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Serie D
Il diesse: evitare i playout è come arrivare primi

Selargius in testa, Farci si gode la sua creatura: «Gruppo motivato e giovani validi, merito di Fadda»

Quando hai poco ed ottieni tanto fai la differenza. Si dice che sia troppo facile costruire squadre vincenti avendo un portafoglio capiente mentre quando vendi tanto e compri poco dovresti andare incontro a sconfitte sicure. Così non è per il Selargius, capoclassifica in serie D dopo due giornate nelle quali ha affondato due corazzate come il Pomigliano (2-1 in trasferta) e il Porto Torres (5-1 in casa). Dopo l'addio al tecnico Virgilio Perra e l'uscita verso Arzachena di giocatori di spessore come Emiliano Melis, Porcu, Di Prisco e Nuvoli, più giovani di valore come Federico Melis, Pitta e Palmisano, per l'arduo compito della ricostruzione di una squadra che non naufragasse, dopo una finale playoff e un'ottima salvezza, è stato richiamato Angelo Farci, il direttore sportivo che nel frattempo aveva contribuito a riportare il Pula in Eccellenza. Ed è così che è partita la rincorsa a quello che per molti è un autentico miracolo. «Abbiamo dovuto fare di necessità virtù – spiega il diesse Farci – intanto c'era una buona base di giocatori “anziani” e, soprattutto, diversi fuoriquota con esperienza in serie D». Il resto si tratta di scommesse che paiono già vinte. «Abbiamo puntato sulle motivazioni, su quei giocatori cha la serie D non l'avevano mai fatta come ad esempio il portiere Arrus o l'esterno Antonio Lai, oppure che gli era sfuggita come Nicola Lai, o che aveva calcato campi di serie C come Nicola Rais e Luca Caboni, che io conosco dai tempi in cui lavoravo a Samassi e lo cedemmo al Tempio».

 

E ora siete primi in classifica quando vi davano già per retrocessi

«Ci godiamo questi sei punti pesanti, se ruotiamo la classifica capiamo di essere sei punti sopra la retrocessione e averli fatti contro due squadre di spessore ci fa ben sperare per il traguardo salvezza, perché il nostro campionato è bene ricordarlo è un altro. Se eviteremo i playout sarà come vincere il campionato. Dopo che sono usciti i calendari avremmo sicuramente messo la firma per pareggiare contro Pomigliano e Porto Torres»

Direttore spieghi bene perché ha deciso di tornare a Selargius, in un momento così delicato del club?

«Sicuramente per l'amicizia che mi lega alla famiglia Melis, soprattutto a Danilo, poi anche per l'ex presidente Sandro Zedda e il segretario Berlucchi. La società era in difficoltà, la crisi economica in generale si fa sentire gioco forza nel calcio. La svolta si è avuta con l'ingresso nel club di Tonio Mura ed Eugenio Figus, grazie al loro apporto economico si è potuto programmare la stagione seppur con un budget striminzito. E poi a me piacciono le scommesse da sempre, cioè da quando ho creato dal nulla a Teulada una società portandola in Promozione in 4 anni in una realtà dove è quasi impossibile fare calcio. Per tornare a casa mia (il Selargius, ndr), dopo la bella parentesi di Pula, ho anche rifiutato importanti offerte da club ambiziosi»

Come si riesce a fare mercato pur ricevendo tanti no?

«Non è facile, abbiamo passato tutta l'estate a fare trattative senza poter andare al mare, ma sapevamo di trovare chi rifiutava il nostro progetto. Ad esempio la punta Cappai stava per accettare la nostra offerta ma poi è andato all'Arzachena che ha l'ambizione di alta classifica, ci sta. La fretta di chiudere non ci è mai stata, bisognava capire di aver trovato giocatori sardi bravi e motivati senza spendere soldi per gli alloggi, altro dettaglio da non trascurare»

Il mercato l'avete chiuso con l'acquisto di Giorgio Piras?

«Direi di sì, siamo appena fuori dal budget ma sapevamo di avere una rosa poco ampia, il centrale di difesa ci serviva perché Boi e Garau sono esterni che per ora si sono ben adattati in mezzo grazie alla loro duttilità»

In tutto questo è stato importante ripartire dalla vecchia guardia

«Fondamentale, possiamo solo dire grazie a Farci, Garau, Puddu, Nurchi, Piselli e Boi che sono rimasti con rinnovato entusiasmo. A loro abbiamo aggiunto Nicola Rais che aveva grande motivazione dopo lo sfortunato anno passato così come Caboni che in questi anni è stato frenato dagli infortuni e ha rifiutato l'Olbia per stare vicino a casa. Infine, Surano, Antonio Lai e Pisano si sono inseriti bene»

Poi avevate in rosa giovani sono di valore

«Per quello ho sempre detto che non avevamo fretta. Sarritzu è il capocannoniere del girone e quando abbiamo puntato su di lui sembrava una pazzia, uno del '92 a reggere il peso dell'attacco. Stefano con Caboni si intende a meraviglia. Ma anche Corongiu sta andando benissimo così come Pinna cresciuto tanto dopo l'anno a Porto Corallo»

In tutto questo anche la scommessa in panchina chiamando Vincenzo Fadda

«Ma lui non è una scommessa bensì una certezza. Sarà pure esordiente della categoria ma ha sempre lavorato bene in Eccellenza in piazze particolari come Terralba e Gavoi. Lui è un allenatore di talento ed è la dimostrazione che non serve chiamare tecnici dal Continente perché in Sardegna ce ne sono di valore. I complimenti che in questi giorni sto ricevendo vanno girati a lui, che ha dato motivazioni al gruppo e un impianto di gioco efficace, e a tutto il suo staff, dal preparatore atletico Mauro Marras a quello dei portieri Pierluigi Venturi»

Non c'è due senza tre, domenica siete a Salerno

«Siamo solo all'inizio del campionato, in serie A anche il Milan ora insegue il Cagliari che però farà tutt'altro campionato rispetto a quello dei campioni d'Italia. Noi siamo coscienti che incontreremo una corazzata, ma abbiamo anche la mente libera e cercheremo di uscire a testa alta anche dall'Arechi. Ci mancherà Sarritzu ma il nostro è un gruppo umile che rispetta gli avversari e sa bene che è a -36 punti dalla salvezza come ha ricordato mister Fadda dopo la gara col Porto Torres»

In questo articolo
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2011/2012
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2 Andata
Girone G
Intervista