«Quest'anno potevamo fare qualcosa in più»
Parole al miele per Samuele Olla: «A Senorbì mi sento a casa, sono la mia famiglia»
E' stata una stagione in chiaro-scuro per il Senorbì allenato da Gabriele Coraddu: la sua squadra ha infatti chiuso il campionato al sesto posto a quota 51 punti, frutto di 16 vittorie e 3 pareggi, dando costantemente l'impressione di poter avere le potenzialità per puntare a qualcosa di importante senza però avere la giusta dose di determinazione per strappare i punti decisivi nelle situazioni particolarmente critiche e importanti.
Le note più liete sono arrivate da una delle punte di diamante dello scacchiere tattico del tecnico, quel Samuele Olla che in 30 partite ha realizzato la bellezza di 25 reti, un bottino di assoluto rispetto per un giocatore che nel campionato appena concluso è stato tra i più prolifici e continui in assoluto.
Samuele, come giudichi il campionato del Senorbi? Sei soddisfatto di quanto avete fatto quest'anno?
«No, non sono pienamente soddisfatto perché siamo stati un po troppo ingenui in alcune occasioni, lasciando troppi punti per strada; abbiamo perso partite al novantesimo, partite approcciate male che poi siamo riusciti a raddrizzare solo in parte, quindi non sono soddisfatto al 100%.
Penso che non lo sia nemmeno il resto della squadra, anche se si tratta comunque di un buon sesto posto».
Avete chiuso la stagione a 15 punti dalla vetta; un distacco sicuramente importante.
Pensi che questo dato indichi i reali valori in campo nei confronti di squadre come Su Planu, Guspini e Frassinetti?
«Sicuramente non eravamo alla loro altezza come organico, perché comunque erano delle squadre molto più attrezzate, anche a livello numerico, però diciamo che come giocatori e come gioco c'eravamo sicuramente anche noi; avremmo potuto come minimo arrivare al quarto o terzo posto, sicuramente non avremmo potuto competere per la prima posizione però qualcosa in più si sarebbe potuta fare».
Come giudichi invece la tua stagione?
«I miei risultati personali sono sicuramente ottimi: 25 gol in stagione e 53 con la maglia del Senorbì sono un buon traguardo.
Non so sinceramente se nel girone qualcuno ha fatto di meglio, ma io non posso sicuramente lamentarmi, è stata la stagione migliore sotto tutti i punti di vista, come gioco, gol e tutto il resto.
A livello personale non credo di essere cambiato più di tanto, forse sono maturato rispetto al passato. La cosa che mi ha permesso di andare meglio e segnare di più è comunque il fatto che sto giocando da un paio di anni nella stessa squadra, c'è un ottimo organico, degli ottimi giocatori alle mie spalle che mi hanno messo nelle condizioni di trovare la via del gol con più facilità».
Hai intenzione di continuare la tua avventura con il Senorbì?
«Sinceramente Senorbì è una grande famiglia, sono a casa. Il mio sogno sarebbe vincere un campionato con questa squadra e stare sicuramente qui, però il sogno nel cassetto è sempre quello di crescere e giocare in categorie più importanti, tenendo comunque sempre i piedi per terra».
Riusciresti a spiegarmi brevemente cosa ti piace ancora del calcio?
«Sono le emozioni che provi che ti spingono a continuare a giocare, come quelle che ho provato in questa stagione. Ricordo con piacere i derby di andata e di ritorno vinti all'ultimo minuto, la tantissima gente che ti sostiene e ti da continuamente la spinta per continuare a giocare, anche a costo di fare sacrifici lavorativi e personali».
Puoi riassumerci la tua carriera?
«Gioco a calcio da quando avevo 3 anni, ora ne ho 28 quindi gioco praticamente da 25 anni.
Ho iniziato nelle giovanili del Samatzai, poi ho fatto la trafila in Trexenta, sono maturato alla Gialeto in Promozione, poi di nuovo una breve esperienza nel Samatzai, con cui ho vinto il campionato in Prima Categoria sino ad arrivare al Senorbì, con cui gioco ormai da tre anni».
Quale è stato il momento più bello sino ad ora?
«Sicuramente il derby di andata di quest'anno dove ho segnato una tripletta, non c'è ricordo migliore se non quello.Vincere qui a Senorbì ha tutto un altro valore».
Che rapporto hai con mister Coraddu?
«Con il mister ho un rapporto ottimo, ho la sua piena fiducia, mi stima e posso giocare tranquillo senza alcuna pressione. I suoi insegnamenti sono importantissimi perchè comunque è una persona che allena da circa 40 anni, quindi non può che insegnarti cose nuove tutti i giorni».
C'è qualcosa che non ti piace del calcio dilettantistico?
«L'aspetto negativo è dettato dal fatto che ormai nel calcio girano troppi soldi, una situazione che sta condannando tante società al fallimento.
Recentemente è sparita la Gialeto che comunque è una squadra che aveva 100 anni di storia alle spalle, a causa proprio dei troppi problemi economici. Si è passati da un semplice rimborso a degli stipendi veri e propri, non è più uno sport, per alcuni è diventato un lavoro».
Pensi che i soldi siano fondamentali per vincere?
«Credo siano determinanti. Per esempio il Su Planu ha sicuramente a disposizione somme di denaro maggiori rispetto al Senorbì e quelli ti permettono di avere una rosa di 20 - 22 giocatori validi che durante la stagione fanno la differenza. Però con un po di fortuna noi saremo potuti arrivare tranquillamente ai play-off, questo testimonia quindi che magari con il gruppo e con i sacrifici riesci comunque a sopperire a questo gap»