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Il Castelsardo si aggrappa a Ivan Cirinà: «Mai lottato per non retrocedere ma la sfida andava accettata per crescere, salvezza possibile solo pensando gara per gara»
«Monastir forte, con grinta e voglia faremo bene»

Il Castelsardo si aggrappa a Ivan Cirinà: «Mai lottato per non retrocedere ma la sfida andava accettata per crescere, salvezza possibile solo pensando gara per gara»

Convinto, deciso e ottimista. Ivan Cirinà ha accettato di guidare il Castelsardo nelle ultime sette giornate di campionato con tanta carica e fiducia di poter dare il suo contributo per portare i rossoblù alla salvezza. Sa bene che il compito è arduo e la concorrenza spietata, che la squadra è mentalmente giù perché reduce da un punto conquistato in 7 partite ma vuole mettersi alla prova affrontando una situazione inedita nella sua carriera di allenatore: con Torres, Usinese, Taloro e Ploaghe ha sempre lottato per il vertice ora dovrà sgomitare per non retrocedere. «Non è stata una scelta facile - ammette il 43enne tecnico di Ossi - ma ponderata e che riguarda anche la mia crescita di allenatore. Dopo anni di lotta al vertice ci vuole anche un'esperienza importante con una squadra che lotta per la salvezza. Il Castelsardo mi ha voluto fortemente, mi ha fatto capire che sono importante e che potevo dare loro una grossa mano per raggiungere l'obiettivo prefissato ad inizio stagione. Io sono un allenatore dilettante ma anche un professionista e devo saper accettare tutte le sfide che mi si pongono davanti. Posso dare il mio contributo, ho visto un gruppo di ragazzi in gamba e si tratta soltanto di trovare quella serentià e quella coscienza nei propri mezzi per arrivare all'obiettivo-salvezza».

 

Ivan Cirinà guiderà il Castelsardo nelle ultime 7 giornateDall'esterno può sembrare una scelta rischiosa per chi in Eccellenza ha conquistato i playoff nelle ultime due stagioni ma un allenatore può dimostrarsi bravo in ogni condizione e realtà

«Un tecnico, se gli piace davvero allenare, dev'essere pronto ad affrontare qualsiasi sfida. Io non ho mai lottato per non retrocedere, è un tassello che manca nel mio percorso professionale; che finisca bene o male sarà un'esperienza che mi servirà in futuro nel caso in cui dovesse chiamarmi una società che programma un campionato sapendo di affrontare delle difficoltà ma con una prospettiva di crescita. Sono pronto a tutto, sono giovane come carriera da tecnico, a Castelsardo crescerò ancora perché sto andando in una società molto forte, che mi sta andando carta bianca per tutte le scelte, che ha una storia importante alle spalle e che non vuol retrocedere. Sta cercando di aggrapparsi alla categoria e sceglie me per farlo, beh io non potevo rifiutare»

Al primo allenamento quali difficoltà sono emerse e quali elementi positivi sono stati trovati?

«Ho molto lavoro da fare e poco tempo a disposizione, questo è un punto a mio sfavore. D'altro canto i ragazzi hanno voglia di fare e apprendere. Rispetto il lavoro fatto da Antonio Loi, che non conosco, e quello in precedenza di Carlo Baiardo, col quale ho un grandissimo rapporto, ci siamo sentiti e mi ha dato delle "dritte" perché è un punto di riferimento del Castelsardo. Non sono presuntuoso e ascolto tutti, poi le scelte le faccio io, devo essere capace di capire la situazione in pochi giorni per agire e far rendere al meglio la squadra, che ha grandissima corsa, velocità e grinta. Il problema grosso è il campo che non aiuta, i tempi di gioco si allungano, la velocità viene a mancare ed è quella che deve caratterizzare la squadra»

Mai visto in stagione il Castelsardo? 

«Purtroppo no, ho visionato solo dei filmati ma conosco quasi tutti i giocatori. L'età media della squadra è bassa e la qualità maggiore riscontrata è l'esuberanza che dovrà emergere in campo. Ho le idee chiare su come farli giocare, bisogna ritrovare gli stimoli e far capire subito a loro le mie idee di gioco. I risultati negativi portano negatività ma loro devono vedere il campionato con un altro occhio, non pensare che è stato fatto un punto nelle ultime sette gare ma concentrarsi su una partita per volta, che va affrontata come fosse una finale e senza guardare la clasisifca. Noi abbiamo l'obbligo di non perdere e vincere qualche gara qua e là, impegnandoci ogni settimana. Se guardi la situazione globalmente ti viene l'ansia, e non fai quello che devi fare sul campo, bisogna essere sereni e lavorare sul campo riprendendo coscienza dei propri mezzi e qualità»

Il vostro calendario non è dei migliori ma perlomeno avete alcuni scontri diretti con Monastir, Taloro e Valledoria 

«Noi siamo in pieno playout e dobbiamo cercare di staccare la compagna e riprendere qualche altra sapendo che davanti sono tutte buone squadre con individualità importanti. Il Taloro e il Valledoria sono troppo lontani, io guardo la più vicina che è il Tonara e lo farò finché sarà alla nostra portata, se poi si stacca dovrò guardare il La Palma o chi sarà quint'ultima in quel momento. Il mio traguardo è riuscire a recuperare una posizione, se non ce la faremo allora, nella peggiore delle ipotesi, dovremo staccare la penultima»

Domenica il Monastir, subito la possibilità di staccare un avversario e avvicinarsi ad altri 

«C'è poco tempo per prepararla, ci alleneremo tre giorni, sabato compreso. Dobbiamo metterci sotto perché abbiamo tra gli assenti due squalificati, ma non mi tiro indietro. I riagazzi mi segurianno per prepararla bene. Sono una buona squadra e con ottime individualità, il reparto avanzato è il punto forte perciò dobbiamo trovare le giuste contromisure per limitare giocatori come Fanni, Caddeo e Meloni, lo faremo con grande grinta, volontà e intelligenza. Cercheremo di tirare fuori un risultato positivo che sia poi da stimolo per le altre gare, ci sono da qui alla fine 21 punti a disposizione e dobbiamo tirare fuori il massimo»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna
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