«Successo dedicato a mio padre e a Fabiano Murgia»
Montalbo stellare, Peddio analizza la stagione: «Sapevo che questa squadra poteva vincere il campionato»
Grazie ad una strepitosa seconda parte di stagione la Montalbo mette in riga tutte le avversarie e conquista una meritatissima promozione diretta in Promozione, vincendo con grande tenacia e personalità il testa a testa entusiasmante con la Fanum Orosei, destinata ora ai play-off con il Tergu, e riuscendo ad avere la meglio nei confronti di compagini probabilmente più attrezzate rispetto alla squadra di mister Peddio, che dichiara euforico:
«Si tratta di un traguardo importantissimo quanto inaspettato, considerando che inizialmente eravamo a rischio di iscrizione e senza l'intervento di Raffaella, decisiva a livello di sponsorizzazioni, probabilmente non ce l'avremmo fatta.
Ciò nonostante, sono sempre stato consapevole delle grandi potenzialità di questa squadra, anche se la conferma in questo senso è arrivata alla fine del girone di andata, dopo aver affrontato quindi tutte le nostre concorrenti; le uniche che ci hanno messo davvero in difficoltà sono state il Posada, una squadra costruita per puntare al salto di categoria, e l'Atletico Cabras; per il resto, non siamo mai stati inferiori a nessuno».
Con il passare del tempo avete capito insomma che il traguardo era alla vostra portata.
«Ho parlato con i ragazzi e ho chiesto loro di fare qualche sacrificio in più, perchè c'era davvero la possibilità di fare benissimo, e così è stato».
Le motivazioni non vi sono mancate, e alla fine, hanno fatto la differenza:
«Avevamo un grosso debito per una promessa fatta tempo fa a Fabiano Murgia, un nostro giocatore scomparso quasi due anni fa.
E' inutile nascondere che questo ci fatto ci ha dato uno stimolo ulteriore, e decisivo, per raggiungere questo obbiettivo».
Quest'anno avete messo in mostra però anche altre qualità importanti.
«E' vero, le vittorie non arrivano mai per caso: serve un pizzico di fortuna ovviamente, e poi è necessario che tutto vada per il verso giusto. La grinta è stata una caratteristica fondamentale di questa Montalbo, ma voglio sottolineare la professionalità dei ragazzi, che hanno lavorato tantissimo, dimostrando peraltro un grandissimo attaccamento alla maglia; il nostro è un club che non può permettersi di investire molte risorse a livello economico, la loro è stata una scelta dettata semplicemente dalla passione».
Per conquistare la promozione dovevate vincere contro il Santa Giusta e, in questo senso, siete stati bravi a non commettere errori anche se il finale è stato sin troppo palpitante.
«Vincevamo per 4 a 0 fino all'80', poi abbiamo sbagliato un calcio di rigore e ci siamo un pochino addormentati, subendo tre reti.
Fortunatamente abbiamo mantenuto alta la concentrazione, mancavano due minuti alla vittoria del campionato e non ce la siamo fatta sfuggire».
Ora è il momento di festeggiare, con un pensiero già rivolto però alla prossima stagione.
«Spero ci sia il derby con il Siniscola, sarebbe una bella cosa, a prescindere dal fatto che sia ancora io l'allenatore della Montalbo.
Ne approfitto per fare un grosso in bocca al lupo ai nostri cugini, impegnati nello spareggio play-out, spero proprio che riescano a guadagnare la salvezza».
Il tecnico tira le somme della sua esperienza alla guida della squadra:
«In categorie come queste, allenare è un compito difficilissimo, anzi probabilmente non è nemmeno il termine esatto: siamo soprattutto dei padri, dei consiglieri; per poter fare un lavoro degno di questo nome occorrono, come minimo, quattro allenamenti settimanali; noi riuscivamo a incontrarci due volte, mentre alcune nostre rivali programmavano tre sedute, con ovvi vantaggi nella preparazione.
Dal canto mio – continua -, ho dato il massimo: ho messo a disposizione della squadra tutta la mia esperienza, il mio entusiasmo, il mio impegno e le mie competenze; alcune volte va bene, come accaduto quest'anno».
La Montalbo ha cambiato marcia nel girone di ritorno, bruciando squadre ben più attrezzate proprio nel momento cruciale della stagione.
«Anche nella prima parte però non abbiamo fatto male – precisa Peddio -: le sconfitte sono state quattro, di cui tre all'andata; per buona parte della stagione sono stato costretto a schierare dei giocatori fuori ruolo, un aspetto che ci ha ovviamente penalizzato.
La differenza forse l'hanno fatta le nostre avversarie: la Macomerese ad esempio è partita fortissimo, arrivando a +9 nei nostri confronti, per poi rallentare.
E' stato importante, come dicevo prima, conoscere tutte le nostre avversarie e i relativi punti deboli, in più siamo stati bravi a imparare dai nostri errori per migliorare».
Tra i momenti più esaltanti, il tecnico cita il confronto con la Fanum Orosei:
«La vittoria più bella, seguita dai successi sul Posada, sulla Macomerese e in casa sul Cabras.
In queste sfide abbiamo dimostrato di essere la squadra più forte: non è facile battere a domicilio squadre composte da giocatori di categoria superiore, segno che i ragazzi erano motivati e convinti della loro forza».
Un successo che assume significati particolari:
«Ringrazio la mia famiglia e Raffaella; dedico questo traguardo a mio padre, che è scomparso, e a Fabiano Murgia, due persone a me carissime che non dimenticherò mai».