«I nostri tifosi sono stati l'arma in più»
Marco Piga si gode il successo: «Barumini, questa salvezza è stata incredibile»
C'è voluto sicuramente più del previsto, ma la Libertas Barumini domenica ha finalmente conquistato la tanto agognata salvezza, nel confronto sul campo neutro di Arborea contro il Samugheo.
Il cammino verso questo traguardo non è stato dei più semplici, considerando che la squadra allenata da Marco Piga ha sciupato diversi match - ball, primo fra tutti lo spareggio play-off in casa contro il Cus Cagliari, maturato negli ultimi secondi della gara, che ha costretto il Barumini ad affrontare il triangolare con Capoterra e il Tratalias, chiuso al secondo posto.
Una stagione senza fine, dunque, costellata, sin dal principio, da numerose difficoltà; ad aprile, la svolta con l'arrivo in panchina del giovane tecnico, che a novembre ha conseguito il patentino da allenatore e ha potuto così sostituire mister Corona, ha dato la scossa giusta ad un ambiente probabilmente troppo demoralizzato e ha permesso un'incredibile risalita, considerando che a 5 giornate dal termine la squadra occupava malinconicamente l'ultima posizione in classifica.
«Sono state delle settimane decisamente pesanti - ammette il tecnico -, sono ancora senza voce (ride), con un po' di sacrifici però ce l'abbiamo fatta.
Siamo partiti sicuramente male quest'anno, e questo ci ha condizionato: io ho preso la squadra a cinque giornate dalla fine del campionato, eravamo ultimi in classifica a pari punti col Sinai; la mia prima partita da tecnico è stata proprio nello scontro diretto contro di loro, ha in un certo senso dato la scossa a tutta la squadra.
Abbiamo conquistato quattro vittorie e un pareggio, racimolando i punti necessari per partecipare a questi spareggi.
Domenica, nello specifico, abbiamo fatto un grandissimo secondo tempo, dopo una prima frazione decisamente equilibrata, ma alla distanza siamo venuti fuori e siamo riusciti ad aggiudicarci l'incontro».
Quella vista domenica è stata una squadra forse più contratta, almeno nelle prime battute, rispetto a quella vista contro il Tratalias.
«Eravamo troppo lunghi, c'era un po di paura, considerando l'altissima posta in palio.
Col Tratalias invece le cose sono andate meglio, da questo punto di vista, perchè ci siamo espressi con discreta scioltezza: giocavamo in casa, davanti al nostro pubblico, che ci ha aiutato alla grande e ci ha dato la giusta carica; per una squadra composta prevalentemente da ragazzi giovanissimi, è un aspetto fondamentale.
Potevamo raggiungere la salvezza già nell'ultima gara del triangolare, ma loro si sono chiusi bene, sono una buonissima squadra; domenica contro il Samugheo invece siamo usciti alla distanza, nel secondo tempo siamo rientrati in campo decisamente più rilassati».
Potevate chiudere il discorso quindici giorni fa nella sfida contro i ragazzi di Locci, ma non avete trovato la seconda rete, risultando forse poco incisivi soprattutto nel finale.
«Essendo una partita importantissima c'è stato un po' di nervosismo alla fine, le gambe sono venute un po' a mancare, non eravamo lucidissimi; negli ultimi 20 minuti non c'era più quell'intensità che abbiamo esercitato in tutto il primo tempo, ad esempio.
Abbiamo avuto l'opportunità di conquistare la salvezza anche nella partita con il Cus Cagliari, dove siamo passati in vantaggio per ben due volte; sembrava fatta, visto che ci bastava il pareggio ma siamo andati ai supplementari dove, purtroppo, negli ultimi 5 minuti abbiamo preso il terzo gol che è risultato poi decisivo.
Anche in quella occasione, come tante altre volte quest'anno, abbiamo pagato le numerosissime assenze, un problema che ci ha tartassato per tutta la stagione, ma fortunatamente è andata bene: domenica ad esempio ci mancavano quattro titolari e in campo c'erano diversi elementi giovanissimi, ma i ragazzi si sono comportati in maniera eccezionale».
La sconfitta rimediata contro il Cus ha compromesso notevolmente i vostri piani.
«Ho avuto paura perché non sapevo se i ragazzi ce l'avrebbero fatta a continuare ad allenarsi con la stessa intensità delle ultime cinque giornate; per noi si trattava delle poche opportunità rimaste, non potevamo sbagliare, ma a livello fisico incominciavamo ad accusare la stanchezza; sono molto soddisfatto perché il gruppo mi ha seguito fino all'ultimo secondo e ha reagito alla grande».
Il cammino nel triangolare play-off non è iniziato sicuramente nel migliore dei modi, visto che è arrivata subito la sconfitta di misura con il Capoterra di Vergari.
«Non hanno funzionato diverse cose, ad essere sinceri: abbiamo avuto anche delle occasioni per acciuffare il pareggio, ma abbiamo giocato con poca intensità, la squadra era lunghissima.
E' stata tutto sommato una partita equilibrata, completamente diversa comunque da quelle giocate in questo finale di stagione».
La sfida che ti ha proposto il Barumini non era sicuramente delle più facili, considerando appunto la vostra disperatissima posizione di classifica.
«Io sono a Barumini da una vita, sono anche calciatore ma mi sono dovuto fermare perché sono stato operato ad un piede, sto recuperando ma ho ancora problemi; essendo anche capitano della squadra mi è stato chiesto di aiutare questo gruppo: oltre ad essere miei compagni, sono tutti compaesani e amici, è stato più facile accettare quest'impresa, considerado che sono un grandissimo tifoso della Libertas.
Io credevo in questo traguardo, e alla fine è andata come è andata».
Tra le difficoltà più grandi che il tecnico ha dovuto affrontare, c'è stata sicuramente la difficile condizione psicologica.
«Avevo paura che certi ragazzi non avessero più l'entusiasmo: ho cercato di mettere un po le cose in chiaro, di far capire a tutti quali erano i miei obbiettivi, e fortunatamente i ragazzi si son convinti che potevamo conquistare questa salvezza: domenica è stato bellissimo, abbiamo festeggiato alla grande, è stato il giusto premio per tutti i sacrifici che abbiamo fatto».
Si tratta di un successo da condividere con il gruppo e con i tifosi.
«Volevo ringraziare ovviamente i giocatori, veri artefici di questa impresa, e tutti i nostri tifosi, che ci hanno seguito numerosissimi anche in trasferta, ci hanno dato una mano enorme, la salvezza è anche merito loro.
Dedico questa salvezza a chi mi ha aiutato tutto l'anno, ci tengo poi a salutare anche tutti i ragazzi della juniores del Barumini che ho avuto la possibilità di allenare: è stata un esperienza che porterò sempre nel cuore, quindi ne approfitto per salutare tutti i miei allievi e il mio collaboratore Efisio, che mi ha dato davvero una grossissima mano d'aiuto».
Il futuro di Piga è in bilico: da una parte c'è la voglia di tornare a calcare il campo da protagonista, dall'altra c'è l'interesse di confermarsi in un ruolo importante come quello dell'allenatore.
«Per il momento non ci penso, mi prendo due settimane di tempo per riposarmi, poi valuteremo un po' le cose e prenderemo una decisione.
A Barumini dal 24 al 29 giugno ci sarà il Torneo Internazionale Giovanile, che riguarda tutte le categorie, dai primi calci agli allievi; durante quel periodo saremo impegnati costantemente al campo ed è probabile che troveremo un momento per parlare del futuro».