«A Baunei ho capito che potevamo farcela»
San Vito, l'ora della festa; Padiglia: «Stagione perfetta, un autentico miracolo sportivo»
La vittoria finale del campionato raramente è stata in discussione quest'anno, con il San Vito capace di monopolizzare il discorso per la promozione diretta sin dalle prime battute della stagione, manifestando costantemente una superiorità tecnica e tattica sconcertante, a cui nessuno, ad eccezione forse della neo promossa Baunese, è riuscito a resistere.
La certezza matematica è arrivata domenica scorsa, in occasione del turno casalingo contro il Villagrande: lo 0 a 0 finale ha dato finalmente il via alla festa, ma per mister Padiglia non è ancora arrivato il momento di staccare la spina; il tecnico infatti risponde alle nostre domande subito dopo aver concluso un corso di aggiornamento per allenatori, a dimostrazione che anche all'indomani di una vittoria così netta, c'è sempre qualcosa da imparare.
«E' quanto ci ha detto anche Camolese, un tecnico che vanta esperienze importanti in Serie A; il calco si evolve a velocità supersonica, tutti noi dobbiamo mantenere il passo, gli aggiornamenti sono fondamentali».
Sicuramente però da soli non bastano per centrare un'impresa come la vostra.
«Per vincere serve la stagione perfetta, in gioco ci sono tantissime variabili, non è facile».
Eppure il vostro cammino suggerisce proprio il contrario: quello del San Vito è stato un dominio a tratti imbarazzante.
«Sinceramente non mi è mai capitato di guidare la classifica dalla prima giornata, senza soluzione di continuità: con il Villaputzu avevo vinto il campionato con sette punti di vantaggio nei confronti della seconda in classifica, dopo una prima parte di stagione molto equilibrata.
Il San Vito ha manifestato la propria superiorità per tutto l'arco del torneo, per me si tratta di un autentico miracolo sportivo, considerando anche il grande equilibrio che regna negli altri gironi di prima».
Tra i momenti decisivi, il tecnico evidenzia «la vittoria nello scontro diretto di Baunei: «Affrontavamo una squadra che stava tenendo il nostro passo, la più grande sorpresa della stagione, considerando che erano una matricola.
Dopo quel confronto ho capito che avevamo davvero ipotecato la vittoria finale, ma per ovvi motivi non l'ho mai detto a nessuno».
La vostra è stata una stagione praticamente priva di passi falsi:
«Siamo stati fortunati a non subire grossi infortuni: probabilmente, se avessimo perso qualche pedina importante, le cose si sarebbero complicate parecchio per noi; Piccarreta, Floris e Contu sono giocatori difficili da sostituire, ma nel momento del bisogno i ragazzi più giovani della rosa hanno dato risposte più che positive sul piano dell'affidabilità, devo ammettere che mi hanno sorpreso, non mi aspettavo tanta maturità da parte loro, penso sia un aspetto che alla lunga ha fatto la differenza».
I cosiddetti senatori hanno giocato un ruolo fondamentale:
«Conoscevo il loro valore, ho richiesto esplicitamente la loro partecipazione in questo progetto.
Sono stati importanti non tanto per le vittorie, ma per il fatto che hanno aiutato gli elementi con meno esperienza a calarsi più rapidamente in una realtà difficile come quella della Prima».
Il futuro quindi è dalla vostra parte:
«I ragazzi sono la risorsa più importante che abbiamo, senza di loro il San Vito, dal punto di vista calcistico, sparirebbe nel nulla».
Concentriamoci però ancora per un attimo sul presente: immagino che la vostra soddisfazione sia tantissima:
«E' un evento storico – ammette il tecnico -, un fatto inedito per la nostra squadra: raggiungerlo con tanti ragazzi locali ci riempie di orgoglio, da un sapore più dolce alla vittoria».
Che ruolo ha avuto mister Padiglia quest'anno? Quanto si sente suo questo successo?
«Non mi ritengo un gran tecnico, anche se ormai alleno da venti anni e un po' di esperienza alle spalle mi sento di averla.
La mia più grande qualità, è quella di riuscire a far lavorare il gruppo in armonia; mi piace parlare molto al gruppo, responsabilizzando i ragazzi senza per forza dover ricorrere a regole ferree.
Vado al campo per divertirmi e cerco semplicemente di trasmettere il mio entusiasmo».
Non si rischia di essere troppo riduttivi così?
«No, perchè alla fin fine i metodi di allenamento son sempre gli stessi, nessuno inventa niente.
In Sardegna, a livello dilettantistico, i tecnici sono molto preparati, ma la differenza la fa la voglia di vincere e la serenità con cui si affrontano gli impegni; penso sia questo il motivo dei successi che ho raggiunto sino a questo momento».
I numeri collezionati quest'anno sono un ottimo biglietto da visita in vista del prossimo campionato di Promozione, ma il tecnico preferisce non sbilanciarsi:
«E' una cosa a cui non penso, almeno per il momento: mi è già capitato di vincere un campionato con il San Vito e so benissimo che ripetersi è difficilissimo.
Lascerò che sia la società a decidere, non voglio mettere nessun vincolo in questo senso: il mio futuro dipende da tante variabili, ma non chiudo la porta a nessuno, tanto meno a questa società».
Si chiude con tre dediche assolutamente doverose:
«Il nostro presidente ha fatto di tutto per permetterci di lavorare al massimo, sia sul piano dell'organizzazione in senso lato e sia sul piano del supporto; si merita questo successo perchè ha davvero sacrificato moltissimo del suo tempo per questo progetto.
Un applauso particolare però va ai nostri tifosi, che anche domenica ci hanno incitato con grande entusiasmo; è stato bello vedere così tante persone riavvicinarsi al calcio e quindi alla nostra squadra.
Devo ringraziare infine tutto il mio gruppo: sono stati splendidi, mi hanno voluto bene e mi hanno seguito con grande professionalità da agosto».