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ulassai vittoria campionato
«Le nostre armi in più? Continuità nei risultati e grande affiatamento»

L'Ulassai vola in Prima Categoria, Demurtas: «Risultato storico e inaspettato: lo dedichiamo al paese e a tutti i nostri tifosi»

Claudio Demurtas non parla tanto, è vero, ma le sue parole sono profondamente intrise di emozioni: racconta, quasi sottovoce, con grandissima umiltà, di un'impresa storica, perchè vincere non è mai una cosa facile, soprattutto poi se rappresenti un piccolissimo paese ogliastrino con poco meno di 1500 abitanti, incastonato tra i famosissimi Tacchi, a settecento metri sopra il livello del mare.
Eppure l'Ulassai è riuscito a tagliare il traguardo da prima in classifica, sovvertendo tutti i pronostici di inizio anno: battere la concorrenza di compagini forti e ben attrezzate come Triei e Castor, per citarne due, non è stato affatto semplice, ma con il passare delle giornate i rosso-blu sono cresciuti, in maniera esponenziale, sul piano della determinazione, della convinzione nei propri mezzi e, aspetto ancora più importante, per quanto riguarda le prestazioni, con i 74 gol all'attivo che rappresentano uno dei dati più emblematici in questo senso. L'apice si è raggiunto nell'ultima uscita, decisiva per lo sprint che valeva per il salto, storico, in Prima Categoria, con il sontuoso 7 a 2 rifilato al Selene Lanusei, di fronte al proprio calorosissimo pubblico, per un successo che ha tanto il sapore dell'apoteosi: non c'era davvero modo migliore per chiudere il discorso e dare inizio ad una festa attesa quanto meritata.

«Nessuno si aspettava, credo, un risultato del genere — dichiara Claudio Demurtas — , tanto meno noi: proprio per questo è stato ancora più bello vincere il campionato. Siamo andati di gran lunga oltre le più rosee aspettative». L'Ulassai si è confermata, con il passare delle giornate, squadra estremamente solida e compatta. «La differenza l'ha fatta la determinazione e l'affiatamento del gruppo: coloro che scendevano in campo, così come chi subentrava dalla panchina a partita in corso, hanno sempre remato dalla stessa parte, discorso che vale anche per i dirigenti, ovviamente. Man mano che arrivavano i risultati, poi, siamo ovviamente cresciuti sul piano dell'autostima e della convinzione nei nostri mezzi. Il supporto dei nostri tifosi, poi, è risultato fondamentale: sono stati l'autentico dodicesimo uomo in campo».
Per un paese così piccolo, l'approdo in Prima Categoria, cosa mai accaduta nella storia del club, ha il sapore di un miracolo sportivo.
«Quando rappresenti una comunità di appena 1500 persone dai per scontato che le risorse a tua disposizione non possono essere tantissime; la rosa dunque è composta in buona parte da giocatori locali e i pochi ragazzi di fuori che ci danno una mano arrivano dai centri limitrofi, nel raggio di 1 o 2 km; per questo li consideriamo dei compaesani a tutti gli effetti».
Il testa a testa per la vittoria finale, come era prevedibile, si è risolto solo all'ultimo: fondamentali, in questo senso, i tre punti conquistati nel match interno contro il Selene Lanusei, battuto con un larghissimo 7 a 2. «Non nascondo che il clima alla vigilia era molto teso: a dire il vero ci aspettavamo una vera e propria battaglia, ma per fortuna siamo scesi in campo con lo spirito giusto sin dai primi minuti e il confronto si è messo immediatamente in discesa. In realtà l'abbiamo spuntata con più tranquillità rispetto al previsto».
Per avere la meglio sulle dirette rivali, Demurtas e soci hanno dovuto mantenere costantemente il piede pigiato sull'acceleratore. «Una volta conquistato il primo posto abbiamo capito che avevamo il destino del torneo in mano: se avessimo fallito, dunque, sarebbe stata esclusivamente colpa nostra. Non dovevamo fare altro che rimboccarci le maniche e lavorare duro: fortunatamente siamo riusciti a difendere la posizione sino all'ultimo».
Tra le armi migliori, un attacco assolutamente atomico, capace di andare a segno per ben 74 volte. «In realtà partecipavamo tutti alla fase avanzata, con grande spirito di sacrificio, e i risultati parlano chiaro in questo senso». Il capitano ha siglato dieci gol: un bottino di tutto rispetto. «Sono sicuramente soddisfattissimo a livello personale, anche se mi dispiace aver saltato due gare per infortunio. La cosa più importante, comunque, è essere riuscito a dare una mano alla squadra: ho avuto dei compagni straordinari, ci tengo a sottolinearlo, dal primo all'ultimo».
Enrico Deplano si è ritagliato un ruolo di primissimo piano, risultando il più prolifico con 21 centri.
«Quando serviva il suo aiuto non si è mai tirato indietro, c'è sempre stato, senza risparmiarsi. Un elemento indispensabile, il vero e proprio punto di riferimento in avanti; un bomber di razza».

Il Triei è stato un avversario ostico, che ha sventolato bandiera bianca soltanto all'ultimo.
«Si sono dimostrati davvero una bella squadra; contro di noi hanno dato letteralmente l'anima, pareggiando la sfida del ritorno allo scadere, dopo essersi aggiudicati il confronto dell'andata». L'episodio decisivo per la corsa al titolo è arrivato a metà febbraio. «Il ko che hanno rimediato contro il Perdasdefogu ci ha permesso di sorpassarli e per fortuna noi non abbiamo più sbagliato, anche perchè loro continuavano a correre forte. Meritano sicuramente un applauso e tutti i complimenti».
L'Ulassai, dal canto suo, ha sbandato due volte. «Alla seconda giornata, proprio contro i bianco-verdi, e poi contro la Castor: con i granata però ci siamo riscattati strappando il bottino pieno a Tortolì, una bella rivincita, senza dubbio, perchè ottenuta su un campo tradizionalmente molto ostico, anche se ci è dispiaciuto perdere in casa, ma quando affronti compagini così forti un passo falso ci può stare. L'importante in questi casi è riuscire a rialzarsi immediatamente e noi ci siamo ripresi alla grande».

Valentino Porcu ha vestito ottimamente i panni dell'allenatore. «È riuscito nell'intento di mantenere l'armonia e l'affiatamento all'interno dello spogliatoio per tutto l'arco della stagione, coinvolgendo tutti nel progetto, dal più piccolo al più grande, senza eccezione alcuna. Lavorare con lui è stato estremamente interessante e mai banale, aspetto fondamentale se vuoi mantenere la concentrazione costantemente al massimo; c'erano puntualmente 15-16 persone al campo, una cosa per niente scontata, soprattutto considerando che molti di noi studiano a Cagliari».
Ora c'è tutto il tempo per pianificare il futuro prossimo. «Vogliamo ancora goderci i festeggiamenti però, ce li siamo meritati del resto, perchè si tratta di un traguardo storico; una volta smaltita l'euforia ci concentreremo sulla stagione che verrà. L'ideale sarebbe piazzare qualche innesto di esperienza, poi ci sarà da risolvere la questione legata ai fuori quota e temo che non sarà facile perchè i ragazzini che hanno voglia di giocare a pallone da queste parti scarseggiano».

Dopo ogni trionfo che si rispetti non può mancare la dedica.
«Il nostro grazie più grande va al paese, per forza: i nostri tifosi ci hanno sostenuto dappertutto. Non possiamo dimenticarci, inoltre, degli sponsor, dei dirigenti e di tutti coloro che ci hanno aiutato a coronare questo sogno».

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2018/2019
Tags:
Seconda Categoria
Girone D