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L'Atletico Uri sogna con Borrotzu: «Mi hanno aspettato, li ripagherò con la promozione»
Il bomber: Ho giocato zoppo, 23 gol non sono pochi

L'Atletico Uri sogna con Borrotzu: «Mi hanno aspettato, li ripagherò con la promozione»

A quattro punti dalla storia. A due giornate dal termine l'Atletico Uri vede il traguardo della vittoria a portata di mano, la capolista del girone D di Prima categoria ha 3 punti di vantaggio sul Tergu e 4 sullo Stintino, prossimo avversario dopo il riposo per Pasqua. La matricola sassarese non è mai stata in Promozione e, dopo 11 vittorie di fila, avverte l'aria dell'impresa che proietterà il paese di 3mila abitanti, a 13 chilometri da Sassari e 18 da Alghero, in una categoria importante con la seconda promozione di fila. L'artefice di questo miracolo sportivo è il presidente Tore Ardu che ha chiamato in panchina un allenatore esperto e vincente come Giovanni Muroni e due giocatori di diverse categorie superiori come Alessandro Piras, reduce dal campionato di Eccellenza vinto con l'Olbia, e Antonio Borrotzu, bomber per anni in serie D con le maglie di Tavolara, Sanluri, Porto Torres e Budoni. L'attaccante di Orani, classe 1978, è il cannoniere della squadra con 23 gol: «Ma ho avuto difficoltà all'inizio perché mi trascinavo un infortunio avuto nel finale della scorsa stagione a Budoni, per le prime cinque o sei partite ero zoppo, poi la condizione è migliorata e ora sto facendo bene». Un ritorno ad alti livelli che ha una spiegazione semplice: «Merito della società e del mister, che hanno saputo aspettarmi senza mettere pressioni. Spero di ripagarli con la vittoria del campionato».

 

Ormai siete vicinissimi al traguardo, trasferta a Stintino e chiusura in casa con l'Ozieri

«Servono quattro punti ed è fatta. Ora siamo concentrati per la gara di Stintino contro un avversario forte e che farà di tutto per rientrare in corsa per il primo posto. Vediamo come andrà da loro venerdì 25 e poi penseremo all'ultima giornata»

Ora più che mai servono i gol di Borrotzu

«Grazie a Dio i gol li ho sempre fatti in tutte le categorie, 23 sono comunque tanti in una stagione per me complicata. Ma per fortuna c'è chi segna molto in squadra oltre a me, come Giovanni Cuccu che è a quota 17, non ha mai giocato in Promozione ma è fortissimo»

Da chi faceva 15-20 gol in serie D magari ci si aspettava invece che potesse toccare anche quota 40 a Uri

«Ma non è mica semplice fare tutti quei gol in Prima categoria, il campionato è buono ma anche molto agonistico, le marcature a uomo sono spietate e si picchia molto, poi si va a giocare in tanti campi in terra battuta. Gli avversari hanno sempre avuto un occhio di riguardo su di me ma il vero problema è stato superare i guai fisici perché poi la porta la vedo ancora bene»

Dopo un'estate a parlare con club di serie D ed Eccellenza è arrivata l'irrinunciabile proposta dell'Atletico Uri

«Una scelta di vita perché ora ho un lavoro come guardia giurata e posso stare più vicino a mia figlia Maria Grazia. Con questo club chiuderò la carriera a meno che non mi mandino loro via»

Nessun pentimento per non calcare più i campi di Lega Nazionale Dilettanti?

«Assolutamente no. Per quello che vedo e sento da amici ed ex compagni le cose vanno sempre peggio, siamo alle solite con promesse mai mantenute e ritardi su ritardi nei rimborsi spese. Le società di serie D stanno annaspando nelle ultime posizioni perché non pagano, solo il Latte Dolce dà rimborsi puntuali e sta facendo bene con la squadra che aveva in Eccellenza. Non ne vale la pena giocare in quei campionati, il calcio in Sardegna è messo male non perché manchino bravi giocatori, anzi la qualità è sempre presente, ma perché c'è incompetenza nei presidenti e nei direttori sportivi. Qualcosa l'ho vista nella mia carriera, ho giocato fuori (Messina, Castrovillari e Igea Virtus, ndr) e sono stato nel Tempio quando era in C2, alla guida del club c'erano i Ganau, persone splendide che non ritrovi più nelle società ora composte da dirigenti che promettono e non mantengono. Io avrei dovuto fare questa scelta qualche stagione prima»

Cosa ha invece di speciale la società alla guida dell'Atletico Uri?

«È composta da persone sensibili e leali, pronte a darti una mano in qualsiasi momento. Quando ho firmato il contratto di lavoro nemmeno ho guardato per quanti mesi fosse, qui hanno una parola sola. Per quello dico che chiuderò a Uri la carriera e non valuterò nessuna proposta dovesse arrivarmi»

Quando l'estate scorsa si lesse di Muroni, Borrotzu e Piras a Uri tutti pensarono: "Il campionato è loro". E invece?

«Invece vincere non è mai facile in nessuna categoria come ha dimostrato il Ploaghe che ha impiegato due anni per salire in Promozione. Nel nostro caso, poi, ci sono avversari come Tergu e Stintino che hanno investito più di noi. La nostra è anche una rosa ristretta dopo aver perso alcuni giocatori con le liste chiuse. Nella gara col Tissi eravamo solo in 12 a disposizione, il presidente Ardu è dovuto anche andare in panchina come secondo portiere. Però siamo stati bravi a reggere e, nelle ultime tre giornate, a recuperare 3 e 7 punti a Tergu e Stintino, ora faremo di tutto per festeggiare all'ultima giornata la vittoria del campionato»

Come sta vivendo il paese questa stagione ai vertici della classifica?

«All'inizio venivano pochi tifosi al campo, ora c'è molto entuasiasmo. Uri non ha mai fatto la Promozione, ci mancano 4 punti e potremo regalare al paese questa grande gioia, siamo lì e ci dobbiamo provare, se ce la dovessimo fare sarebbe una grande impresa per tutto ciò che abbiamo passato»

Qual è stata la gara peggiore che avete fatto?

«Una disastrosa non ce n'è, abbiamo perso tre gare in tutta la stagione a Pattada (6ª giornata, ndr) e Bonorva (16ª giornata, ndr) siamo entrati male in campo. L'unica gara in casa che abbiamo perso è stata col Robur Sennori ma ci siamo rifatti domenica vincendo sul loro campo e approfittando del pareggio dello Stintino a Osilo»

La gara della svolta?

«A Tissi, quando eravamo 12 in elenco e alla fine del primo tempo siamo stati costretti a fare l'unico cambio per infortunio. Lì abbiamo stretto i denti e portato a casa i tre punti, che poi è stata la gara che ha dato il via alla striscia di 11 vittorie di fila»

Quanti meriti dare a Giovanni Muroni per questo primato?

«Beh, direi molto. La sua mano si vede. Il mister lo conosco bene perché l'ho avuto nel S.Maria La Palma in Eccellenza, usa metodi duri ma è una brava persona. È stato bravo a gestire la rosa ristretta, spesso giochiamo con due fuoriquota oppure con i '94 che per la Prima categoria non sono considerati fuoriquota ma che comunque sono alla prima esperienza fuori dal settore giovanile»

Si parla tanto di Samb Falou, senegalese classe 1997 voluto da mister Muroni dopo averlo visto palleggiare in spiaggia

«È molto bravo ma è anche molto giovane, infatti alterna grandi prestazioni ad altre più normali. Può senz'altro fare categorie importanti ma gli consiglierei di stare un altro anno all'Atletico Uri specie se dovessimo andare in Promozione»

Il "giovane" Borrotzu cosa si augura invece?

«Di vincere il campionato perché i successi sono tutti belli indipendentemente dalla categoria e dall'età. Sarebbe per me una grande soddisfazione e dedicherei la vittoria alla società che non ci ha mai messo pressione e lasciato tranquilli per tutta la stagione. Ma ora ci aspettano due battaglie»

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Sardegna
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Intervista