mi conosce benissimo. Ma non ho resistito al richiamo di una piazza che mi ha dato tantissimo finora. Nella scelta ha anche influito la corte serrata di Fiorenzo Pilia, nostro attuale allenatore.
A proposito di Antonello Staffa, raccontaci il primo anno con lui…
Lo ricordo con piacere. Avevo 20 anni ed ero alla prima esperienza a Lanusei. Provenivo dall’Eccellenza con il Tortolì di Antonio Ravot. Il Lanusei era in 1^ categoria ed il Mister aveva fatto un ottimo lavoro, che culminò con l’accesso in Promozione. Segnai 24 reti, vincendo la classifica marcatori. Vincemmo anche il campionato regionale juniores, in cui giocavo come fuori quota, segnando 14 gol.
38 gol in stagione a 19 anni è un bottino importante. In seguito hai avuto contatti con squadre di categorie superiori?
No, ho fatto un’esperienza nel 2003 con l’Ilvamaddalena, ma essendo quello l’anno del diploma, non riuscivo a coniugare bene calcio e studio; così nel mese di novembre feci rientro alla Castor, dove segnai 14 gol.
Un’esperienza comunque positiva…
Positivissima, soprattutto perché ebbi la possibilità di giocare con atleti del calibro di Simone Cardu, un’istituzione a La Maddalena e Cristian Usai. In particolare dal primo, essendo anch’egli attaccante, imparai tanti segreti sottoporta. Proprio loro due sono tra i giocatori più forti con i quali abbia giocato finora, senza dimenticare Zaccheddu ai tempi del Tortolì.
Domenica c’è il secondo derby consecutivo, questa volta contro la tua ex squadra, il Bari Sardo di Marco Orrù…
Conosco il Mister dalla stagione 2007/2008, quando era stato a Lanusei. In quell’occasione avemmo qualche diversità di vedute su alcuni aspetti, ma per quanto mi riguarda, conservo massimo rispetto nei suoi confronti. Noi sul campo vogliamo vincere per regalare ai nostri tifosi la prima vittoria casalinga; tra l’altro giocheremo nuovamente al Lixius, un motivo in più per ottenere i 3 punti. Ci aspettiamo un folto pubblico, che ci sostenga per tutti i 90’.
Dovendo segnare, esulterai?
Senza esagerare, ma esulterò; ora indosso la maglia del Lanusei ed i miei tifosi si aspettano tanto da me.
A chi dedicherai un tuo eventuale gol?
A mio figlio Simone e a mia moglie Serenella, che mi seguono ogni domenica.
Come consuetudine, domenica mattina prenderete parte alla Santa Messa...
Si. Il nostro allenatore tiene tantissimo all’appuntamento domenicale con la Santa Messa ed anche noi calciatori siamo entusiasti di partecipare. Personalmente sono credente e quindi questo aspetto mi fa veramente piacere.
Il parroco di Lanusei, Don Minuccio Stochino, è tra l’altro un dirigente della squadra. Un bel connubio calcio-chiesa…
Si, è un grande appassionato di calcio e durante le sue prediche ci prende come esempio da seguire per tutta la comunità. Per cui, sentiamo anche una certa responsabilità verso tutta la popolazione. Il calcio è uno sport e come tale deve infondere dei valori profondi nella società.
Tu sei nato il 30 maggio 1984. Quel giorno la Roma venne sconfitta ai rigori dal Liverpool nella finale della Coppa dei Campioni. Per uno juventino un ricorso storico niente male…
Sono juventino, è vero, ma rivelo di essere anche simpatizzante della Roma. Meglio dirlo in silenzio (ride…).
I tuoi obiettivi stagionali e futuri.
Ho sempre bisogno di avere sempre nuovi obiettivi da inseguire, vado ogni giorno alla ricerca di nuovi stimoli. Uno su tutti, portare il Lanusei in Eccellenza.
Roberto Secci